Il lavaggio del pollo crudo può portare a una forma potenzialmente pericolosa di intossicazione alimentare causata da batteri, che si diffondono su mani, vestiti, utensili da cucina e superfici di lavoro, mentre le gocce d’acqua schizzano via la carne cruda. Ora, la Food Standards Agency del Regno Unito sta esortando le persone a smettere di lavare il pollo crudo nel tentativo di ridurre le circa 280.000 persone all’anno che si ammalano.
L’Agenzia per gli standard alimentari (FSA) sta emettendo il bando – come parte della Settimana della sicurezza alimentare – poiché le nuove figure mostrano che il 44% delle persone nel Regno Unito lavano il pollo prima di cucinarlo.
La FSA sta anche esortando i produttori di programmi televisivi a non mostrare la gente che lava il pollo. L’agenzia formula il motivo sotto forma di una lettera cofirmata dalle principali aziende alimentari.
Catherine Brown, amministratore delegato della FSA, afferma che le loro ricerche dimostrano che, in linea con le raccomandazioni sulla sicurezza alimentare, la maggior parte delle persone si preoccupa di lavarsi le mani dopo aver toccato il pollo crudo e di assicurarsi che sia ben cotto. Tuttavia, è pratica comune lavare il pollo crudo, che non è raccomandato.
«Ecco perché invitiamo le persone a smettere di lavare il pollo crudo e a sensibilizzare sui rischi di contaminazione incrociata», spiega.
La campagna dell’agenzia non si limita a sensibilizzare il pubblico sui rischi e su come evitarli, ma include anche collaborazioni con agricoltori e produttori per ridurre le infezioni nei polli da carne e la contaminazione negli uccelli macellati.
Il lavaggio del pollo crudo provoca una malattia infettiva chiamata campilobatteriosi, che porta a sintomi come diarrea (a volte insanguinata), nausea, vomito, dolore addominale, crampi e febbre entro 2-5 giorni dall’esposizione. È importante notare che alcune persone possono non manifestare alcun sintomo.
Nelle persone con un sistema immunitario compromesso, i batteri possono diffondersi nel flusso sanguigno, causando infezioni gravi e potenzialmente letali. I gruppi più a rischio includono i bambini sotto i 5 anni e gli anziani.
Complicazioni dell’Infezione
In alcuni casi, l’infezione può portare a sindrome del colon irritabile, artrite reattiva e sindrome di Guillain-Barré, una grave condizione del sistema nervoso. Nel seguente video, la cinquantasettenne Ann Edwards di Hertfordshire nel Regno Unito racconta come è stata contagiata nel 1997, sviluppando la sindrome di Guillain-Barré, che l’ha lasciata paralizzata dal petto in giù. Anche se non è più paralizzata, vive ancora oggi con le conseguenze: non ha movimento nelle dita dei piedi e cammina con un bastone.
Il campilobatterio è una delle cause più comuni di malattia da diarrea negli Stati Uniti. La rete di sorveglianza FoodNet dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) indica circa 14 casi diagnosticati ogni anno per 100.000 persone, anche se molti casi non vengono diagnosticati o segnalati.
Nel Regno Unito, è la causa più comune di intossicazione alimentare, colpendo circa 280.000 persone all’anno, l’80% delle quali a causa di pollame contaminato, secondo la FSA. L’agenzia stima che questo comporti costi per l’economia pari a centinaia di milioni di sterline, a causa dell’assenza dal lavoro e del carico sul servizio sanitario.
Il sondaggio FSA ha rivelato che la consapevolezza del pubblico riguardo ai rischi legati al lavaggio del pollo è molto più bassa rispetto ad altri tipi di intossicazione alimentare. Oltre il 90% degli intervistati aveva sentito parlare di salmonella, ma solo il 28% era a conoscenza del campilobatterio. Tra coloro che ne avevano sentito parlare, meno di un terzo sapeva che il pollame era la principale fonte di infezione.
Le motivazioni più citate per lavare il pollo includevano la rimozione dello sporco (36%), l’eliminazione dei germi (36%) e il fatto di averlo sempre fatto (33%).
Secondo il CDC, anche una sola goccia di succo di carne di pollo crudo contiene abbastanza batteri per infettare una persona.
Le persone possono essere infettate non solo dal lavaggio del pollo crudo, ma anche dall’utilizzo di taglieri non lavati o utensili usati per tagliare la carne cruda, quando questi vengono utilizzati anche per preparare verdure o altri cibi crudi o leggermente cotti.
Come parte della campagna di sensibilizzazione, la FSA fornisce una guida per gestire il pollo crudo. Nell’aprile 2013, ha riportato che, secondo un’analisi del gruppo di lavoro ambientale dei risultati dei test governativi, gran parte della carne americana è contaminata da batteri resistenti agli antibiotici. L’analisi ha rilevato che l’81% del tacchino grezzo, il 55% della carne macinata grezza e il 39% delle parti di pollo crudo risultavano infetti.
Nuove Raccomandazioni e Dati Recenti
Nel 2024, nuove ricerche hanno evidenziato l’importanza di tecniche di cottura adeguate per ridurre ulteriormente il rischio di intossicazione alimentare. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista *Food Safety*, il riscaldamento del pollo a temperature superiori a 75°C elimina praticamente i campilobatteri e altre patologie alimentari. Inoltre, è emerso che l’uso di termometri da cucina è fondamentale per garantire che il pollo sia cotto in modo sicuro, riducendo il numero di infezioni alimentari ogni anno.
Studi recenti hanno anche dimostrato che l’adozione di pratiche di igiene alimentare, come la pulizia regolare delle superfici di lavoro e l’uso di utensili separati per carne e verdure, può ridurre il rischio di contaminazione incrociata fino al 50%. Queste misure preventive sono essenziali, in particolare in contesti domestici, dove la consapevolezza dei rischi associati al pollo crudo è ancora bassa.
Infine, l’educazione continua e le campagne informative svolgono un ruolo cruciale nel sensibilizzare il pubblico sui pericoli del lavaggio del pollo e sull’importanza di pratiche sicure in cucina. La FSA continuerà a collaborare con i media e le organizzazioni alimentari per garantire che queste informazioni raggiungano un pubblico più ampio, con l’obiettivo di ridurre le intossicazioni alimentari in tutta la popolazione.