Un recente studio ha esaminato se vitamine e integratori minerali potrebbero alleviare i sintomi di ADHD, producendo risultati incoraggianti che meritano la nostra attenzione.
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) si manifesta attraverso iperattività, difficoltà di attenzione e impulsività. Si stima che colpisca circa il 5% dei bambini negli Stati Uniti, sebbene le cifre possano variare.
L’ADHD non solo aumenta la probabilità che un bambino affronti difficoltà scolastiche, ma può anche predisporre a problemi di dipendenza e disturbi psichiatrici in età adulta.
Esistono farmaci che possono mitigare alcuni sintomi dell’ADHD, ma spesso presentano effetti collaterali significativi e non è chiaro se apportino benefici a lungo termine.
Dieta e ADHD: qual è la connessione?
Negli ultimi anni, l’interesse per il ruolo della dieta nell’ADHD è cresciuto. Uno studio recente ha evidenziato che «[una] dieta in stile occidentale può essere associata all’ADHD».
In modo analogo, gli autori di una ricerca sui potenziali benefici della dieta mediterranea sull’ADHD hanno sottolineato: «I nostri dati supportano l’idea che non solo nutrienti specifici, ma anche l’intera dieta devono essere considerati nell’ADHD».
Un altro gruppo di ricerca ha studiato la relazione tra vitamine e ADHD nei giovani adulti, scoprendo che concentrazioni più basse di B-2, B-6 e B-9 erano correlate all’ADHD e che B-2 e B-6 erano legate alla gravità dei sintomi.
Tradizionalmente, gli studi sulla relazione tra micronutrienti e ADHD si sono concentrati su singoli nutrienti. Questo approccio, pur essendo valido in molte ricerche scientifiche, potrebbe non considerare l’interazione tra diversi micronutrienti, fondamentale per il corretto funzionamento del nostro corpo.
Per il recente studio condotto da Julia Rucklidge e i suoi colleghi dell’Università di Canterbury in Nuova Zelanda, è stata utilizzata una combinazione di Daily Essential Nutrients (DEN), contenente 13 vitamine, 17 minerali e quattro aminoacidi. Questo è stato il primo studio clinico randomizzato e in doppio cieco su bambini con ADHD che non assumevano farmaci.
Nel complesso, 93 bambini di età compresa tra 7 e 12 anni hanno partecipato allo studio. Circa la metà ha ricevuto DEN, mentre l’altra metà ha ricevuto un placebo per un periodo di 10 settimane. I risultati sono stati pubblicati all’inizio di questo mese.
Durante tutta la durata dello studio, i ricercatori hanno raccolto dati da medici, genitori, insegnanti e dai partecipanti stessi, misurando sintomi di ADHD, funzionamento generale, compromissioni, livelli di aggressività, umore e regolazione emotiva.
L’impatto dei micronutrienti
Secondo le valutazioni dei medici, il 47% dei partecipanti che assumevano i micronutrienti ha riportato miglioramenti «molto» o «significativi». Questo è confrontato con il 28% nel gruppo placebo. Nessuno nel gruppo placebo ha evidenziato un miglioramento «molto», rispetto all’11% di chi riceveva DEN.
Inoltre, il 32% dei partecipanti che hanno ricevuto micronutrienti ha mostrato miglioramenti nell’attenzione, rispetto al 9% del gruppo placebo. Tuttavia, non sono state riscontrate differenze significative nei livelli di iperattività o impulsività.
I micronutrienti hanno dimostrato di migliorare il controllo emotivo dei partecipanti, l’aggressività e il funzionamento generale, come evidenziato da medici, genitori e insegnanti. Gli autori hanno notato un particolare miglioramento per quanto riguarda l’umore:
«Il doppio dei bambini entrati nel trial con grave disregolazione dell’umore e randomizzati ai micronutrienti ha mostrato un miglioramento clinicamente significativo della disregolazione emotiva rispetto al placebo (41% contro 20%)».
Sebbene si sottolinei che il «beneficio diretto per i sintomi di ADHD di base è stato modesto, con risultati misti su tutti i valutatori», è evidente che l’intervento ha avuto poche reazioni avverse, è relativamente economico e ha portato a miglioramenti in diverse aree dell’ADHD in sole 10 settimane, il che suggerisce la necessità di ulteriori ricerche.
Questa non è la prima volta che gli integratori vitaminici e minerali si rivelano efficaci nell’influenzare positivamente l’ADHD. È fondamentale proseguire con studi più approfonditi. Sebbene l’ADHD rappresenti una sfida complessa, questo approccio relativamente semplice potrebbe rivelarsi promettente.
Nuove Prospettive e Ricerche Recenti
Nel 2024, nuove ricerche continuano a esplorare la relazione tra micronutrienti e ADHD. Studi recenti hanno suggerito che l’integrazione di omega-3 con micronutrienti potrebbe ulteriormente migliorare i risultati nei bambini con ADHD. Un’analisi condotta su un campione ampio ha mostrato che i bambini che assumevano una combinazione di micronutrienti e omega-3 presentavano una riduzione significativa dei sintomi di impulsività e miglioramenti nella funzione cognitiva.
Inoltre, la correlazione tra carenze nutrizionali e l’incidenza di ADHD è diventata un punto focale per la ricerca. I dati suggeriscono che una dieta ricca di antiossidanti e acidi grassi essenziali può non solo prevenire, ma anche alleviare i sintomi dell’ADHD. Questo è particolarmente rilevante per le popolazioni a rischio che possono avere accesso limitato a cibi nutrienti.
In conclusione, l’interesse per i micronutrienti come potenziale terapia per l’ADHD sta crescendo, supportato da evidenze scientifiche sempre più robuste. È fondamentale continuare a investire in questa ricerca per capire meglio come questi nutrienti possano influenzare la salute mentale e il comportamento nei bambini, aprendo la strada a trattamenti più efficaci e accessibili.