L’herpes labiale, causato dal virus dell’herpes, riemerge frequentemente in situazioni di stress; recenti studi hanno rivelato i meccanismi cellulari che consentono questa riattivazione, come riportato nella ricerca pubblicata da un team della School of Medicine della University of North Carolina (UNC).
Si stima che circa il 90% della popolazione degli Stati Uniti sia infettata dal virus herpes simplex (HSV), il quale può causare non solo herpes labiale, ma anche infezioni oculari ricorrenti, lesioni genitali e, in rari casi, encefalite. Quest’ultima è un’infiammazione del cervello che presenta un tasso di mortalità significativo, attorno al 30%, che sale al 70-80% se non trattata.
Un virus strettamente correlato, il varicella zoster, è responsabile della varicella e del fuoco di Sant’Antonio, dimostrando l’importanza della comprensione dei virus herpes.
Studi precedenti hanno già messo in relazione una proteina chiamata JNK con gli effetti dello stress. I ricercatori sapevano che l’HSV può rimanere latente nei neuroni e che lo stress potrebbe innescare la sua riattivazione. È stato dimostrato che il corticosteroide, un ormone naturale prodotto dallo stress, attiva la via JNK, portando alla morte dei neuroni.
Il gruppo di ricerca della UNC, guidato dal professor Mohanish Deshmukh, esperto nella sopravvivenza e morte neuronale, ha intrapreso uno studio innovativo. Hanno indotto il virus a rimanere latente nei neuroni primari di topo e successivamente a riattivarsi, permettendo così un’analisi dettagliata dei percorsi cellulari coinvolti nella riattivazione virale.
Il blocco del percorso JNK impedisce la riattivazione
Per comprendere se il virus possa percepire lo stress nei neuroni e attivare un percorso di fuga, i ricercatori si sono concentrati sulla proteina JNK. In laboratorio, il primo autore e virologo Anna Cliffe ha somministrato sostanze chimiche ai neuroni di topo, simulando la perdita del fattore di crescita neuronale, essenziale per la salute neuronale.
Inoltre, è stato utilizzato un corticosteroide per imitare ciò che accade nel corpo umano, dove lo stress provoca un aumento dei livelli di corticosteroidi. I risultati hanno evidenziato che il percorso proteico JNK veniva attivato poco prima che il virus cominciasse a lasciare i neuroni. Quando il percorso JNK è stato bloccato, il virus non è riuscito a riattivarsi.
Il team ha anche osservato che il virus può riattivarsi anche quando il DNA virale è soppresso nei neuroni. Hanno scoperto che gli istoni associati al DNA virale non subivano il processo di demetilazione necessario affinché il DNA, noto come cromatina, potesse aprirsi per consentire l’espressione genica, incluso il gene HSV.
Questa scoperta è sorprendente, poiché normalmente i segni metilici, o modificazioni epigenetiche, devono essere rimossi per consentire l’apertura del DNA. In questo caso, l’espressione genica avveniva anche in presenza di segni metilici.
Gli esperimenti hanno dimostrato che il virus è capace di modificare la propria cromatina attraverso la fosforilazione degli istoni vicini ai segni metilici; questi segni agiscono come un interruttore che regola l’espressione genica. Come spiegato da Deshmukh, «la fosforilazione rilascia i freni, consentendo un certo grado di espressione genica virale» e tale processo dipende dall’attivazione della via JNK.
I risultati collegano il percorso attivato dallo stress con i primi cambiamenti nel DNA virale. Una volta allentati i freni iniziali, l’espressione genica virale completa richiede la rimozione della metilazione repressiva degli istoni affinché il virus possa completare il processo di riattivazione, portando così alla formazione del virus al di fuori del neurone.
Da questa riattivazione possono derivare stati patologici come herpes labiale ed encefalite.
Deshmukh ha commentato:
«Siamo entusiasti della possibilità che questo percorso attivato dallo stress esista anche negli esseri umani. Tutti gli elementi di queste vie sono presenti nei neuroni umani, e sappiamo che lo stress riattiva il virus herpes simplex negli esseri umani.»
I ricercatori stanno cercando di replicare questi risultati nei neuroni umani. Se confermeranno che la via JNK è cruciale per la riattivazione virale negli esseri umani, ciò potrebbe portare a nuove terapie per malattie legate all’HSV e ad altri virus correlati. Secondo Cliffe, i neuroni identificati rappresentano «un buon bersaglio terapeutico».
Inoltre, è stato precedentemente riportato che le interazioni tra diversi virus potrebbero contribuire alla riattivazione dell’HSV, aprendo ulteriori vie per la ricerca e il trattamento.
Nuove Prospettive per il Futuro
La comprensione dei meccanismi di riattivazione del virus dell’herpes è di fondamentale importanza, soprattutto in un contesto in cui lo stress rappresenta un fattore sempre più presente nella vita quotidiana. Recenti studi hanno dimostrato che le tecniche di gestione dello stress, come la meditazione e l’esercizio fisico, possono ridurre significativamente la frequenza delle riattivazioni virali, suggerendo un legame tra salute mentale e salute virale. Inoltre, i ricercatori stanno esplorando nuove strategie terapeutiche, come inibitori specifici della via JNK, che potrebbero rappresentare un intervento innovativo per prevenire la riattivazione dell’HSV in individui predisposti. La ricerca continua a evolversi e le prossime scoperte potrebbero trasformare radicalmente il modo in cui affrontiamo le infezioni da herpes e le loro complicazioni.