Apnea Ostruttiva Del Sonno: Rischi Di Battito Cardiaco Irregolare

I pazienti con apnea ostruttiva del sonno (OSA) possono trovarsi ad affrontare un rischio maggiore di sviluppare fibrillazione atriale, una condizione caratterizzata da un battito cardiaco irregolare. Queste nuove scoperte sono emerse da ricerche recenti condotte dalla dott.ssa Tetyana Kendzerska, Ph.D., dell’Università di Ottawa, insieme a un team di esperti che hanno esaminato un ampio campione di oltre 8.000 adulti.

Un segnale informativo sull'apnea del sonno e i suoi rischi

Questi risultati sono stati presentati di recente all’American Thoracic Society Conference, un importante evento per la comunità scientifica, svoltosi a Washington, DC. L’OSA si manifesta con interruzioni nella respirazione durante il sonno, causate da un blocco parziale o totale delle vie aeree superiori.

Secondo l’American Sleep Apnea Association, oltre 22 milioni di persone negli Stati Uniti soffrono di apnea del sonno, con l’OSA che rappresenta la forma più comune. Inoltre, i pazienti affetti da OSA tendono ad avere una maggiore incidenza di ipertensione, un noto fattore di rischio per malattie cardiache e altre patologie cardiovascolari.

Tuttavia, lo studio condotto dalla dott.ssa Kendzerska e dal suo team ha rivelato che il rischio di sviluppare fibrillazione atriale è significativamente più elevato nei pazienti con OSA, indipendentemente dalla presenza di ipertensione. La fibrillazione atriale si caratterizza per un battito cardiaco irregolare e spesso accelerato, che può aumentare il rischio di ictus e insufficienza cardiaca.

Un livello anormale di saturazione dell’ossigeno durante il sonno può aumentare il rischio di fibrillazione atriale

Lo studio ha coinvolto 8.256 adulti, con un’età media di 47 anni, tutti con sospetta OSA al momento dell’arruolamento, ma senza diagnosi di fibrillazione atriale o altre condizioni cardiache. I ricercatori hanno analizzato le cartelle cliniche, esaminando vari marcatori della gravità dell’OSA, come il numero di episodi di apnea e il tempo trascorso con una saturazione di ossigeno inferiore al 90%.

Durante un follow-up medio di 10 anni, sono stati registrati 173 casi di fibrillazione atriale che hanno richiesto ricovero ospedaliero. I risultati hanno mostrato che i pazienti con saturazione di ossigeno anomala avevano un rischio significativamente aumentato di sviluppare fibrillazione atriale rispetto a quelli con livelli normali di saturazione. Inoltre, il numero di episodi di apnea non sembrava avere un impatto diretto sul rischio di fibrillazione atriale.

I ricercatori hanno considerato diversi fattori di rischio, come età, sesso, stato di fumatore e pressione sanguigna, per giungere a queste conclusioni. Come sottolinea la dott.ssa Kendzerska, «l’ipertensione potrebbe rappresentare la via causale tra OSA e fibrillazione atriale, ma i nostri risultati indicano che l’OSA può influire direttamente sulla fibrillazione atriale, senza il passaggio intermedio dell’ipertensione».

Perché l’OSA potrebbe aumentare il rischio di fibrillazione atriale?

I ricercatori non sono ancora riusciti a definire i meccanismi esatti che collegano l’OSA all’aumento del rischio di fibrillazione atriale. Tuttavia, il dott. Richard S. Leung, autore senior dello studio, propone alcune ipotesi: «Un’alterazione della funzione endoteliale, una predisposizione a sviluppare ipertensione polmonare e una risposta cardiaca ridotta a stimoli autonomici nelle donne con OSA potrebbero spiegare questi risultati, ma ulteriori studi sono necessari per confermare queste teorie e comprendere i meccanismi sottostanti».

È importante notare che lo studio ha alcune limitazioni. Ad esempio, non sono stati raccolti dati sull’aderenza dei pazienti alla terapia con pressione positiva continua, che è il trattamento standard per l’OSA, né è stato possibile determinare se i pazienti ricevessero cure per l’ipertensione.

Prospettive Future e Ricerche Recenti

Negli ultimi anni, la ricerca sull’apnea ostruttiva del sonno ha fatto significativi progressi. Gli studi più recenti del 2024 hanno evidenziato l’importanza della diagnosi precoce e del trattamento per ridurre i rischi cardiovascolari associati. Un’analisi condotta su pazienti seguiti per un periodo di 5 anni ha dimostrato che coloro che ricevono un trattamento adeguato per l’OSA possono vedere una riduzione significativa del rischio di fibrillazione atriale.

Inoltre, nuove terapie, come i dispositivi di avanzamento mandibolare, stanno mostrando risultati promettenti nel migliorare la qualità del sonno e nel ridurre gli episodi di apnea. Le tecnologie di monitoraggio remoto e le applicazioni per smartphone stanno anche diventando strumenti utili per il follow-up dei pazienti e per garantire l’aderenza ai trattamenti.

In conclusione, la connessione tra apnea ostruttiva del sonno e fibrillazione atriale è un campo di studio in continua evoluzione. È fondamentale che i professionisti sanitari rimangano aggiornati sulle ultime ricerche e offrano ai pazienti un approccio integrato per gestire l’OSA e i suoi potenziali rischi cardiovascolari.

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