L’encefalite giapponese è un’infezione virale trasmessa dalle zanzare, rappresentando la principale causa di encefalite virale in Asia. Gli esseri umani possono contrarre la malattia attraverso il morso di una zanzara infetta.
Il virus dell’encefalite giapponese non si trasmette da persona a persona.
Il virus dell’encefalite giapponese (JEV) appartiene alla famiglia dei flavivirus, ed è correlato a virus come quello dell’encefalite di St. Louis, dell’encefalite di Murray Valley, al virus del Nilo occidentale, oltre a dengue e febbre gialla.
L’encefalite è un’infiammazione del cervello che può manifestarsi con febbre, mal di testa, confusione, convulsioni e, nei casi più gravi, può portare alla morte.
Meno dell’1% delle persone infette dal virus sviluppa sintomi, ma, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il tasso di mortalità è del 30% per coloro che presentano sintomi.
Si stima che il numero di vittime dell’encefalite giapponese oscilli tra 13.600 e 20.400 all’anno.
Cos’è l’encefalite giapponese?
L’encefalite giapponese è un virus della famiglia dei flavivirus e viene trasmesso dalle zanzare.
Non solo gli esseri umani possono essere colpiti: le zanzare possono infettare anche cavalli e maiali, causando encefalite nei cavalli e aborti nei suini. Gli uccelli selvatici sono probabilmente gli ospiti naturali, mentre le zanzare fungono da vettori, trasmettendo il virus senza causare malattia agli uccelli.
Quando le zanzare infettano un animale, quest’ultimo può diventare portatore del virus. Quando altre zanzare si nutrono di animali infetti, acquisiscono il virus e possono trasmetterlo ad altri animali o esseri umani.
Le persone che vivono in aree rurali dove il virus è endemico sono a maggior rischio. L’encefalite giapponese tende a non manifestarsi nelle aree urbane. Inoltre, è più probabile che colpisca i bambini, poiché gli adulti in queste zone sviluppano generalmente immunità con l’età.
Dove si trova?
L’encefalite giapponese è più comune in Giappone, ma è diffusa in tutto il sud-est asiatico.
Paesi come Cina, Corea, Giappone, Taiwan e Tailandia hanno affrontato epidemie in passato, ma hanno controllato la malattia principalmente attraverso campagne di vaccinazione. Vietnam, Cambogia, Myanmar, India, Nepal e Malesia registrano occasionalmente epidemie.
Ci sono stati casi anche in Australia settentrionale, ma qui il rischio è considerato basso.
Negli Stati Uniti, alcuni casi di infezione sono stati segnalati in persone che hanno viaggiato in aree endemiche. In generale, il rischio di contrarre l’encefalite giapponese durante i viaggi in Asia è estremamente basso, anche se varia in base alla stagione, alla località e alla durata del soggiorno.
Il rischio è più alto durante la stagione di trasmissione, che varia da luogo a luogo.
- Nelle regioni temperate, la trasmissione è più elevata durante l’estate e l’inizio dell’autunno, approssimativamente da maggio a settembre.
- Nelle aree subtropicali e tropicali, la stagione dipende dalle precipitazioni e dai modelli migratori degli uccelli.
- In alcune aree tropicali, la trasmissione può avvenire in qualsiasi momento dell’anno, influenzata anche dalle pratiche agricole.
È più comune nelle zone in cui si coltiva riso e meno probabile nelle aree urbane.
Sintomi
Una persona affetta da encefalite giapponese potrebbe non presentare sintomi, ma se questi si manifestano, solitamente compaiono tra i 5 e i 15 giorni dopo l’infezione.
I soggetti con un’infezione lieve possono avere solo febbre e mal di testa, mentre nei casi più gravi i sintomi possono progredire rapidamente.
I sintomi possono includere mal di testa, febbre alta, tremori, nausea, vomito, torcicollo e paralisi spastica. Alterazioni dello stato mentale possono manifestarsi con stupore, disorientamento e coma. I bambini possono anche avere convulsioni, e ci può essere gonfiore dei testicoli.
Se il cervello è coinvolto, possono insorgere difetti neurologici permanenti, come sordità, emozioni incontrollabili e debolezza unilaterale.
Il tasso di sopravvivenza varia, ma i bambini risultano essere i più vulnerabili.
Trasmissione
Le zanzare si infettano nutrendosi di uccelli selvatici e maiali domestici già infetti dal virus.
Successivamente, le zanzare trasmettono il virus agli esseri umani e ad altri animali. Gli uccelli e altri animali non possono trasmettere l’infezione agli esseri umani; solo le zanzare infette possono farlo.
Le zanzare preferiscono ambienti agricoli e rurali, e le loro larve si riproducono in pozzanghere, come ad esempio nei campi di riso allagati.
Diagnosi
Per diagnosticare l’encefalite giapponese, il medico valuterà i sintomi del paziente, le aree di residenza e i luoghi visitati. Queste informazioni aiutano a determinare la probabilità di infezione.
Se si sospetta un caso di encefalite, il paziente potrebbe essere sottoposto a esami come la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (MRI) del cervello.
Un prelievo di liquido cerebrospinale attraverso una puntura lombare può rivelare quale virus sta causando l’encefalite.
I test di immunofluorescenza possono identificare gli anticorpi umani, che compaiono dopo essere stati etichettati con una sostanza chimica fluorescente.
Trattamento e prevenzione
Attualmente non esiste un trattamento specifico o una cura per l’encefalite giapponese, ma è disponibile un vaccino sicuro ed efficace che può prevenire l’infezione.
Il vaccino è raccomandato per chi viaggia in aree dove la malattia è endemica, per coloro che si recano in zone a rischio per brevi periodi e per chi partecipa ad attività all’aperto durante le epidemie.
Una volta che una persona contrae la malattia, il trattamento mira solo ad alleviare i sintomi. Gli antibiotici non sono efficaci contro i virus e non esistono farmaci antivirali specifici disponibili.
Chi trascorre tempo all’aperto in zone rurali dovrebbe utilizzare indumenti protettivi, reti da letto e repellenti per insetti, e preferibilmente dormire in stanze climatizzate o ben schermate.
Le persone nuove in aree ad alta prevalenza non possiedono generalmente l’immunità naturale al virus dell’encefalite giapponese.
Questo implica che i viaggiatori di tutte le età sono più vulnerabili alle infezioni rispetto a chi vive abitualmente in queste zone.
In caso di epidemie, le comunità colpite dovrebbero eliminare le pozzanghere d’acqua stagnante, dove le zanzare possono riprodursi, e utilizzare repellenti per insetti. I repellenti più efficaci contengono un principio attivo chiamato DEET.
Ricerche Recenti e Nuove Scoperte
Negli ultimi anni, la ricerca sull’encefalite giapponese ha fatto significativi progressi. Studi recenti hanno mostrato che la vaccinazione può ridurre drasticamente l’incidenza della malattia, contribuendo a proteggere le popolazioni vulnerabili, come i bambini e gli anziani. Ad esempio, una ricerca condotta nel 2023 ha rivelato che l’introduzione di programmi di vaccinazione nei paesi del sud-est asiatico ha portato a una riduzione del 70% dei casi di encefalite giapponese in alcune aree.
Inoltre, sono state sviluppate nuove strategie per il controllo delle zanzare, come l’uso di insetti geneticamente modificati che possono ridurre la popolazione di zanzare portatrici del virus. Questi metodi innovativi stanno mostrando risultati promettenti e potrebbero rappresentare un’importante svolta nella lotta contro l’encefalite giapponese.
Infine, la ricerca continua sull’efficacia di nuove formulazioni vaccinali e sull’analisi genetica del virus stesso, al fine di comprendere meglio la sua evoluzione e il suo comportamento. In questo modo, possiamo sperare di migliorare ulteriormente la prevenzione e il trattamento dell’encefalite giapponese in futuro.