Tutti noi abbiamo batteri che causano l’acne presenti sulla nostra pelle. Recenti ricerche condotte dalla Scuola di Medicina dell’Università di Washington hanno messo in luce l’esistenza di ceppi «buoni» e «cattivi» di questi batteri, i quali giocano un ruolo cruciale nella frequenza e nella gravità dei brufoli.
I risultati, pubblicati nel Journal of Investigative Dermatology, indicano che non tutti i batteri associati all’acne innescano la formazione di brufoli. In particolare, è stato identificato un ceppo che potrebbe addirittura contribuire a mantenere la pelle sana.
Le cause scientifiche dell’acne rimangono poco comprese, nonostante colpisca circa l’80% della popolazione americana almeno una volta nella vita. Le opzioni di trattamento non hanno subito cambiamenti significativi negli ultimi decenni e c’è un forte bisogno di innovazione. Un rapporto su The Lancet evidenzia l’urgenza di ulteriori ricerche per sviluppare trattamenti anti-antibiotici per l’acne, in considerazione delle preoccupazioni relative all’uso prolungato di antibiotici e alla resistenza batterica.
Huiying Li, PhD, autrice principale dello studio, ha affermato:
«Speriamo di applicare le nostre scoperte per sviluppare nuove strategie che fermino le imperfezioni prima che si manifestino e consentano ai dermatologi di personalizzare il trattamento in base al particolare cocktail di batteri della pelle di ogni paziente».
Il Propionibacterium acnes è un microbo minuscolo che abita le zone grasse dei pori cutanei. Questi batteri possono intensificare la risposta immunitaria, dando origine a infiammazioni e gonfiori rossi sulla pelle, noti come acne.
I ricercatori hanno prelevato campioni di P. acnes dal naso di 49 soggetti affetti da acne e 52 individui con pelle sana. Hanno estratto il DNA microbico dai campioni e localizzato un marcatore genetico per identificare i diversi ceppi batterici.
In seguito, hanno sequenziato i genomi di 66 ceppi distinti di P. acnes, permettendo un’analisi approfondita dei geni presenti in ciascun ceppo.
George Weinstock, PhD, co-autore dello studio e professore di genetica alla Washington University di St. Louis, ha dichiarato:
«La nostra ricerca mette in evidenza l’importanza dell’analisi a livello di ceppo nel mondo dei microbi umani per definire il ruolo dei batteri nella salute e nelle malattie. Questo tipo di analisi ha una risoluzione molto più elevata rispetto agli studi precedenti che si basavano su colture batteriche o facevano solo distinzioni tra specie batteriche.»
I ricercatori si sono concentrati nello specifico sulle differenze tra i ceppi batterici presenti in coloro che soffrono di acne e quelli con pelle sana.
Due ceppi unici di P. acnes sono stati identificati nel 20% dei partecipanti affetti da acne, risultando quasi assenti nei soggetti con pelle sana. Un altro ceppo di P. acnes, invece, era comunemente presente tra i volontari con pelle sana, ma piuttosto raro tra i pazienti affetti da acne.
I ricercatori ipotizzano che questo «buon» ceppo possa avere un meccanismo di difesa naturale in grado di bersagliare ed eliminare gli agenti patogeni che tentano di infettare le cellule.
Questa scoperta potrebbe portare allo sviluppo di futuri trattamenti per l’acne. Si ritiene che aumentando le concentrazioni corporee del ceppo benefico di P. acnes – attraverso l’applicazione di creme o lozioni – si possa ridurre la gravità dell’acne.
Li ha aggiunto: «Questo ceppo di P. acnes potrebbe proteggere la pelle, proprio come i batteri vivi contenuti nello yogurt difendono l’intestino dagli agenti nocivi. Il nostro prossimo passo sarà indagare se una crema probiotica possa impedire ai batteri nocivi di invadere la pelle e prevenire la formazione di brufoli.»
Ulteriori studi esamineranno potenziali farmaci in grado di eliminare i ceppi dannosi, preservando al contempo quelli benefici, e valuteranno se un semplice test cutaneo possa effettivamente prevedere lo sviluppo futuro dell’acne.
Uno studio precedente, presentato alla Spring Conference della Society for General Microbiology a Dublino, ha rivelato che i preparati a base di erbe di timo potrebbero risultare più efficaci nel trattamento dell’acne rispetto alle attuali creme prescritte, promettendo un approccio più delicato ed efficace.
Nuove Ricerche sull’Acne e i Ceppi Batterici
Nel 2024, la ricerca continua a concentrarsi sull’importanza della diversità microbica nella salute della pelle. Studi recenti hanno dimostrato che un equilibrio tra i diversi ceppi di P. acnes è essenziale per mantenere la pelle in buone condizioni. Una revisione degli studi clinici ha evidenziato che l’applicazione di probiotici topici può migliorare la condizione della pelle in pazienti affetti da acne, riducendo l’infiammazione e promuovendo la guarigione.
Inoltre, sono stati condotti esperimenti per valutare l’efficacia di nuove formulazioni di gel probiotici, evidenziando risultati promettenti nel controllo della crescita dei ceppi dannosi. Le nuove tecnologie, come la sequenziamento del genoma e l’analisi metagenomica, stanno rivoluzionando il modo in cui comprendiamo l’ecosistema microbico della pelle, permettendo approcci terapeutici più mirati e personalizzati.
Queste scoperte potrebbero non solo cambiare il modo in cui trattiamo l’acne, ma anche fornire nuove strategie per prevenire la sua insorgenza, offrendo così speranza a milioni di persone nel mondo.