Funghi Magici: Nuove Scoperte sul Trattamento della Depressione

I ricercatori hanno scoperto che il composto psicoattivo presente nei funghi può rappresentare una valida opzione terapeutica per i pazienti affetti da depressione grave che non rispondono alle tradizionali terapie. Questo approccio innovativo sta guadagnando attenzione nel campo della psichiatria.

Funghi Magici: Potenziale terapeutico nella depressione

Il professor David Nutt, direttore dell’unità di Neuropsychopharmacology nella divisione di Brain Sciences presso l’Imperial College di Londra, è l’autore principale del documento di studio, che ha sollevato molteplici interrogativi e opportunità sul ruolo degli psichedelici nella cura della depressione.

La ricerca è stata condotta dal primo autore, Dr. Robin Carhart-Harris, a capo della ricerca psichedelica presso l’ICL. Le scoperte sono state pubblicate su una rivista di prestigio, confermando l’importanza del tema.

Il Dr. Carhart-Harris e i suoi colleghi hanno esaminato l’effetto della psilocibina, un composto psichedelico che attiva i recettori cerebrali della serotonina, comunemente noto come l’ormone della «felicità». Lo studio ha coinvolto 19 pazienti per i quali le terapie convenzionali non avevano dato risultati apprezzabili.

Come spiega il Dr. Carhart-Harris, lo studio ha mostrato «per la prima volta chiari cambiamenti nell’attività cerebrale nelle persone depresse trattate con psilocibina dopo aver fallito i trattamenti tradizionali».

La psilocibina mostra benefici duraturi

I ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale per analizzare l’attività cerebrale di questi pazienti sia prima che dopo il trattamento con psilocibina.

A tutti i partecipanti era stata diagnosticata una depressione «resistente al trattamento». Durante la ricerca, hanno ricevuto una dose di 10 milligrammi di psilocibina e un’altra dose di 25 milligrammi la settimana successiva. Inoltre, ai partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario clinico per riportare la loro esperienza.

Dopo una settimana dal trattamento, tutti i 19 pazienti hanno mostrato una significativa riduzione dei sintomi depressivi. Dopo cinque settimane, 12 dei 19 pazienti hanno mostrato benefici duraturi e sono stati pertanto considerati «sensibili» al trattamento.

Le analisi del flusso sanguigno cerebrale eseguite dai ricercatori hanno rivelato una diminuzione dell’attività nella corteccia temporale, inclusa l’amigdala, nota come il centro della paura del cervello, responsabile della nostra reazione «combatti o fuggi».

Questa diminuzione del flusso sanguigno nell’amigdala è stata correlata con una riduzione dei sintomi depressivi, mentre è stata osservata un’aumentata connettività funzionale a riposo nella «rete di modalità predefinita» del cervello, che è stata storicamente associata alla depressione.

Gli psichedelici possono «resettare» il cervello

I risultati suggeriscono un «meccanismo di ripristino», affermano gli autori, in cui le reti cerebrali vengono distaccate e ricomposte.

«Molti dei nostri pazienti», spiega il Dr. Carhart-Harris, «hanno descritto una sensazione di ‘reset’ dopo il trattamento, utilizzando spesso analogie con i computer. Un paziente ha detto di sentirsi come se il suo cervello fosse stato ‘deframmentato’, simile a un hard disk, mentre un altro ha riferito di essersi ‘riavviato'».

«La psilocibina potrebbe fornire a questi individui la necessaria ‘spinta’ per uscire dai loro stati depressivi, e i risultati dell’imaging supportano l’idea di un ‘reset'», continua il Dr. Carhart-Harris.

«Effetti cerebrali simili sono stati osservati anche con la terapia elettroconvulsiva», aggiunge.

«Grazie alla raccolta di dati di imaging, abbiamo potuto osservare gli effetti post-trattamento della psilocibina nel cervello di pazienti con depressione cronica», spiega il Dr. Carhart-Harris.

«Da quanto sappiamo dai vari studi di imaging cerebrale con sostanze psichedeliche e dalle esperienze raccontate dai pazienti, è possibile che queste sostanze ‘resettino’ le reti cerebrali associate alla depressione, consentendo una liberazione dallo stato depressivo».

Tuttavia, i ricercatori avvertono sui limiti del loro studio. La dimensione del campione era piccola, mancava un gruppo di controllo e sono state applicate correzioni multiple di test in modo selettivo.

Pertanto, gli autori suggeriscono che futuri studi dovrebbero «sfidare e sviluppare» i risultati di questa ricerca.

Il Dr. Nutt concorda, affermando: «Sono necessari studi più ampi per verificare se questo effetto positivo possa essere riprodotto in un numero maggiore di pazienti. Tuttavia, i risultati iniziali sono entusiasmanti e offrono una nuova via terapeutica da esplorare».

I ricercatori mettono in guardia anche contro l’auto-somministrazione di sostanze psichedeliche. Sottolineano l’importanza di un contesto terapeutico specifico per l’uso di composti psicoattivi a scopo di trattamento.

Nuove Ricerche e Prospettive nel 2024

Negli ultimi anni, l’interesse per gli psichedelici come la psilocibina è cresciuto notevolmente, portando a nuovi studi e sperimentazioni cliniche. Progetti di ricerca recenti hanno dimostrato che la psilocibina non solo migliora i sintomi depressivi, ma può anche favorire la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzarsi e formare nuove connessioni neuronali.

Studi recenti hanno evidenziato che i pazienti trattati con psilocibina mostrano una diminuzione marcata dei sintomi di ansia e depressione, con miglioramenti persistenti a lungo termine. Inoltre, la psilocibina si è dimostrata efficace anche in contesti di terapia assistita, dove viene utilizzata sotto la supervisione di professionisti della salute mentale, aumentando così la sicurezza e l’efficacia del trattamento.

Un’importante review del 2023 ha analizzato dati da oltre 30 studi clinici, confermando che l’uso della psilocibina potrebbe rappresentare una strategia promettente per il trattamento della depressione resistente. Questo approccio innovativo sta aprendo nuove strade nella psichiatria, dando speranza a coloro che non hanno trovato sollievo attraverso i trattamenti tradizionali.

In conclusione, la psilocibina mostra potenzialità significative nel trattamento della depressione, e con ulteriori ricerche e studi clinici, potremmo essere sulla soglia di una nuova era nella cura della salute mentale.

ITMedBook