I ricercatori hanno scoperto che l’aumento dei livelli dell’ormone del sonno melatonina riduce la capacità delle cellule produttrici di insulina di rilasciare insulina. Inoltre, hanno riscontrato che questo effetto è più marcato nelle persone portatrici di una particolare variante genetica, associata a un rischio significativamente maggiore di sviluppare diabete di tipo 2.
Lo studio, condotto dalla Lund University in Svezia, è stato pubblicato su una rivista scientifica di riferimento.
I risultati di questa ricerca rappresentano un’importante evoluzione del lavoro iniziato nel 2009, quando i ricercatori di Lund hanno dimostrato che una variante del gene che codifica per la proteina nota come recettore della melatonina 1B (MTNR1B) è associata a un aumento del rischio di diabete di tipo 2.
La melatonina è un ormone fondamentale per la regolazione del nostro ciclo giorno-notte, noto come ritmo circadiano, influenzando a sua volta altri ormoni. I livelli di melatonina nel sangue oscillano durante il giorno, con picchi notturni, quando la luce è assente.
L’insulina, d’altra parte, è l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue. Viene prodotta e rilasciata dalle cellule beta del pancreas in risposta a picchi glicemici, come accade durante la digestione.
Nel caso del diabete di tipo 2, che rappresenta circa il 90% dei casi di diabete, l’organismo non produce sufficienti quantità di insulina, oppure le cellule diventano meno reattive ad essa, aumentando così la richiesta sulle cellule beta di produrne di più. Entrambi questi meccanismi portano a un aumento dei livelli di zucchero nel sangue, che nel lungo termine può causare danni gravi agli organi.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno lavorato con cellule beta e topi coltivati in laboratorio per dimostrare che le cellule produttrici di insulina rispondono a un incremento dei livelli di melatonina riducendo la quantità di insulina rilasciata. Questi segnali sono trasmessi attraverso le proteine del recettore della melatonina MTNR1B presenti sulla superficie cellulare.
Inoltre, è stato dimostrato che i topi con recettori MTNR1B compromessi producono maggiori quantità di insulina.
Riduzione della Melatonina e Maggiore Intolleranza all’Insulina nei Portatori del Gene di Rischio
Infine, il team di ricerca ha evidenziato che una variante genetica presente in circa un terzo della popolazione aumenta la quantità di proteina MTNR1B sulla superficie delle cellule produttrici di insulina. Questo rende le cellule più sensibili agli effetti della melatonina, portando a una riduzione della produzione di insulina.
Per questo segmento dello studio, il team ha reclutato 23 portatori sani della variante genetica e 22 non portatori sani, tutti con età e indice di massa corporea (BMI) simili e senza differenze significative nella storia familiare di diabete.
Per un periodo di 3 mesi, i partecipanti hanno assunto 4 milligrammi di melatonina prima di coricarsi. I ricercatori hanno confrontato i livelli di zucchero nel sangue e insulina misurati all’inizio e alla fine del trattamento.
Dopo 3 mesi di trattamento con melatonina, si è osservato che tutti i partecipanti presentavano livelli di zucchero nel sangue più elevati, con un incremento particolarmente marcato nei portatori della variante genetica di rischio, che mostravano anche una secrezione di insulina ridotta.
I ricercatori notano che le persone che lavorano su turni notturni sono più vulnerabili a sviluppare malattie metaboliche, incluso il diabete di tipo 2.
L’investigatore senior Hindrik Mulder, professore di metabolismo molecolare presso il Dundetes Center di Lund, afferma che questi risultati potrebbero spiegare perché il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 è maggiore per chi lavora di notte o per chi soffre di disturbi del sonno.
Inoltre, suggerisce che l’effetto apparentemente amplificato della melatonina sulle persone portatrici della variante genetica di rischio potrebbe spiegare l’aumento della loro vulnerabilità allo sviluppo del diabete di tipo 2.
«Potrebbe essere quindi meno vantaggioso per i portatori della variante genetica di lavorare su turni notturni, poiché i livelli di melatonina tendono ad aumentare proprio quando gli effetti di tale aumento sono più pronunciati. Anche se non esiste ancora una base scientifica solida a supporto di questa teoria, le nostre scoperte dovrebbero incoraggiare ulteriori studi futuri.»
Prof. Hindrik Mulder
I ricercatori sottolineano che il loro studio è tra i primi nel suo genere nella ricerca sul diabete di tipo 2, in cui i partecipanti sono stati selezionati in base al loro patrimonio genetico.
In conclusione, è interessante notare che i composti presenti nella frutta potrebbero offrire nuove possibilità nel trattamento del diabete di tipo 2, suggerendo un approccio olistico e naturale alla gestione di questa malattia complessa.