Sale E Mal Di Testa: Scoperte Recenti Sull’Impatto Della Dieta

È la stagione per essere, beh, goloso. Tuttavia, con l’assunzione crescente di grassi e zuccheri, aumenta anche il consumo di sale. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista suggerisce che le diete ricche di sale possono essere collegate a fastidiosi mal di testa, e questo legame potrebbe essere indipendente dal «ben noto» rapporto tra assunzione di sale e ipertensione, che è una causa comune di mal di testa.

Donna con mal di testa che sembra sofferente

Gli autori dello studio, guidati dal Dr. Lawrence Appel, direttore del Welch Center for Prevention, Epidemiology e Clinical Research della Johns Hopkins Medicine di Baltimora, MD, sottolineano che il mal di testa è un problema medico comune a livello globale e uno dei disturbi neurologici più frequentemente riportati.

A livello mondiale, il 46% degli adulti riporta di soffrire di un disturbo cefalalgico, il che ha un impatto significativo sulla qualità della vita e aumenta le assenze dal lavoro.

Il dott. Appel e i suoi colleghi affermano che i dati attuali supportano un legame tra pressione sanguigna e mal di testa; tuttavia, le evidenze riguardanti il legame tra mal di testa e assunzione di sodio o altri fattori dietetici sono ancora scarse, con gran parte della ricerca focalizzata sul consumo di glutammato monosodico (MSG).

Secondo l’American Heart Association (AHA), la maggior parte delle persone negli Stati Uniti consuma circa 3.400 mg di sodio al giorno, più del doppio dei 1.500 mg raccomandati.

Per approfondire l’effetto della dieta sull’insorgenza di cefalee, i ricercatori hanno randomizzato 390 partecipanti allo studio in due gruppi: uno seguiva la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), ricca di frutta, verdura e latticini a basso contenuto di grassi, e l’altro seguiva una dieta di controllo tipica della dieta occidentale.

Il Ruolo Del Sale Nella Cefalea: Un Processo Indipendente Dalla Pressione Sanguigna

Durante lo studio, che si è svolto in tre periodi di 30 giorni, ogni partecipante ha consumato cibi ad alto contenuto di sodio in un periodo, sodio a livelli intermedi in un altro e cibi a basso contenuto di sodio in un terzo periodo. Alla fine di ciascun ciclo alimentare, i partecipanti hanno completato questionari riguardo all’incidenza e alla gravità dei mal di testa.

I risultati hanno rivelato che coloro che consumavano cibi ricchi di sodio – circa 8 g al giorno – presentavano un terzo in più di mal di testa rispetto a quelli che seguivano una dieta a basso contenuto di sodio – circa 4 g al giorno. Inoltre, i ricercatori hanno notato che questa differenza si manteneva sia nei volontari che seguivano la dieta occidentale standard sia in quelli della dieta DASH.

I ricercatori affermano che i loro risultati sfidano la convinzione diffusa che una dieta ricca di frutta, verdura e potassio e povera di grassi saturi possa alleviare o prevenire il mal di testa.

Aggiungono:

«È interessante notare che non vi era alcuna relazione significativa tra regime alimentare e mal di testa, suggerendo che un meccanismo indipendente dalla pressione sanguigna possa mediare la relazione tra sodio e mal di testa».

Inoltre, il team sottolinea che gli adulti negli Stati Uniti stanno già assumendo sodio «in eccesso rispetto al loro fabbisogno fisiologico» e per molte persone questa assunzione supera il livello massimo testato nella loro ricerca.

Sebbene lo studio beneficiasse di un disegno randomizzato, ci sono stati alcuni limiti, tra cui la mancanza di dati sulla prevalenza dei mal di testa nei partecipanti allo studio all’inizio. Inoltre, i dati raccolti sulla frequenza e gravità dei mal di testa erano auto-riferiti, il che rappresenta un ulteriore limite.

Eppure, il dott. Appel afferma che i loro risultati suggeriscono che riducendo l’assunzione di sale, le persone potrebbero evitare alcuni mal di testa. Lui e i suoi colleghi notano che «sono necessari ulteriori studi per replicare questi risultati e per esplorare i meccanismi che mediano l’associazione tra assunzione di sodio e mal di testa».

Recentemente, è stato riportato uno studio che suggerisce che gli zuccheri aggiunti potrebbero contribuire ad aumentare la pressione sanguigna più del sale. Questo apre nuove strade per la ricerca futura, evidenziando l’importanza di un approccio complessivo alla salute alimentare.

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