Batteri Intestinali e Cancro al Fegato: Nuove Scoperte Scientifiche

Gli scienziati hanno recentemente scoperto che i batteri intestinali giocano un ruolo cruciale nella regolazione della crescita del cancro nel fegato attraverso un meccanismo fino ad ora sconosciuto.

Raffigurazione dell'intestino umano con batteri e cellule immunitarie

Attraverso studi condotti su modelli murini, si è evidenziato che i batteri intestinali possono modulare la risposta immunitaria del fegato, sia nei tumori primari che in quelli metastatici.

Sebbene ricerche precedenti avessero già dimostrato che le vaste colonie di batteri che abitano l’intestino possono influenzare il comportamento del sistema immunitario nei confronti del cancro, non era chiaro come ciò avvenisse specificamente nel fegato.

Il nuovo studio rivela che una particolare specie di batteri presente nell’intestino può inibire l’attività antitumorale nel fegato modificando gli acidi biliari.

Un rapporto dettagliato su questa ricerca, guidata dal National Cancer Institute (NCI) presso i National Institutes of Health (NIH) a Bethesda, MD, è stato pubblicato in una rivista scientifica di rilievo.

Queste scoperte non solo forniscono nuove informazioni sullo sviluppo del cancro al fegato, ma sollevano anche interrogativi su come la riduzione di specifici microbi possa rafforzare la capacità del sistema immunitario di combattere il cancro.

Microbi dell’intestino e Cancro al Fegato

Il tratto digestivo umano è popolato da una «comunità complessa e dinamica» di microbi, nota come microbiota intestinale.

Queste vaste colonie di batteri e microrganismi influenzano profondamente la salute e le malattie umane; supportano il sistema immunitario nella lotta contro i patogeni e sono essenziali per la digestione e il metabolismo. Nel fegato, per esempio, contribuiscono a regolare la produzione di acidi biliari.

Alterazioni nella composizione del microbiota intestinale sono state associate allo sviluppo di numerose infezioni e malattie infiammatorie, comprese quelle che colpiscono il fegato.

Esistono due categorie di tumori che possono svilupparsi nel fegato: i tumori primari e quelli secondari. I tumori primari originano direttamente dal fegato.

I tumori secondari – o metastasi epatiche – derivano invece da neoplasie che si sviluppano in altre parti del corpo, come ad esempio il colon.

I ricercatori sottolineano che il cancro del fegato, sia primario che metastatico, «è una delle principali cause di morte correlata al cancro negli Stati Uniti».

Il Fegato e l’Intestino: Un Contatto Intimo

Nel loro studio, i ricercatori evidenziano che il fegato «dialoga intimamente con l’intestino» e viene continuamente esposto ai sottoprodotti dei batteri intestinali attraverso il flusso sanguigno dall’intestino. Infatti, il sangue proveniente dall’intestino rappresenta circa il 70% del flusso sanguigno del fegato.

Tenendo conto di questo, insieme al fatto che il microbiota intestinale può influenzare la funzione immunitaria del fegato e partecipare alla produzione di acidi biliari, i ricercatori hanno deciso di indagare come questi fattori interagiscano per influenzare la crescita dei tumori epatici.

Dopo aver eseguito esperimenti su modelli murini affetti da cancro al fegato, hanno scoperto che il trattamento con antibiotici non solo riduceva il numero di batteri intestinali, ma portava anche a una diminuzione delle dimensioni dei tumori.

Hanno inoltre osservato che questi effetti coincidevano con un aumento del numero di cellule killer naturali (NKC) nel fegato. Le NKC sono note per essere potenti distruttrici delle cellule tumorali.

Ulteriori analisi hanno dimostrato che l’aumento delle NKC era legato agli antibiotici che stimolavano l’espressione di una proteina cellulare chiamata CXCL16, la quale attira le NKC. Le cellule che esprimono questa proteina formano il tessuto endoteliale che riveste i vasi sanguigni nel fegato.

«Ci siamo chiesti», afferma il Dr. Tim F. Greten, corrispondente dello studio presso il Centro per la ricerca sul cancro dell’NCI, «perché i topi trattati con antibiotici presentano una maggiore produzione di CXCL16 in queste cellule endoteliali?»

Il «punto critico» dello studio è emerso quando hanno scoperto che «gli acidi biliari possono regolare l’espressione di CXCL16».

Il Dr. Greten e i suoi colleghi hanno poi constatato che, trattando i topi con acidi biliari, era possibile «modificare il numero di cellule NKT nel fegato e, di conseguenza, il numero di tumori epatici».

Diffusione del Cancro: Nuove Prospettive

Un’ultima serie di esperimenti ha rivelato che un genere di batteri presente sia negli esseri umani che nei topi gioca un ruolo fondamentale in questa dinamica.

Un risultato particolarmente interessante è stato che questo genere di batteri influisce sulla quantità di CXCL16 nel fegato, poiché la bile ricicla tra l’intestino e il fegato.

L’aumento della quantità di questi batteri nell’intestino non solo riduce i livelli di NKC nel fegato, ma promuove anche la diffusione del cancro nei topi, come osservato dagli autori.

In un articolo di approfondimento, i Drs. Nadine Hartmann e Mitchell Kronenberg, dell’Istituto di La Jolla per l’allergia e l’immunologia in California, richiamano i punti salienti dello studio e sottolineano che «come nella maggior parte dei sistemi biologici, la funzione della bile ha diverse sfaccettature».

Paradossalmente, non solo la bile supporta il sistema digestivo nell’emulsionare i grassi e assorbire i lipidi alimentari, ma, dopo la modifica del microbioma, gli acidi biliari secondari alterano la funzione immunitaria, favorendo il cancro al fegato e le metastasi epatiche.

«Questo studio rappresenta un ottimo esempio di come le scoperte della ricerca di base possano fornire nuove intuizioni sul cancro e sui potenziali trattamenti», conclude il Dr. Tim F. Greten.

Nuove Scoperte per il 2024

Recenti ricerche del 2024 hanno ulteriormente approfondito l’interazione tra microbiota intestinale e cancro al fegato, evidenziando come specifiche modifiche nella dieta possano influenzare positivamente la composizione del microbioma, portando a una riduzione del rischio di sviluppare tumori epatici. Studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di probiotici e prebiotici, associata a una dieta ricca di fibre, può migliorare la risposta immunitaria e ridurre l’infiammazione epatica.

Inoltre, nuove tecnologie di sequenziamento del DNA stanno permettendo di identificare con maggiore precisione le specie batteriche coinvolte nella modulazione della risposta immunitaria. Questi progressi potrebbero aprire la strada a terapie mirate che sfruttano il microbiota per combattere il cancro al fegato.

Infine, l’analisi dei metaboliti prodotti dai batteri intestinali sta rivelando come questi composti possano influenzare l’ambiente tumorale, suggerendo strategie innovative per l’intervento terapeutico. Questa nuova direzione nella ricerca potrebbe trasformare il modo in cui affrontiamo la prevenzione e il trattamento del cancro al fegato.

ITMedBook