Mentre ci sono prove a sostegno dell’uso di statine negli anziani per la prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari – come nel caso di prevenire un secondo infarto o ictus – esistono dati limitati riguardo ai rischi e benefici di questa fascia d’età nell’assumere farmaci per abbassare il colesterolo al fine di prevenire un primo evento cardiovascolare. Recentemente, un’analisi dei dati da una sperimentazione clinica ha confrontato l’uso delle statine con la terapia abituale, non trovando alcun beneficio nell’uso di una statina per la prevenzione primaria negli anziani con pressione alta e colesterolo moderatamente alto.
Benjamin H. Han, assistente professore presso il Dipartimento di Medicina della New York University School of Medicine, e i suoi colleghi riportano i risultati di questo studio su una rivista scientifica.
Le statine sono una classe di farmaci utilizzati per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, la maggior parte dei quali è prodotta nel fegato.
Sebbene il corpo necessiti di una certa quantità di colesterolo, livelli elevati possono favorire l’accumulo di placca nelle arterie, aumentando il rischio di malattie cardiache e ictus.
Le statine funzionano riducendo la produzione di colesterolo da parte del fegato e aiutando il corpo a rimuovere il colesterolo in eccesso dal sangue.
Nel 2016, la United States Preventive Services Task Force (USPSTF) ha emesso nuove linee guida riguardanti l’uso delle statine nella prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, come nel caso di prevenire un primo infarto o ictus.
Tuttavia, l’USPSTF ha specificato che queste linee guida non includono raccomandazioni per gli adulti oltre i 75 anni, a causa della mancanza di prove sufficienti per questa fascia d’età.
Uso Crescente delle Statine Tra gli Anziani
Il professor Han e i suoi colleghi notano nel loro studio che, nonostante la mancanza di prove, «molti pazienti più anziani assumono statine per la prevenzione cardiovascolare primaria» e che tale uso è in crescita.
Un’indagine sulla spesa medica negli Stati Uniti ha rivelato che l’uso di statine per la prevenzione cardiovascolare primaria tra le persone di età superiore ai 79 anni è aumentato di oltre tre volte tra il 1990 e il 2000 e il 2011 e il 2012 (dall’8,8% al 34,1%, rispettivamente).
Nel nuovo studio, il professor Han e i suoi colleghi si sono posti la domanda: «Le statine sono utili per la prevenzione cardiovascolare primaria negli anziani?»
Per rispondere a questa domanda, hanno analizzato i dati di un sottogruppo di adulti più anziani che hanno partecipato a uno studio clinico randomizzato chiamato Antihypertensive and Lipid-Lowering Treatment to Prevent Heart Attack Trial – Lipid-Lowering Trial (ALLHAT-LLT), condotto dal 1994 al 2002.
I ricercatori hanno esaminato i risultati di un sottogruppo di 2867 partecipanti di età pari o superiore a 65 anni con pressione sanguigna alta e senza evidenza di accumulo di placca nelle arterie al basale.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere uno dei due trattamenti per abbassare il colesterolo. Di questi, 1.467 hanno ricevuto 40 milligrammi al giorno di pravastatina sodica, mentre gli altri 1.400 hanno ricevuto le cure abituali dai loro medici.
Nessuna Differenza Significativa tra Statina e Cura Abituale
L’analisi non ha riscontrato differenze significative tra i due gruppi riguardo a tre tipi di risultati: decessi per tutte le cause, decessi per cause specifiche e eventi di malattia coronarica (CHD).
Tra i partecipanti di età compresa tra 65 e 74 anni, sono stati registrati più decessi nel gruppo trattato con pravastatina (141) rispetto al gruppo di cura abituale (130). Un trend simile è stato osservato negli over 75 (92 decessi nel gruppo statina contro 65 nel gruppo di cura abituale).
Analizzando gli eventi di CHD, tra i partecipanti nella fascia 65-74 anni, ci sono stati 76 eventi nel gruppo trattato con pravastatina e 89 nel gruppo di trattamento abituale. Per quelli di 75 anni e oltre, le cifre erano 31 e 39, rispettivamente.
I tassi di insufficienza cardiaca, ictus e cancro erano simili sia nel gruppo pravastatina che in quello delle cure abituali per entrambe le fasce d’età.
Gli autori concludono che «non è stato trovato alcun beneficio nell’assunzione di statine per la prevenzione primaria negli anziani. Le raccomandazioni terapeutiche dovrebbero essere personalizzate per questa popolazione».
In un documento di accompagnamento, il dott. Gregory Curfman, redattore capo delle Harvard Health Publications della Harvard Medical School, sottolinea i rischi associati all’uso di statine, tra cui «disturbi muscoloscheletrici, come miopatia, mialgia, debolezza muscolare, problemi alla schiena, lesioni e artropatie».
Egli osserva che tali effetti collaterali possono causare problemi significativi e promuovere fragilità e disabilità negli anziani. Inoltre, l’uso di statine è stato correlato a problemi di memoria e di pensiero, che possono compromettere ulteriormente la capacità delle persone anziane di vivere in modo autonomo. Pertanto, suggerisce:
«La combinazione di questi rischi e dei dati provenienti dallo studio ALLHAT-LLT, che dimostrano un possibile aumento della mortalità associato alla terapia con statine negli anziani, dovrebbe essere considerata prima di prescrivere o continuare il trattamento con statine per i pazienti in questa fascia di età.»
Prospettive Recenti e Nuove Linee Guida
Nel 2024, la discussione sull’uso delle statine negli anziani continua a evolversi. Nuovi studi stanno emergendo, evidenziando la necessità di strategie terapeutiche più individualizzate. Ad esempio, ricerche recenti suggeriscono che una valutazione più approfondita del rischio cardiovascolare, che prenda in considerazione fattori come la storia clinica, il livello di attività fisica e la dieta, potrebbe aiutare a determinare se un paziente anziano beneficerebbe effettivamente dell’uso di statine.
Inoltre, è importante considerare approcci alternativi per la gestione del colesterolo, come cambiamenti nello stile di vita e terapie complementari. Queste strategie potrebbero ridurre il rischio cardiovascolare senza gli effetti collaterali associati alle statine. Pertanto, l’educazione dei pazienti e la comunicazione tra medici e pazienti sono fondamentali per prendere decisioni informate e personalizzate.
In conclusione, mentre le statine possono avere un ruolo nella gestione del colesterolo per alcuni pazienti, la loro utilità nella prevenzione primaria delle malattie cardiache negli anziani è ora messa in discussione. È essenziale un approccio multidisciplinare nella valutazione e gestione della salute cardiovascolare degli anziani.