Non sei un amante del cibo indiano? Un nuovo studio potrebbe farti cambiare idea. I ricercatori hanno scoperto che un composto presente nella curcuma – la spezia che dà al curry il suo caratteristico colore dorato – potrebbe aiutare a migliorare sia l’umore che la memoria degli anziani.
La curcuma è conosciuta per i suoi molteplici benefici per la salute. Studi recenti hanno suggerito che essa potrebbe avere un ruolo nel trattamento di malattie gravi come il cancro al pancreas e l’ictus, oltre ad essere studiata per gli effetti positivi sul morbo di Alzheimer.
Il segreto della curcuma risiede in un composto chiamato curcumina, noto per le sue potenti proprietà antiossidanti, che combattono i danni provocati dai radicali liberi. Non solo, la curcumina ha anche forti effetti anti-infiammatori, rendendola un alleato prezioso per la salute cerebrale.
Un recente studio, pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica, ha fornito nuove evidenze sul potenziale protettivo della curcumina per il cervello.
Il dottor Gary Small, primo autore dello studio e ricercatore presso il Longevity Center dell’Università della California, Los Angeles, ha condotto un’indagine su 40 adulti di età compresa tra 51 e 84 anni, tutti con lievi problemi di memoria.
Per un periodo di 18 mesi, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi. Un gruppo ha ricevuto 90 milligrammi di curcumina due volte al giorno, mentre l’altro gruppo ha assunto un placebo.
La curcumina utilizzata nello studio era una forma biodisponibile chiamata Theracurmin, descritta dai ricercatori come una «curcumina con maggiore capacità di penetrazione dell’endotelio intestinale».
La curcumina e i suoi Benefici Cognitivi
All’inizio dello studio, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a test cognitivi standard, ripetuti ogni sei mesi fino alla conclusione dello studio.
Inoltre, 30 dei soggetti – 15 dei quali assumevano curcumina – hanno effettuato scansioni con tomografia a emissione di positroni (PET) all’inizio e alla fine dello studio.
Queste scansioni erano destinate a misurare i livelli di beta-amiloide e tau, proteine che sono considerate indicatori precoci del morbo di Alzheimer. La ricerca ha dimostrato che un aumento di queste proteine può manifestarsi fino a 15 anni prima della comparsa dei sintomi clinici, suggerendo che possano fungere da segnali premonitori della malattia.
I risultati hanno rivelato che i partecipanti che assumevano la curcumina due volte al giorno hanno mostrato un miglioramento del 28% nei test di memoria, mentre quelli che hanno ricevuto il placebo non hanno evidenziato miglioramenti significativi.
In aggiunta, i soggetti trattati con curcumina hanno riportato lievi miglioramenti dell’umore, a differenza del gruppo placebo.
I partecipanti che assumevano la curcumina hanno anche presentato livelli più bassi di beta-amiloide e tau nelle aree cerebrali dell’ipotalamo e dell’amigdala, regioni cruciali per la memoria e le emozioni.
«Questi risultati suggeriscono che l’assunzione di questa forma relativamente sicura di curcumina potrebbe fornire benefici cognitivi significativi nel lungo termine», ha affermato il Dr. Gary Small.
Gli effetti collaterali associati all’assunzione di curcumina erano lievi; quattro partecipanti hanno riportato dolore addominale e altri sintomi gastrointestinali, riscontrati anche in due individui del gruppo placebo. Un soggetto ha riferito una «temporanea sensazione di calore e pressione al petto».
Il Dr. Small e il suo team stanno preparando uno studio di follow-up che coinvolgerà un numero maggiore di partecipanti, comprese persone con depressione lieve e individui con predisposizione genetica al morbo di Alzheimer.
L’obiettivo di questa ricerca sarà quello di determinare se fattori quali l’età, la gravità dei problemi cognitivi e la presenza di geni correlati al morbo di Alzheimer possano influenzare gli effetti della curcumina su umore e memoria.
Nuove Ricerche e Prospettive Future
Nell’ottica di approfondire ulteriormente questi risultati, sono in corso studi che mirano a esplorare la sinergia della curcumina con altre sostanze naturali, come i flavonoidi e gli acidi grassi omega-3, che potrebbero potenziare ulteriormente i suoi effetti positivi. Altri progetti di ricerca si concentrano sulla formulazione di integratori di curcumina più efficaci, che ne migliorino l’assorbimento e la biodisponibilità, aprendo la strada a nuove opportunità terapeutiche per le persone anziane e non solo.
In conclusione, la curcuma non è solo un ingrediente della cucina orientale, ma un potenziale rimedio naturale per migliorare la salute cognitiva e l’umore, che merita di essere considerato nella dieta quotidiana e nella ricerca clinica futura.