Oltre il 10% della popolazione statunitense è mancino, e questa percentuale sembra essere pressoché la stessa nella maggior parte dei paesi del mondo. Sebbene molti pensino che la manualità sia legata a fattori genetici, una nuova ricerca dal Regno Unito mette in discussione questa convinzione.
Il Prof. John Armour dell’Università di Nottingham, insieme al Dr. Angus Davison e al Prof. Chris McManus dell’Università di Londra, ha escluso un «forte fattore genetico» nell’influenzare la manualità.
Lo studio, pubblicato su una rivista scientifica di rilievo, ha esaminato quasi 2000 coppie di gemelli della London Twin Research Unit.
I ricercatori hanno analizzato l’intero genoma di circa 4.000 soggetti, ma non sono riusciti a trovare un forte fattore genetico che determinasse la manualità.
Se la genetica fosse il principale determinante della mancinismo, ci si aspetterebbe di vedere differenze significative nelle parti del genoma associate a questa caratteristica. Tuttavia, la ricerca non ha confermato questa ipotesi.
Questa scoperta contrasta con i risultati di uno studio precedente condotto dall’Università di Oxford, che sosteneva di aver trovato un’associazione significativamente forte tra la manualità e il gene PCSK6.
‘Nessun posto in cui nascondersi’
Il Prof. Armour, esperto di genetica umana, ha dichiarato:
«Dovrebbe esserci uno spostamento rilevabile tra persone destrorse e mancine, poiché i moderni metodi di tipizzazione genetica coprono quasi tutto il genoma. Un sondaggio che confrontasse i genotipi dell’intero genoma per persone destrorse e mancine dovrebbe rivelare tale gene, senza nulla da nascondere.»
Tuttavia, nonostante la mancanza di prove per un forte fattore genetico, i ricercatori concludono che questi fattori devono essere relativamente sottili o deboli e non semplicemente una questione di scelta o di apprendimento.
William Brandler della MRC Functional Genomics Unit dell’Università di Oxford, primo autore dello studio precedente, ha avvertito che i loro risultati non spiegano del tutto la variazione della manualità all’interno della popolazione umana:
«Come per tutti gli aspetti del comportamento umano, natura e cultura sono interconnessi. Lo sviluppo della manualità deriva da una combinazione di geni, ambiente e pressione culturale per conformarsi alla destrogenzione.»
Inoltre, come sottolineato dal Prof. Armour, i risultati di questo studio aprono a nuove opportunità di ricerca.
«È probabile che ci siano molti fattori genetici relativamente deboli che influenzano la manualità, piuttosto che un singolo fattore dominante. Studi molto più ampi sono necessari per identificare questi geni in modo chiaro. Pertanto, anche se tali geni verranno scoperti in futuro, è estremamente improbabile che la manualità possa essere utilmente prevista dall’analisi del DNA umano.»
Nuove Prospettive nel Mondo della Ricerca
Nel 2024, ulteriori ricerche sono già in corso per esplorare il complesso rapporto tra genetica, ambiente e cultura nel determinare la manualità. Gli scienziati stanno esaminando come variabili come l’educazione, le esperienze precoci e le influenze culturali possano interagire con predisposizioni genetiche più sottili. Recenti studi hanno suggerito che le esperienze motorie precoci possono influenzare lo sviluppo della preferenza manuale, suggerendo che la mancinismo potrebbe non essere solo una questione di genetica ma anche di apprendimento e adattamento all’ambiente.
In sintesi, mentre la genetica gioca un ruolo, la manualità è il risultato di un’interazione complessa tra fattori biologici e sociali. La ricerca continua a mostrare che la scienza del comportamento umano è intrinsecamente multidimensionale, e gli scienziati sono sempre più consapevoli della necessità di approcci integrati per comprendere fenomeni come la manualità.