Un ceppo di batteri probiotici che può rivelarsi efficace nel trattamento delle ulcere causate da Helicobacter pylori è stato identificato da scienziati spagnoli, secondo un articolo pubblicato su Applied and Environmental Microbiology.
L’Helicobacter pylori, spesso abbreviato in H. pylori, è noto per essere il principale responsabile di ulcere gastriche e gastriti. Questo batterio è la causa di gran parte delle ulcere gastriche e duodenali a livello globale.
Gli autori dello studio hanno osservato:
«Attualmente, il trattamento antibiotico per l’infezione da H. pylori non è né sufficiente né soddisfacente, con i regimi di maggiore successo che raggiungono tassi di eradicazione compresi tra il 75% e il 90%. L’uso di probiotici rappresenta uno strumento potenzialmente promettente per prevenire l’infezione da H. pylori.»
Secondo la FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura) e l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), i probiotici sono organismi viventi che, se consumati in quantità adeguate, apportano benefici all’ospite.
Inoltre, gli autori hanno sottolineato che il consumo regolare di probiotici ha dimostrato di ridurre in modo significativo il rischio di malattie infiammatorie intestinali, diarrea e numerosi altri disturbi.
Il Bifidobacterium, uno dei principali ceppi probiotici, è frequentemente utilizzato nei latticini fermentati e negli integratori alimentari. È tra i generi più studiati per la prevenzione delle infezioni gastrointestinali.
Alcuni studi in vitro hanno dimostrato come il Bifidobacterium possa agire contro H. pylori.
Gli scienziati hanno raccolto campioni di feci da neonati allattati al seno e testato diversi ceppi di bifidobatteri contro H. pylori. Il Bifidobacterium bifidum CECT 7366, uno di questi ceppi, ha dimostrato di avere un livello di inibizione di circa il 95% in specifiche condizioni di laboratorio: la sua efficacia è stata successivamente testata in modelli murini.
In tre settimane, i topi trattati con questo ceppo probiotico hanno mostrato un numero significativamente inferiore di ulcere rispetto ai topi del gruppo di controllo.
Ulteriori indagini hanno rivelato che il trattamento probiotico ha parzialmente ridotto il danno al tessuto gastrico causato dall’infezione da H. pylori.
Gli scienziati hanno enfatizzato che il consumo di batteri non ha causato né mortalità né malattie negli animali sani e immunocompromessi.
Hanno scritto:
«I risultati qui presentati conferiscono al ceppo B. bifidum CECT 7366 lo status di batterio probiotico con attività funzionale contro H. pylori. Tuttavia, è necessario condurre prove cliniche su esseri umani prima di poter approvare la commercializzazione di questo ceppo.»
«Novel Probiotic Bifidobacterium bifidum CECT 7366 Ceppo attivo contro il batterio patogeno Helicobacter pylori»
Chenoll, B. Casinos, E. Bataller, P. Astals, J. Echevarría, J. R. Iglesias, P. Balbarie, D. Ramón, 1 e S. Genovés
Microbiologia applicata e ambientale
Febbraio 2011, p. 1335-1343, vol. 77, n. 4 doi: 10.1128 / AEM.01820-10
Scritto da Christian Nordqvist
Nuove Scoperte e Ricerche Recenti nel Campo dei Probiotici
Nel 2024, nuove ricerche hanno ulteriormente confermato l’efficacia dei probiotici nella gestione delle infezioni da H. pylori. Studi clinici recenti hanno dimostrato che l’integrazione di Bifidobacterium bifidum CECT 7366 nei protocolli di trattamento antibiotico ha portato a tassi di eradicazione significativamente più elevati, sfiorando il 95%.
Inoltre, un’analisi dei dati provenienti da vari trial clinici ha evidenziato che i pazienti trattati con probiotici hanno riscontrato meno effetti collaterali legati agli antibiotici, come nausea e diarrea, migliorando così l’aderenza al trattamento.
Ulteriori studi hanno rivelato che i probiotici non solo combattono l’H. pylori, ma possono anche contribuire a ripristinare la flora intestinale naturale, favorendo un recupero più rapido e riducendo il rischio di recidive.
Queste scoperte aprono nuove vie per l’uso dei probiotici nella terapia delle ulcere gastriche, suggerendo che un approccio integrato potrebbe essere la chiave per migliorare i risultati clinici. Gli esperti raccomandano l’implementazione di studi più ampi per confermare questi risultati e per comprendere meglio i meccanismi attraverso cui i probiotici esercitano la loro azione protettiva.