Il Ruolo Del Colesterolo Nella Malattia Di Alzheimer

Un nuovo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Cambridge nel Regno Unito, conclude che il colesterolo può svolgere un ruolo significativo nello sviluppo della malattia di Alzheimer.

Accumulo di colesterolo nelle arterie

Il colesterolo è una sostanza cerosa che può accumularsi sulle pareti delle arterie, causando potenzialmente problemi di salute.

Circa 71 milioni di persone negli Stati Uniti vivono con alti livelli di lipoproteine ​​a bassa densità (LDL) o «colesterolo cattivo».

È più comunemente implicato come fattore che contribuisce in condizioni cardiovascolari come malattie cardiache e ictus, ma il colesterolo è anche uno dei principali costituenti della parete cellulare.

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista, suggerisce che questo colesterolo potrebbe anche fungere da catalizzatore per i cluster di una proteina chiamata beta-amiloide a formare nel cervello.

L’amiloide-beta è ben nota per essere un fattore chiave per il morbo di Alzheimer, che attualmente colpisce circa 5,4 milioni di persone negli Stati Uniti. Quando gli aggregati di beta-amiloidi si formano, si trasformano in placche tossiche per la funzione cerebrale e uccidono le cellule cerebrali.

Tuttavia, gli scienziati hanno lottato per identificare in che modo i cluster di beta-amiloide si formano in primo luogo.

Il colesterolo accelera l’aggregazione

Quello che gli scienziati sanno è che le molecole di beta-amiloide normalmente non si uniscono nel cervello perché sono presenti solo a livelli bassi e sono diffuse attraverso il cervello.

Il team di Cambridge ha collaborato con i ricercatori dell’Università di Lund, in Svezia, per studiare come la beta-amiloide riesca a formare ammassi nella malattia di Alzheimer.

Hanno rivelato che l’amiloide-beta può attaccarsi ai lipidi, un tipo di molecola insolubile che include grassi, steroidi, fosfolipidi e cere. In particolare, è stato riscontrato che l’amiloide-beta aderisce molto bene alle membrane delle cellule lipidiche contenenti colesterolo.

Quindi, una volta che le molecole di beta-amiloide si attaccano alle membrane delle cellule lipidiche contenenti colesterolo, in prossimità di altre molecole di beta-amiloide, c’è una maggiore possibilità che queste molecole si incontrino, causando la formazione di cluster.

Il team calcola che la presenza di colesterolo ha causato la formazione di cluster di beta-amiloide 20 volte più velocemente di quanto sarebbe avvenuto altrimenti.

Mangiare meno colesterolo ridurrà il rischio?

Studi precedenti hanno mappato un legame tra il colesterolo e l’Alzheimer; per esempio, gli scienziati sanno che alcuni degli stessi geni che processano il colesterolo nel cervello sono anche implicati nell’Alzheimer. Tuttavia, non è chiaro in che modo siano collegati.

Gli autori dello studio recente non sono certi se il colesterolo alimentare abbia un ruolo nell’Alzheimer, poiché questo tipo di colesterolo non attraversa il cervello dal flusso sanguigno.

Quindi, anche se è generalmente consigliabile mantenere una dieta equilibrata senza troppo colesterolo, la quantità di colesterolo consumata nella dieta non è considerata un problema per quanto riguarda il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.

Infatti, il coautore dello studio, il prof. Michele Vendruscolo – del Center for Misfolding Diseases dell’Università di Cambridge – afferma che non è il colesterolo in sé il problema.

«La domanda per noi ora», dice, «non è come eliminare il colesterolo dal cervello, ma come controllare il ruolo del colesterolo nella malattia di Alzheimer attraverso la regolazione della sua interazione con la beta-amiloide. Non stiamo dicendo che il colesterolo è l’unico fattore scatenante per il processo di aggregazione, ma è certamente uno di questi.»

Il Prof. Vendruscolo spiega che il colesterolo viene trasportato nell’organismo da appositi «carrier proteici» come ApoE, che, nella sua forma mutata, è stato anche studiato come un fattore di rischio per l’Alzheimer.

Nelle persone anziane, i portatori di proteine sono meno efficaci, interrompendo il movimento del colesterolo nel corpo. Quindi, potrebbe essere possibile per gli scienziati in futuro progettare farmaci mirati a questo processo, aiutando a controllare l’equilibrio di colesterolo e beta-amiloide nel cervello.

«Questo lavoro ci ha aiutato a restringere una domanda specifica nel campo della ricerca sull’Alzheimer», conclude il Prof. Vendruscolo.

«Ora dobbiamo capire in modo più dettagliato come viene mantenuto l’equilibrio del colesterolo nel cervello al fine di trovare modi per inattivare un fattore scatenante dell’aggregazione beta-amiloide.»

Nuove Prospettive e Ricerche Recenti

Le nuove scoperte sul colesterolo e l’Alzheimer stanno stimolando un rinnovato interesse nella comunità scientifica. Recenti studi suggeriscono che il monitoraggio dei livelli di colesterolo potrebbe diventare parte di una strategia preventiva per l’Alzheimer. Un’analisi condotta su un campione di pazienti ha dimostrato che coloro che presentavano livelli elevati di colesterolo LDL avevano una probabilità significativamente maggiore di sviluppare forme precoci della malattia.

Inoltre, ricerca recente ha evidenziato come la modifica dello stile di vita, inclusa una dieta povera di grassi saturi e ricca di acidi grassi omega-3, possa contribuire a mantenere un equilibrio salutare del colesterolo e, potenzialmente, ridurre il rischio di Alzheimer. È fondamentale che i professionisti della salute informino i pazienti sui benefici di tali cambiamenti e sull’importanza della prevenzione.

Infine, la ricerca futura si concentrerà sulla comprensione dei meccanismi molecolari alla base dell’interazione tra colesterolo e beta-amiloide, con la speranza di sviluppare terapie innovative che possano intervenire in questo processo. La lotta contro l’Alzheimer è una sfida complessa, ma con ogni nuova scoperta, ci avviciniamo a possibili soluzioni.

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