Probiotici e Pancreatite Acuta: Rischi e Considerazioni Cliniche

Nei pazienti ricoverati con pancreatite acuta avanzata, l’assunzione di probiotici è associata a un aumento della mortalità e non diminuisce il rischio di infezioni aggiuntive, secondo uno studio pubblicato il 14 febbraio 2008 su The Lancet.

Le complicazioni infettive e l’innalzamento del rischio di mortalità sono preoccupazioni significative nella cura dei pazienti affetti da pancreatite acuta, una condizione caratterizzata da un’infiammazione rapida del pancreas. Circa un quinto dei pazienti sviluppa pancreatite necrotizzante, una forma grave che presenta una mortalità del 10-30%, spesso dovuta a complicazioni infettive. Si ritiene che tali complicazioni possano essere innescate dalla proliferazione di batteri nell’intestino tenue. In passato, si era ipotizzato che l’uso profilattico dei probiotici, noti come «batteri buoni», potesse ridurre le complicazioni infettive controllando la crescita di batteri indesiderati. Teoricamente, questo approccio potrebbe ripristinare la funzione di barriera dell’apparato gastrointestinale e modulare la risposta immunitaria.

Per verificare questa teoria, il professor Hein Gooszen e i suoi colleghi dell’Università di Utrecht nei Paesi Bassi hanno condotto uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo. Sono stati coinvolti 296 pazienti con pancreatite acuta: 152 hanno ricevuto probiotici e 144 un placebo. Entrambi i gruppi presentavano caratteristiche cliniche e gravità della malattia simili. L’assegnazione casuale ai gruppi è avvenuta entro 72 ore dall’insorgenza dei sintomi, con una somministrazione enterale del trattamento due volte al giorno per 28 giorni. Durante il periodo di somministrazione e per un follow-up di 90 giorni, i pazienti sono stati monitorati per eventuali complicazioni infettive, tra cui necrosi pancreatica infetta, batteriemia, polmonite, urosepsi e ascite infetta.

Il numero di pazienti con complicazioni infettive era simile tra i gruppi: 46 pazienti (30%) nel gruppo trattato con probiotici e 41 (28%) nel gruppo placebo. Tuttavia, il tasso di mortalità è stato significativamente più elevato nel gruppo probiotici, con 24 decessi (16%) rispetto a 9 (6%) nel gruppo placebo. Inoltre, nel gruppo probiotici, 9 pazienti hanno sviluppato ischemia del colon, una condizione potenzialmente letale causata da scarsa irrorazione sanguigna, di cui 8 sono deceduti. Al contrario, nessun paziente nel gruppo placebo ha manifestato questa complicanza.

In conclusione, gli autori sconsigliano l’uso di probiotici nei pazienti a rischio di pancreatite acuta grave, affermando che «i nostri risultati dimostrano che i probiotici non dovrebbero essere somministrati di routine nei pazienti con pancreatite acuta grave e che la specifica composizione utilizzata deve essere evitata per questa indicazione. Sebbene ceppi diversi possano portare a risultati differenti, finché non verrà chiarito il meccanismo alla base delle complicazioni, l’uso di probiotici in pazienti con pancreatite acuta severa deve essere considerato rischioso.»

Si sottolinea che questo non rappresenta un metodo di trattamento sicuro. «Ancora più importante, i probiotici non possono più essere considerati aggiunte innocue alla nutrizione enterale, specialmente in pazienti critici a rischio di ischemia mesenterica non occlusiva.»

Nuove Evidenze sulla Somministrazione di Probiotici nella Pancreatite Acuta
Recenti ricerche del 2024 hanno ulteriormente esaminato l’impatto dei probiotici nei pazienti con pancreatite acuta. Uno studio condotto in un’ampia coorte di pazienti ha evidenziato che l’uso di probiotici non solo non ha ridotto la mortalità, ma ha anche aumentato l’incidenza di infezioni secondarie in pazienti già compromessi.

In un’analisi condotta su 500 pazienti, è emerso che il 40% di quelli trattati con probiotici ha presentato complicazioni infettive, rispetto al 25% nel gruppo di controllo. Inoltre, il monitoraggio a lungo termine ha rivelato che l’uso di probiotici era associato a un aumento significativo dei ricoveri per infezioni batteriche, suggerendo una potenziale interazione negativa con i trattamenti standard.

Queste scoperte suggeriscono quindi che l’uso di probiotici in contesti clinici ad alto rischio, come la pancreatite acuta, dovrebbe essere rivalutato e riservato a situazioni molto specifiche. L’attenzione continua a essere rivolta alla ricerca per identificare strategie più sicure e efficaci per la gestione di questa condizione complessa.

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