Una nuova ricerca suggerisce che la debolezza muscolare e i relativi effetti collaterali che possono derivare dalle statine sono probabilmente dovuti all’effetto del farmaco sui centri di produzione di energia, o mitocondri, delle cellule muscolari.
I ricercatori del Radboud University Nijmegen Medical Center nei Paesi Bassi riportano le loro conclusioni sulla rivista.
Le statine sono un farmaco comunemente prescritto per abbassare il colesterolo; funzionano bloccando la produzione di colesterolo nel fegato. Il colesterolo è un importante fattore di rischio per le malattie cardiache e ictus, che causano quasi 1 su 3 morti tra gli americani.
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), più di un quarto degli adulti americani con più di 40 anni utilizza una prescrizione di farmaci per abbassare il colesterolo, la maggior parte di questi è costituita da statine.
Tuttavia, per circa il 25% dei pazienti, le statine possono provocare sgradevoli effetti collaterali sotto forma di debolezza muscolare, dolore e crampi, senza alcun segno di danno al tessuto. Questi effetti collaterali possono compromettere la qualità della vita e spesso portano all’interruzione dell’assunzione dei farmaci da parte dei pazienti.
Frans Russel, co-autore senior del nuovo studio e professore di farmacologia e tossicologia molecolare, afferma che studi precedenti hanno collegato gli effetti collaterali delle statine e di altri farmaci ai mitocondri, ma i meccanismi sottostanti sono spesso sconosciuti.
La Forma del Lattone di Statine Interferisce con la Funzione Mitocondriale
Nel corpo umano, le statine esistono in due forme: acido e lattone. La maggior parte delle statine ha una produzione acida e mirano al colesterolo nel fegato. La forma del lattone non ha alcun effetto terapeutico; tuttavia, la forma acida può essere convertita in questo tipo.
Questo normalmente non sarebbe un problema se non che lo studio mostra che la forma del lattone può interferire con la funzione dei mitocondri – le centrali elettriche all’interno delle cellule che producono ATP, la «valuta» cellulare dell’energia.
Utilizzando le cellule muscolari di topi, il team ha dimostrato che le statine nella forma del lattone sono circa tre volte più potenti nel danneggiare i mitocondri rispetto a quelle nella forma acida.
Hanno confermato questo risultato in cellule prelevate da biopsie muscolari di pazienti con effetti collaterali indotti da statine.
Hanno mostrato che le cellule dei pazienti avevano una produzione di ATP ridotta rispetto a quelle ottenute da controlli sani. La forma di lattone delle statine sembra ridurre l’attività in una struttura proteica nota come «complesso III».
Il prof. Russel sottolinea che sono necessari ulteriori studi indipendenti per esaminare gli effetti della diversa funzione mitocondriale delle statine e per confermare se il meccanismo identificato possa essere un indicatore utile per prevedere quali pazienti potrebbero avere effetti collaterali dovuti all’uso di statine. Inoltre, aggiunge che:
«Le differenze interindividuali nella conversione enzimatica dell’acido nella forma lattone potrebbero spiegare le variazioni tra i pazienti in suscettibilità al dolore muscolare indotto da statine».
Lui e i suoi colleghi credono che le loro scoperte porteranno a nuove classi di farmaci per abbassare il colesterolo senza gli effetti muscolari indesiderati.
Nel loro studio, il team ha anche scoperto che potevano ridurre la capacità del lattone di interferire con la funzione mitocondriale, suggerendo che ci sono modi per prevenire o invertire gli effetti collaterali delle statine.
Il team sta attualmente perseguendo entrambe le opportunità.
Nel frattempo, recentemente sono emerse nuove ricerche che suggeriscono che le statine siano utilizzate da americani molto anziani «senza alcuna prova dai test».
I ricercatori notano che, nonostante la mancanza di una chiara raccomandazione per l’uso delle statine negli anziani, nell’ultimo decennio circa c’è stato un aumento nell’uso dei farmaci che abbassano il colesterolo tra gli ultraottantenni.
Nuove Prospettive per il Futuro
Le recenti scoperte offrono non solo una comprensione più profonda del meccanismo alla base degli effetti collaterali delle statine, ma aprono anche la strada a terapie più mirate. L’esplorazione di alternative alle statine e la creazione di farmaci che possano abbattere il colesterolo senza compromettere la salute muscolare rappresentano un obiettivo cruciale per la comunità scientifica.
Inoltre, la ricerca futura dovrà concentrarsi su come le variabili genetiche e ambientali influenzano la risposta individuale alle statine, per migliorare la personalizzazione delle terapie e ridurre il rischio di effetti collaterali. Le informazioni che emergeranno da questi studi potrebbero cambiare radicalmente la gestione del colesterolo e la salute cardiovascolare, specialmente per le popolazioni vulnerabili come gli anziani.