Nel mondo di oggi, i social media sono diventati un elemento centrale delle nostre vite quotidiane. Ci permettono di rimanere in contatto con amici e familiari, di promuovere le nostre attività e di restare aggiornati sulle ultime notizie. Ma come influiscono davvero sulla nostra salute mentale e fisica? È giunto il momento di considerare una pausa dall’essere sempre connessi?
Oggi abbiamo a disposizione una varietà di piattaforme di social networking, e le scelte sembrano moltiplicarsi ogni giorno.
Molti di noi possiedono più account, utilizzandoli per scopi diversi.
Personalmente, utilizzo una piattaforma per comunicare con amici e familiari e un’altra per rimanere aggiornato sugli sviluppi più recenti della ricerca.
Tuttavia, a volte mi assale un senso di ansia: cosa succede se sto sprecando troppo tempo a leggere notizie anziché scriverle? E se i miei amici di Facebook stessero vivendo esperienze più gratificanti?
Quando questi pensieri affiorano, i social media sembrano trasformarsi in un buco nero che risucchia il nostro tempo e la nostra energia mentale ed emotiva. Dovrei «scollegarmi» più spesso?
E non sono certo l’unico a sentire queste preoccupazioni. Parlando con i miei colleghi, ho scoperto che molti di loro provano un disagio simile nei confronti dei social media.
«Mi allontano dal ‘qui e ora’ tutto il tempo», ha detto un collega, e altri hanno espresso preoccupazioni per gli «effetti della camera d’eco» che caratterizzano queste piattaforme. Inoltre, i colleghi che hanno già deciso di abbandonare i social media sostengono la propria scelta con fermezza.
«Ho smesso di usare [i social media] a causa della ‘paura di perdere’ e della tristezza nel vedere gli altri che fanno cose divertenti o che sembrano farle», ha confessato un collega.
«So che è tutto un mondo artificiale, ma è difficile non sentirsi come se la propria vita fosse ‘meno interessante’ rispetto a quella degli altri. Sono molto più felice senza [questi racconti].»
Negli ultimi due anni, un numero crescente di persone, in particolare tra le generazioni più giovani, ha deciso di abbandonare i social networking.
Le esperienze condivise da coloro che hanno lasciato i social media per un mese o più suggeriscono che una disintossicazione adeguata li ha aiutati a sentirsi più rilassati, concentrati e produttivi. Ma la scienza supporta queste conclusioni aneddotiche?
Spoiler: sì. Ecco cosa ci dice la ricerca.
1. I social media possono influenzare la salute mentale
Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra l’uso dei social media e l’aumento di depressione, ansia e isolamento.
La ricerca ha dimostrato che sia i giovani che gli adulti più anziani possono sentirsi sopraffatti dalla pressione di standard irraggiungibili di bellezza e successo, spesso enfatizzati dai social media.
Uno studio recente ha rivelato che tra i bambini di 10 anni attivi online, i social media potrebbero avere un «impatto negativo» sul loro benessere durante l’adolescenza e forse anche in età adulta, come indicano gli autori.
Tra i giovani adulti, l’uso dei social media è stato associato a un aumento significativo dell’incidenza di ansia e depressione, secondo uno studio approfondito condotto nel 2016.
Infatti, i ricercatori hanno notato che chi controlla frequentemente i propri account ha un rischio di depressione più che raddoppiato rispetto a chi utilizza meno le piattaforme social.
Questo può essere in parte attribuito al bisogno artificiale di essere disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per rispondere istantaneamente a messaggi e reazioni emoji. Tale pressione genera uno stress costante che incide sul nostro benessere emotivo.
E, sebbene queste piattaforme possano migliorare il nostro senso di connessione, la ricerca ha dimostrato che spesso hanno l’effetto opposto, rendendo gli utenti più soli e isolati.
Non sorprende, poiché l’iperconnessione avviene a un livello superficiale, privando la comunicazione di quegli elementi che la rendono preziosa e psicologicamente costruttiva.
Elementi come il contatto visivo, il linguaggio del corpo e la possibilità di percepire i cambiamenti nel tono di voce sono spesso assenti nella comunicazione virtuale.
2. Le interazioni online possono danneggiare le relazioni
I social media possono promuovere la solitudine e danneggiare la qualità delle relazioni, sia in modo diretto che indiretto.
Innanzitutto, ci sono limiti a ciò che possiamo controllare riguardo a ciò che i nostri amici, o spesso «amici», condividono su di noi sui social media.
Magari un nuovo conoscente ritiene divertente condividere pubblicamente una foto poco lusinghiera di noi due al bar dopo lavoro.
Oppure il tuo cugino di terzo grado trova divertente taggarti in un meme con connotazioni ambigue.
Situazioni simili possono risultare imbarazzanti, ma uno studio pubblicato suggerisce che questi momenti possono danneggiare le relazioni in modo irreparabile.
«Abbiamo scoperto», spiega la coautrice Yvette Wohn, «che chi ha tentato di rimuovere o giustificare contenuti imbarazzanti ha subito un declino nel proprio rapporto con l’autore della pubblicazione.»
«È importante per le persone sapere che cercare di gestire le impressioni può anche compromettere una relazione personale,» aggiunge.
Inoltre, i contenuti che pubblichiamo possono avere conseguenze inaspettate. Commenti superficiali, link e citazioni condivisi fuori contesto possono risultare dannosi, specialmente in un mezzo che incoraggia la condivisione rapida e la lettura affrettata.
«I social media operano in modo istantaneo, raggiungendo a volte milioni di persone contemporaneamente e possono persino incoraggiare comportamenti indesiderati, spesso senza sapere chi potrebbe leggerli e quale impatto possano avere,» avverte Nels Oscar, che ha studiato come i social network perpetuino stereotipi.
La sua ricerca si è concentrata su quali opinioni sul morbo di Alzheimer siano condivise tramite social media, rivelando risultati preoccupanti. «Il 21,13% di tutti i tweet […] utilizzava termini stigmatizzanti legati al morbo di Alzheimer,» afferma.
«Un aspetto che molte persone non comprendono nell’utilizzo dei social media è che il loro intento è spesso irrilevante: tutti vedono il commento, senza alcun contesto, e devono affrontare il dolore che può causare».
3. I social media possono alimentare comportamenti pericolosi
Un altro motivo per cui è importante riflettere su quanto tempo trascorriamo sui social media è che queste piattaforme sono progettate per farci tornare continuamente.
L’anno scorso, ricercatori americani e olandesi hanno esaminato quanto facilmente ci sentiamo spinti a reagire immediatamente ai segnali visivi relativi ai social media.
Hanno scoperto che anche solo vedere il logo di Facebook provoca il desiderio di visitare il sito e controllare il proprio feed. In altre parole, abbiamo imparato a cliccare automaticamente, come se fosse un comando, senza nemmeno pensarci.
Un’altra serie di esperimenti, condotta alcuni anni fa, ha raggiunto una conclusione ancora più preoccupante: il modo superficiale in cui i social media ci insegnano a interagire con il mondo incoraggia comportamenti irrazionali.
Vincent F. Hendricks, dell’Università di Copenaghen, e Pelle Hansen, della Roskilde University, spiegano: «Con l’avvento della tecnologia informatica moderna, spesso basiamo le nostre decisioni su segnali pubblici aggregati come ‘Mi piace’, ‘upvote’ o ‘retweet’ su piattaforme come Facebook e Twitter, piuttosto che prenderci il tempo per riflettere sulle conseguenze per la democrazia».
Inoltre, l’aspetto attentamente «curato» di ciò che vediamo sui social media può portarci a prendere decisioni dannose, senza renderci conto del loro potenziale pericolo.
Uno studio condotto all’Università di Houston ha indagato come e perché gli studenti universitari cadono nell’alcolismo, fraintendendo i post dei loro amici online.
«I bevitori più pesanti tendono a sovrastimare quanto gli altri bevano e credono di bere meno del normale», osserva il coautore dello studio, Nguyen Steers.
«Quando i bevitori forti si confrontano con ciò che è normale, di solito rimangono sorpresi nel rendersi conto che bevono molto al di sopra della norma».
4. La nostra salute fisica è a rischio
Un uso eccessivo dei social media può influenzare non solo la nostra salute mentale, come abbiamo visto, ma anche la nostra salute fisica, in particolare alterando i nostri schemi di sonno.
Uno studio del 2014 ha rivelato che gli adulti americani di età compresa tra 19 e 32 anni controllavano i loro account di social media preferiti per oltre un’ora al giorno, in media, e circa 30 volte a settimana.
Il 57% di questi utenti ha riportato disturbi del sonno.
I ricercatori suggeriscono che i problemi di sonno tra gli utenti dei social media possono derivare da vari fattori, tra cui:
- la sensazione di dover essere attivi su questi siti a tutte le ore, anche a tarda notte
- la possibilità che i social media «possano promuovere l’eccitazione emotiva, cognitiva e/o fisiologica»
- l’esposizione a schermi luminosi prima di coricarsi, che è stata associata a disturbi del sonno
La ricerca pubblicata ha mostrato che lo stesso vale per gli utenti più giovani, di età compresa tra 11 e 20 anni. Dei 5.242 partecipanti allo studio, il 73,4% ha riferito di utilizzare i social media per almeno un’ora al giorno e il 63,6% ha segnalato un sonno insufficiente.
«L’impatto dei social media sui modelli di sonno,» afferma il Dr. Jean-Philippe Chaput, «è un tema di grande interesse, data la notorietà degli effetti negativi della privazione del sonno sulla salute.»
5. I social media riducono la produttività
Infine, è importante notare che i ricercatori hanno dimostrato che l’impegno sui social media può influenzare negativamente il nostro coinvolgimento nelle nostre attività creative e professionali in modi complessi.
Un documento di studio pubblicato recentemente suggerisce che trascorriamo più tempo sui social network di quanto pensiamo, compromettendo una delle nostre risorse più preziose: il tempo.
«Abbiamo trovato prove,» scrivono gli autori, «che gli stimoli legati a Internet e Facebook possono distorcere la percezione del tempo a causa di meccanismi di attenzione e di eccitazione».
I rapporti indicano che anche quando siamo al lavoro, continuiamo a cedere alla tentazione di controllare i «mi piace» e i commenti più recenti, anche se sappiamo di non doverlo fare.
Uno studio ha rilevato che i dipendenti trascorrono in media 2,35 ore al giorno accedendo ai loro account di social media durante l’orario di lavoro. Non sorprende quindi che a volte sia difficile rispettare le scadenze se ci troviamo a contare i nostri «Mi Piace»?
I social media hanno anche creato un fenomeno di multitasking: tali piattaforme ci incoraggiano a passare continuamente da un’attività all’altra, come ascoltare un video del nostro amico mentre leggiamo i commenti su di esso e magari rispondiamo a qualche messaggio.
Tuttavia, la ricerca mostra che quando facciamo multitasking, perdiamo la capacità di concentrarci su un’unica attività. Di conseguenza, potremmo trovare difficile leggere un articolo o un post di un blog in una sola sessione, e affrontare un libro di 200 pagine può sembrare quasi impossibile.
Quindi, se sei riuscito a leggere questo articolo fino alla fine e ti riconosci in almeno alcuni dei punti menzionati, potrebbe essere il momento di considerare una disintossicazione dai social media.
Rimuovi le tue app social o installa un blocco per i social media nel tuo browser e osserva come ti senti dopo alcuni giorni, settimane o forse mesi senza le distrazioni che esse comportano.
Nuove Ricerche e Prospettive nel 2024
Nel 2024, la ricerca continua a esplorare l’impatto dei social media sulla salute mentale e fisica. Recenti studi evidenziano che l’uso eccessivo delle piattaforme social è correlato a un aumento dei disturbi dell’umore, con una particolare attenzione agli effetti a lungo termine sui giovani. Ad esempio, una ricerca condotta su 1.500 adolescenti ha dimostrato che quelli con una presenza attiva sui social media riportano una maggiore incidenza di sintomi depressivi e ansiosi.
Inoltre, una nuova analisi ha suggerito che le pause regolari dai social media possono migliorare il benessere psicologico, portando a una riduzione dello stress e a un aumento della soddisfazione nella vita. Gli esperti raccomandano di dedicare almeno una settimana all’anno per disintossicarsi completamente dai social media, al fine di ripristinare un equilibrio tra vita online e offline.
Infine, è emerso che gli utenti che limitano il loro tempo sui social media a meno di un’ora al giorno riportano livelli significativamente più elevati di felicità e soddisfazione. Questi dati suggeriscono che una gestione consapevole del tempo trascorso online può avere effetti benefici sulla nostra salute mentale e fisica, rendendo la disintossicazione dai social media non solo desiderabile, ma essenziale per il benessere generale.