La terapia di biofeedback è un trattamento non farmacologico in cui i pazienti apprendono a controllare processi corporei normalmente involontari, come la tensione muscolare, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Questo approccio innovativo offre l’opportunità di migliorare la consapevolezza corporea e favorire il benessere generale.
Nonostante siano necessarie ulteriori prove per confermare la sua efficacia in alcuni disturbi, il biofeedback è riconosciuto come una valida alternativa per diverse condizioni, tra cui dolore cronico, incontinenza urinaria, ipertensione, mal di testa da tensione ed emicrania.
Essendo un metodo non invasivo e privo di farmaci, il rischio di effetti collaterali è notevolmente ridotto, rendendolo particolarmente adatto per coloro che preferiscono evitare i farmaci o per coloro che non possono assumerli, come nel caso delle donne in gravidanza.
La terapia di biofeedback è spesso integrata con tecniche di rilassamento, favorendo un approccio olistico al trattamento.
Come funziona
Esistono tre tipi principali di terapia con biofeedback:
- Il biofeedback termico, che misura la temperatura della pelle
- L’elettromiografia, che valuta la tensione muscolare
- Neurofeedback, o biofeedback EEG, che si concentra sull’attività delle onde cerebrali
Il biofeedback EEG rappresenta una forma specializzata di biofeedback che si rivolge a pazienti con disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), dipendenze, ansia, convulsioni, depressione e altri disturbi neurologici. Durante le sessioni, il terapeuta applica elettrodi sulla pelle del paziente, che trasmettono dati a un monitor. Il terapeuta analizza le letture e utilizza un approccio di prove ed errori per identificare attività mentali e tecniche di rilassamento che possono aiutare a regolare i processi corporei del paziente.
Col tempo, i pazienti diventano in grado di gestire questi processi autonomamente, senza necessità di monitoraggio continuo.
Le sessioni normalmente durano meno di un’ora. In alcune condizioni, i pazienti possono sperimentare un miglioramento già dopo otto o dieci sessioni, mentre per altre, come l’ipertensione, potrebbero essere necessarie fino a venti sessioni. È comune che le sessioni siano accompagnate da esercizi mentali e tecniche di rilassamento da praticare a casa per 5-10 minuti al giorno.
Usi e Benefici Recenti
Sebbene il meccanismo d’azione del biofeedback non sia completamente chiaro, sembra fornire vantaggi significativi per le persone affette da condizioni legate allo stress, come indicato dall’University of Maryland Medical Center (UMM).
Quando una persona è sotto stress, i suoi processi interni, come la pressione sanguigna, possono diventare irregolari. La terapia di biofeedback insegna tecniche di rilassamento e esercizi mentali che possono alleviare i sintomi associati.
Emicrania
Le tecniche di biofeedback e rilassamento sono frequentemente ricercate come trattamento per mal di testa ed emicrania. Tuttavia, gli studi sull’efficacia hanno prodotto risultati contrastanti.
Uno studio giapponese del 2015 ha dimostrato che la terapia con biofeedback riduceva sia la frequenza che la gravità dei sintomi nelle persone con emicrania. Tuttavia, un altro studio del 2009 ha suggerito che, sebbene il rilassamento possa giovare a chi soffre di emicrania, la combinazione di rilassamento e biofeedback non sembra apportare benefici aggiuntivi.
Secondo i ricercatori del Michigan Headache and Neurological Institute (MHNI), la terapia di biofeedback migliora i sintomi di mal di testa ed emicrania nel 40-60% dei pazienti, un tasso simile a quello osservato con i farmaci. Inoltre, l’integrazione del biofeedback con i farmaci può aumentare l’efficacia complessiva del trattamento, anche se i casi di emicrania indotti da fattori non stressogeni potrebbero rispondere meno bene.
ADHD
Alcuni studi suggeriscono che il biofeedback EEG, o neurofeedback, possa risultare utile per le persone con ADHD. Secondo una revisione sistematica pubblicata nel 2014, ci sono evidenze crescenti che il neurofeedback possa essere benefico per l’ADHD, sebbene siano necessari ulteriori studi per confermarne l’efficacia, data la scarsa progettazione di molte ricerche precedenti.
Disturbo Post-Traumatico da Stress
Tipi specifici di terapia di biofeedback possono giovare ai pazienti con disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Un’indagine ha dimostrato che l’integrazione del biofeedback della variabilità cardiaca al trattamento standard per PTSD non ha apportato benefici significativi. Tuttavia, nel 2016, alcuni scienziati hanno riportato che l’uso del biofeedback EEG ha significativamente ridotto i sintomi di PTSD in un campione di 17 pazienti.
Incontinenza Urinaria
L’Agenzia per la politica e la ricerca sull’assistenza sanitaria raccomanda attualmente di utilizzare l’allenamento dei muscoli del pavimento pelvico attraverso la terapia di biofeedback per il trattamento dell’incontinenza urinaria, sulla base di risultati provenienti da studi clinici.
Ansia nei Bambini Durante le Visite Dentali
I ricercatori del Narayana Dental College e dell’Ospedale in India hanno studiato se la terapia di biofeedback potesse aiutare a gestire l’ansia nei bambini durante le procedure dentali. Hanno concluso che «il biofeedback può essere utilizzato durante le prime visite dentali per i bambini ansiosi, suggerendo anche l’uso di dispositivi di biofeedback più semplici per questi appuntamenti».
Malattia di Raynaud
La malattia di Raynaud è caratterizzata da intorpidimento e freddo in alcune parti del corpo a causa di temperature basse o stress emotivo, causata da un problema di afflusso di sangue. Studi indicano che il biofeedback termico può alleviare i sintomi della malattia di Raynaud, con l’80-90% dei pazienti che riportano miglioramenti nella circolazione e una riduzione della frequenza dei sintomi dopo il trattamento.
Costipazione Cronica
Una ricerca condotta dall’Università dello Iowa ha evidenziato che il biofeedback produce risultati migliori rispetto all’uso di lassativi per la costipazione cronica, dimostrando che può riqualificare efficacemente i muscoli coinvolti nella condizione. Come dichiarato dall’autore principale dello studio, «i risultati indicano che quasi l’80% dei pazienti può migliorare il movimento intestinale attraverso il biofeedback».
Questi risultati sono stati confermati anche da altri ricercatori nel 2014, i quali hanno suggerito che i pazienti con stitichezza, indipendentemente dalla presenza di sindrome dell’intestino irritabile, «probabilmente trarranno beneficio dalla terapia con biofeedback».
Incontinenza Fecale
Gli scienziati dell’Università di Lubecca in Germania hanno scoperto che la stimolazione elettrica, combinata con la terapia di biofeedback, ha fornito risultati positivi per i pazienti con incontinenza fecale. Hanno concluso che «ci sono prove sufficienti per l’efficacia del biofeedback abbinato alla stimolazione elettrica nel trattamento dell’incontinenza fecale, con la stimolazione di frequenza modulata ad ampiezza che sembra essere la più efficace e sicura».
Terapie Cognitive e Comportamentali
Il Dr. John Krystal ha affermato che il biofeedback può aprire nuove strade per le terapie cognitive e comportamentali. Ha commentato uno studio in cui i partecipanti erano in grado di controllare l’attività di specifiche aree del cervello attraverso segnali di feedback forniti da risonanza magnetica funzionale (fMRI).
Dolore Cronico Rettale
Studi condotti da ricercatori dell’Università del North Carolina hanno dimostrato che il biofeedback è più efficace di altri trattamenti per un tipo di dolore rettale cronico noto come sindrome da levator ani.
Bruxismo Notturno
Il bruxismo notturno, caratterizzato dal serrare o digrignare i denti durante il sonno, è stato oggetto di studio da parte di un team del Turner Dental Hospital di Manchester, nel Regno Unito. Diciannove partecipanti sono stati dotati di un dispositivo di biofeedback da indossare ogni notte per cinque settimane. Undici di loro hanno riportato una riduzione del mal di testa e del disagio muscolare al risveglio. Gli autori hanno concluso che «l’uso del biofeedback potrebbe contribuire a ridurre l’attività parafunzionale e apportare significativi miglioramenti sintomatici», senza evidenziare effetti avversi durante il periodo di studio.
Aprassia Infantile Persistente della Parola
L’aprassia del linguaggio comporta difficoltà nel pronunciare correttamente e in modo coerente ciò che si desidera comunicare, a causa di un problema cerebrale anziché muscolare. I ricercatori dei Laboratori Haskins nel Connecticut hanno esaminato l’efficacia di un programma di trattamento che includeva il biofeedback ad ultrasuoni per sei bambini con aprassia della parola, che presentavano errori persistenti nel parlato. Dopo 18 sessioni, gli autori hanno concluso che «un programma di trattamento che integra il biofeedback ad ultrasuoni è un’opzione praticabile per migliorare l’accuratezza del suono della voce nei bambini con errori persistenti associati a aprassia del linguaggio».
Altre condizioni che possono beneficiare della terapia di biofeedback includono:
- Mal di schiena
- Depressione
- Ansia
- Asma
- Alta pressione sanguigna
- Diabete
- Dolore cronico
- Anoressia nervosa
- Difficoltà di apprendimento
- Spasmi muscolari
- Chinetosi
Inoltre, la terapia di biofeedback può ottimizzare le prestazioni degli atleti. Lo psicologo dello sport, Timothy Harkness, ha utilizzato l’addestramento neurofeedback per aiutare Abhinav Bindra, che ha conquistato la medaglia d’oro nell’evento di 10 metri di aria compressa alle Olimpiadi di Pechino.
Nuove Ricerche e Sviluppi nel 2024
Recenti studi del 2024 hanno rivelato che l’integrazione della terapia di biofeedback con tecniche di meditazione mindfulness ha mostrato risultati promettenti nel trattamento dell’ansia e della depressione. I pazienti che hanno partecipato a programmi che combinano queste tecniche hanno riportato un miglioramento significativo nel loro benessere psicologico e nella gestione dello stress.
Inoltre, la ricerca ha evidenziato che l’uso del biofeedback in combinazione con l’allenamento fisico ha migliorato le capacità motorie nei pazienti anziani, suggerendo un potenziale di applicazione anche nella riabilitazione geriatrica.
Infine, una nuova meta-analisi ha confermato l’efficacia del biofeedback nel trattamento del dolore cronico, dimostrando che i pazienti trattati con questa terapia hanno ottenuto risultati migliori rispetto a quelli che hanno ricevuto trattamenti standard. Questi sviluppi sottolineano l’importanza del biofeedback come strumento terapeutico versatile e in continua evoluzione.