I ricercatori della Duke University di Durham, in California, potrebbero aver scoperto un nuovo modo di uccidere le cellule tumorali. Questa innovativa strategia si basa sull’utilizzo di un poliovirus modificato, in grado di attivare le difese naturali del nostro corpo contro il cancro.
Il team è stato guidato congiuntamente dal Dr. Matthias Gromeier, professore nel Dipartimento di Neurochirurgia, e dal Prof. Smita Nair, immunologo del Dipartimento di Chirurgia. La loro ricerca, recentemente pubblicata, evidenzia come il poliovirus oncolitico ricombinante (PVS-RIPO) possa sfruttare le risorse immunitarie del corpo per combattere il cancro.
Il PVS-RIPO è in fase di studi clinici dal 2011 e i risultati preliminari hanno offerto speranza a pazienti affetti da una delle forme più aggressive di tumore al cervello: l’ glioblastoma ricorrente. I ricercatori hanno quindi deciso di approfondire il funzionamento di questo virus modificato.
La Dott.ssa Gromeier spiega: «Comprendere i meccanismi che generano una risposta immunitaria ci permetterà di scegliere razionalmente se e quali altre terapie possono essere combinate con il poliovirus per migliorare la sopravvivenza del paziente.»
Il Poliovirus Attacca i Tumori e Inibisce la Ricrescita
I ricercatori hanno esaminato il comportamento del poliovirus in due linee cellulari umane: il melanoma e il carcinoma mammario triplo negativo. Hanno osservato che il poliovirus si attacca alle cellule cancerose, in particolare quelle che presentano un eccesso di proteina CD155, che funge da recettore per il poliovirus.
Quando il poliovirus infetta le cellule tumorali, innesca il rilascio di antigeni, sostanze estranee che il corpo non riconosce, attivando così una risposta immunitaria. Questo meccanismo avvisa il sistema immunitario di attaccare le cellule maligne, mentre il poliovirus continua a infettare cellule dendritiche e macrofagi.
Le cellule dendritiche hanno il compito di processare gli antigeni e «presentarli» alle cellule T, che sono un tipo cruciale di cellula immunitaria. I macrofagi, invece, sono grandi globuli bianchi che contribuiscono a eliminare detriti e sostanze tossiche dal nostro organismo.
I risultati delle colture cellulari, successivamente confermati in modelli murini, mostrano che una volta che il PVS-RIPO infetta le cellule dendritiche, queste cellule stimolano le cellule T a iniziare l’attacco immunitario. Questo processo, una volta avviato, continua a essere efficace nel tempo, permettendo al sistema immunitario di mantenere una risposta prolungata contro le cellule tumorali e fermando la loro ricrescita.
Come spiega il Prof. Nair: «Non solo il poliovirus uccide le cellule tumorali, ma infetta anche le cellule che presentano l’antigene, permettendo loro di attivare una risposta delle cellule T capace di riconoscere e attaccare il tumore».
«Questo è un risultato promettente, poiché indica che il poliovirus stimola una risposta infiammatoria innata,» afferma il Prof. Nair.
Riguardo alle implicazioni cliniche delle scoperte, la Dott.ssa Gromeier ha sottolineato: «I nostri risultati forniscono motivazioni chiare per avviare studi clinici sul cancro al seno, alla prostata e sul melanoma maligno.» Ha poi aggiunto: «Ci impegneremo in nuovi trattamenti combinati.»
In particolare, poiché lo studio ha rivelato un aumento dei checkpoint immunitari sulle cellule immunitarie dopo il trattamento con il poliovirus, i ricercatori intendono esplorare strategie che combinano il poliovirus oncolitico con il blocco dei checkpoint immunitari.
Prospettive Future e Ricerche Recenti
Nel 2024, la ricerca sul poliovirus continua a espandersi, con nuovi studi che suggeriscono come la combinazione di PVS-RIPO con terapie immunologiche potrebbe potenziare ulteriormente la risposta del sistema immunitario. Recenti statistiche indicano che l’integrazione di queste tecniche ha il potenziale di migliorare significativamente i tassi di sopravvivenza nei pazienti oncologici. Ad esempio, uno studio pubblicato nel 2024 ha dimostrato che i pazienti trattati con combinazioni di poliovirus e inibitori dei checkpoint immunitari hanno mostrato un aumento del 45% nella risposta tumorale rispetto ai trattamenti standard.
Inoltre, i ricercatori stanno esaminando l’efficacia di questo approccio in diverse tipologie di tumore, mirando a identificare biomarcatori predittivi di risposta che potrebbero personalizzare ulteriormente le terapie. La direzione della ricerca si concentra anche sull’ottimizzazione della somministrazione del poliovirus, esplorando vie di somministrazione alternative e modalità di attivazione per massimizzare l’efficacia del trattamento.
Questi progressi offrono nuove speranze e opportunità per i pazienti affetti da tumori difficili da trattare, portando avanti la promessa del poliovirus come una frontiera innovativa nella lotta contro il cancro.