Rifaximina: Un Trattamento Innovativo per la Sindrome dell’Intestino Irritabile

La rifaximina, un antibiotico minimamente assorbito che rimane nell’intestino, è stata dimostrata estremamente efficace nel fornire sollievo duraturo ai pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile (IBS), come rivelato in uno studio pubblicato nel NEJM (New England Journal of Medicine). I pazienti affetti da IBS hanno riportato un miglioramento significativo dei sintomi anche molto tempo dopo aver interrotto l’assunzione del farmaco.

Gli autori dello studio segnalano che i pazienti hanno sperimentato un alleviamento dei sintomi dell’IBS fino a 10 settimane dopo aver completato il trattamento con rifaximina. In particolare, hanno notato una riduzione marcata del dolore addominale, del gonfiore e una migliore consistenza delle feci.

Negli ultimi dieci anni, l’ipotesi che i batteri avessero un ruolo cruciale nell’IBS era stata messa in discussione. Tuttavia, questi nuovi risultati confermano che il microbioma intestinale è strettamente legato ai sintomi dell’IBS.

La sindrome dell’intestino irritabile, conosciuta anche come colite spastica o sindrome del colon nervoso, è una patologia gastrointestinale cronica che provoca gonfiore, presenza di muco nelle feci, irregolarità delle abitudini intestinali (diarrea e stitichezza) e dolore addominale. I pazienti spesso sperimentano periodi di esacerbazione e remissione dei sintomi. Sebbene l’IBS possa risultare estremamente fastidiosa, di solito non porta a complicazioni gravi, ma può causare assenteismo significativo e un notevole affaticamento, rendendo la vita quotidiana dei pazienti complessa. Fortunatamente, la maggior parte dei pazienti non presenta sintomi severi.

Negli Stati Uniti, circa 30 milioni di persone convivono con l’IBS. Questa innovativa terapia è stata sviluppata al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles.

Il dottor Mark Pimentel, direttore del programma di motilità gastrointestinale e principale ricercatore degli studi clinici presso Cedars-Sinai, ha affermato che i loro risultati dimostrano che gli antibiotici mirati sono sia sicuri che efficaci nel fornire un sollievo duraturo dall’IBS.

Il dottor William D. Chey, professore nel Dipartimento di Medicina Interna dell’Università del Michigan, ha dichiarato:

«Questo rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui comprendiamo e trattiamo l’IBS.»

Chey ha aggiunto che i trattamenti attualmente disponibili, come integratori di fibre o modifiche dietetiche, non forniscono un sollievo adeguato per molti pazienti; al termine della terapia, i sintomi tendono a ripresentarsi rapidamente. Con questo nuovo approccio, tuttavia, anche dopo aver interrotto il trattamento, i pazienti continuano a sentirsi meglio.

Lo studio ha coinvolto 660 pazienti in due studi in doppio cieco. Tutti i partecipanti affetti da IBS con diarrea e gonfiore da lieve a moderato sono stati assegnati casualmente a ricevere una dose di 550 milligrammi di rifaximina tre volte al giorno o un placebo per due settimane. Sono stati poi monitorati per ulteriori dieci settimane.

Il 40% dei pazienti trattati con rifaximina ha riportato un sollievo immediato da dolori addominali, feci molli o acquose e gonfiore. La maggior parte di loro ha continuato a beneficiare di un miglioramento dei sintomi per diverse settimane dopo aver completato il trattamento antibiotico.

Poiché le cause dell’IBS rimangono poco chiare, i medici tendono a concentrarsi su trattamenti che possono rallentare o accelerare il processo digestivo, a seconda che i sintomi siano più correlati alla diarrea o alla stitichezza.

Uno studio precedente ha identificato un legame tra gonfiore e fermentazione batterica nell’intestino, in particolare legato alla proliferazione batterica dell’intestino tenue (SIBO). Altri studi hanno suggerito che i batteri presenti nell’intestino tenue e crasso di individui con IBS differiscono da quelli di persone sane.

Rifaximina, commercializzata da Salix Pharmaceuticals Inc., è attualmente approvata dalla FDA per il trattamento dell’encefalopatia epatica e della diarrea del viaggiatore.

«Terapia Rifaximina per pazienti con sindrome dell’intestino irritabile senza stitichezza»
Mark Pimentel, MD, Anthony Lembo, MD, William D. Chey, MD, Salam Zakko, MD, Yehuda Ringel, MD, Jing Yu, Ph.D., Shadreck M. Mareya, Ph.D., Audrey L. Shaw, Ph.D., Enoch Bortey, Ph.D. e William P. Forbes, Pharm.D. per il gruppo di studio TARGET
N Engl J Med 2011; 364: 22-32 gennaio 6, 2011

Scritto da Christian Nordqvist

Nuove Prospettive sulla Rifaximina e l’IBS nel 2024

Negli ultimi anni, la ricerca sull’IBS ha fatto significativi progressi. Studi recenti del 2024 hanno approfondito il ruolo della dieta e della salute mentale nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile. È emerso che un approccio integrato, combinando l’uso della rifaximina con modifiche dietetiche e supporto psicologico, può migliorare ulteriormente la qualità della vita dei pazienti.

Inoltre, un’analisi condotta su un campione ampio ha mostrato che oltre il 50% dei pazienti ha riportato un miglioramento significativo dei sintomi dopo aver seguito un programma personalizzato che includeva la rifaximina e una dieta a basso contenuto di FODMAP. Questo approccio ha dimostrato di ridurre l’infiammazione intestinale e migliorare la composizione del microbioma.

Infine, le ricerche continuano a esplorare l’interazione tra il microbioma intestinale e il sistema immunitario. Nuovi studi suggeriscono che la modulazione del microbioma potrebbe offrire prospettive promettenti per il trattamento non solo dell’IBS, ma anche di altre patologie gastrointestinali. L’evidenza emergente ci invita a considerare la rifaximina come parte di un approccio terapeutico più ampio, che integra diverse strategie per affrontare le complesse sfide legate all’IBS.

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