Il cancro dell’ovaio è spesso diagnosticato in fase avanzata, rendendo la chemioterapia un elemento cruciale nel trattamento. Tuttavia, la resistenza alla chemioterapia rappresenta una delle principali sfide, contribuendo al basso tasso di sopravvivenza. Recenti ricerche indicano che l’integrazione dell’immunoterapia con la chemioterapia potrebbe rappresentare una soluzione promettente per affrontare questa resistenza.
Nello studio pubblicato, i ricercatori dell’Università del Michigan di Ann Arbor hanno illustrato come siano riusciti a invertire la resistenza alla chemioterapia in modelli murini di cancro ovarico, stimolando le cellule T immunitarie degli animali.
Questa scoperta potrebbe rinnovare la nostra comprensione della resistenza alla chemioterapia nel carcinoma ovarico e aprire la strada a nuovi approcci terapeutici tramite l’immunoterapia.
Il cancro ovarico è uno dei cinque principali tumori che colpiscono gli organi riproduttivi femminili, insieme a quelli cervicale, uterino, vaginale e vulvare.
Tradizionalmente, il cancro dell’ovaio viene trattato con una chemioterapia basata sul platino, in particolare il cisplatino, che induce l’accumulo di platino nel nucleo delle cellule tumorali. Questo meccanismo provoca danni al DNA delle cellule neoplastiche, impedendone la divisione.
Nel loro studio, il professor J. Rebecca Liu, insieme ai suoi colleghi, ha utilizzato campioni di tessuto provenienti da pazienti con carcinoma ovarico, nonché modelli murini della malattia, per analizzare i vari tipi cellulari presenti nel microambiente tumorale, collegando i risultati a quelli clinici.
Le loro scoperte hanno messo in evidenza l’importanza di due tipi di cellule: i fibroblasti e le cellule T immunitarie. I fibroblasti, che producono il tessuto connettivo (stroma) a sostegno delle cellule, e le cellule T, che sono essenziali nel sistema immunitario e la cui alta presenza nei tumori è associata a risultati clinici migliori.
È emerso che i fibroblasti contribuiscono alla resistenza delle cellule tumorali ovariche al cisplatino, mentre le cellule T immunitarie contrastano questo effetto negativo.
Il Ruolo del Sistema Immunitario nella Resistenza alla Chemioterapia
Nella loro ricerca, il prof. Liu e il suo team hanno dimostrato che i fibroblasti ostacolano l’accumulo di platino nelle cellule tumorali ovariche, favorendo così la resistenza al cisplatino e la sopravvivenza delle cellule maligne.
Hanno messo in luce come due composti rilasciati dai fibroblasti – il glutatione e la cisteina – siano fondamentali in questo processo di resistenza. Tuttavia, l’aggiunta di cellule T immunitarie ai fibroblasti ha portato alla morte delle cellule tumorali, evidenziando l’influenza del sistema immunitario sulla resistenza alla chemioterapia.
I ricercatori hanno osservato che «le cellule T possono abolire la resistenza modificando il metabolismo del glutatione e della cistina nei fibroblasti». È importante notare che, sebbene cisteina e cistina siano molecole correlate, svolgono ruoli distinti in questo contesto.
Hanno scoperto che l’interferone, una piccola proteina rilasciata dalle cellule T immunitarie, regola il metabolismo del glutatione e della cisteina nei fibroblasti attraverso un’apposita via di segnalazione.
Collegando i risultati agli esiti clinici, il team ha rilevato che una maggiore presenza di fibroblasti stromali è associata a una minore sopravvivenza, mentre una maggiore presenza di cellule T immunitarie è correlata a una maggiore sopravvivenza dei pazienti.
Queste scoperte hanno portato gli autori a suggerire l’uso di un approccio combinato di chemioterapia e immunoterapia, poiché potrebbe avere un alto potenziale terapeutico nel trattamento del cancro.
Potrebbe, infatti, risultare possibile sfruttare le cellule T immunitarie per modificare il comportamento dei fibroblasti, anche dopo l’insorgenza di chemoresistenza, consentendo così di riprendere l’uso dello stesso farmaco chemioterapico a cui il paziente era diventato resistente, una volta che l’immunoterapia avrà ripristinato la sua efficacia.
«In passato, abbiamo ritenuto che la resistenza fosse causata da mutazioni genetiche nelle cellule tumorali, ma abbiamo compreso che questa è solo una parte della storia».
Prof. J. Rebecca Liu
Di recente, le autorità regolatorie negli Stati Uniti hanno approvato un nuovo farmaco immunoterapico per il trattamento del cancro alla vescica.
Prospettive per il Futuro
Guardando al futuro, la combinazione di immunoterapia e chemioterapia potrebbe trasformare completamente il panorama terapeutico per il cancro ovarico. Ricercatori e clinici stanno già esplorando nuovi protocolli e strategie per integrare questi approcci, mirando a migliorare significativamente la qualità della vita e le possibilità di sopravvivenza delle pazienti. Le prossime ricerche saranno fondamentali per confermare questi risultati e per tradurli in terapie cliniche efficaci.