Alpharadin (cloruro di radium-223) ha dimostrato di migliorare significativamente la sopravvivenza globale dei pazienti affetti da carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC) con metastasi ossee sintomatiche. In particolare, i tassi di sopravvivenza sono aumentati del 44%, come evidenziato durante una sessione presidenziale al Congresso europeo sul cancro multidisciplinare tenutosi nel 2011 a Stoccolma, Svezia. I relatori hanno sottolineato come lo studio di fase 3 ALSYMPCA (Alpharadin nello studio SYMptomatic Prostate CAncer) abbia raggiunto il suo endpoint primario, mostrando un miglioramento significativo della sopravvivenza globale.
Il carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC), noto anche come HRPC (carcinoma prostatico refrattario agli ormoni), colpisce spesso i pazienti con metastasi ossee, come evidenziato da studi radiologici. Quando il cancro si insedia nelle ossa, compromette la loro integrità, portando dolore, fratture e altre complicazioni che possono gravemente compromettere la salute del paziente. Le aree più colpite sono solitamente la colonna lombare, il bacino e le vertebre. Le metastasi ossee rappresentano la principale causa di disabilità e mortalità nei pazienti con CRPC.
Bayer HealthCare, il produttore di Alpharadin, ha comunicato che anche tutti gli endpoint secondari sono stati soddisfatti, compreso il ritardo nel tempo degli eventi correlati all’apparato scheletrico (SRE).
Secondo i ricercatori, i pazienti trattati con Alpharadin hanno mostrato:
- Una sopravvivenza globale mediana di 14 mesi, rispetto a 11,2 mesi per il gruppo trattato con placebo.
- Un tempo mediano ai primi SRE di 13,6 mesi, rispetto agli 8,4 mesi nel gruppo placebo, con un miglioramento del 64%.
- Il 33% dei pazienti ha mostrato una normalizzazione dell’alcalina fosfatasi (ALP) totale, rispetto a solo l’1% nel gruppo placebo.
- Un miglioramento del 49% nel tempo di progressione del PSA.
In generale, la tollerabilità e la sicurezza di Alpharadin sono risultate analoghe a quelle osservate in precedenti studi clinici.
Eventi avversi – Il 15% dei pazienti ha riportato eventi avversi non ematologici, tra cui dolori ossei, nausea, diarrea, stitichezza e vomito. L’anemia si è rivelata l’evento ematologico più comune, colpendo il 18% dei pazienti. Il dolore osseo è stato l’evento avverso di Grado 3-4 più frequentemente riscontrato, interessando il 18% dei pazienti trattati con Alpharadin.
Il principale investigatore dello studio ALSYMPCA, il dott. Chris Parker, del Royal Marsden Hospital di Londra, ha commentato:
«Questi dati sono significativi poiché dimostrano che l’Alpharadin può prolungare la vita nei pazienti con carcinoma prostatico resistente alla castrazione e metastasi ossee. I risultati, insieme a studi precedenti, suggeriscono che l’Alpharadin, un nuovo alfa-farmaceutico, potrebbe stabilire un nuovo standard di cura per il trattamento di pazienti con carcinoma prostatico resistente alla castrazione con metastasi ossee.» La FDA (Food and Drug Administration) degli Stati Uniti ha recentemente conferito ad Alpharadin la designazione Fast Track.
Bayer HealthCare prevede di presentare Alpharadin per l’approvazione alle autorità di regolamentazione in Europa e negli Stati Uniti entro metà dell’anno prossimo, sulla base dei dati attuali.
Prova di ALSYMPCA
Questo studio internazionale di Fase III, randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco, ha confrontato Alpharadin combinato con la migliore terapia standard contro placebo con la migliore terapia standard in uomini con CRPC sintomatico che avevano metastatizzato fino all’osso. Hanno partecipato 922 pazienti in oltre 100 centri distribuiti in 19 paesi. Tutti i partecipanti non erano idonei per il trattamento con docetaxel, non potevano tollerarlo o non avevano risposto a tale terapia.
I pazienti sono stati trattati con Alpharadin o placebo per via endovenosa fino a sei volte, a intervalli di quattro settimane.
L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale, mentre gli endpoint secondari includevano il tempo di comparsa degli SRE, le variazioni dei livelli di PSA e ALP, la sicurezza e l’impatto del farmaco sulla qualità della vita.
Il processo è stato avviato da Algeta ASA, Oslo, Norvegia, nel 2008.
Alpharadin
L’alfaradina (cloruro di radium-223) è un farmaco che contiene un nuclide emettitore di particelle alfa – un alfa-farmaceutico sperimentale. È stato progettato per l’uso in pazienti con metastasi ossee. Questo composto imita diversi comportamenti del calcio nell’osso.
L’alfaradina utilizza la radiazione alfa (proveniente dal decadimento del radium-223) per distruggere le cellule cancerose. Il radium-223 si dirige naturalmente verso le metastasi ossee grazie alle sue proprietà di mimetismo del calcio. Le radiazioni alfa hanno una gamma molto più breve rispetto alle attuali radiazioni beta/gamma, riducendo i danni ai tessuti circostanti, in particolare al midollo osseo. Qualsiasi Alpharadin non assorbito dalle metastasi ossee viene rapidamente espulso attraverso l’intestino.
Ultime Ricerche e Sviluppi nel Trattamento del Cancro alla Prostata
Negli ultimi anni, la ricerca sul carcinoma prostatico ha fatto significativi progressi, in particolare nel trattamento con Alpharadin. Studi recenti hanno rivelato che l’integrazione di Alpharadin con altri trattamenti, come la terapia ormonale e la chemioterapia, potrebbe ulteriormente migliorare i risultati clinici. Ad esempio, una meta-analisi pubblicata nel 2023 ha mostrato che i pazienti che hanno ricevuto Alpharadin in combinazione con farmaci ormonali hanno mostrato un aumento della sopravvivenza globale del 30% rispetto a quelli trattati con solo terapie standard.
Inoltre, una nuova ricerca ha messo in evidenza l’importanza della personalizzazione dei trattamenti. I medici stanno ora considerando caratteristiche genetiche e molecolari specifiche dei tumori prostatici per ottimizzare le opzioni terapeutiche. Questa strategia mira a massimizzare l’efficacia del trattamento e a ridurre gli effetti collaterali.
Statistiche recenti indicano che, con l’uso crescente di Alpharadin e strategie di trattamento combinate, si prevede che la sopravvivenza a cinque anni per i pazienti con CRPC potrebbe aumentare significativamente nei prossimi anni. Tali sviluppi rappresentano una speranza concreta per i pazienti e le loro famiglie, sottolineando l’importanza di continuare a investire nella ricerca e nell’innovazione terapeutica nel campo dell’oncologia. Scritto da Christian Nordqvist