Un esame del sangue può rivelare la presenza di anticorpi contro l’HPV, il virus del papilloma umano, responsabile di cancri alla gola e al cavo orale, anche anni prima che si manifestino i sintomi della malattia. Questo è quanto riportato dai ricercatori del National Cancer Institute e dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nel Journal of Clinical Oncology.
Nello studio, si è scoperto che circa 1 persona su 3 con carcinoma orofaringeo presenta anticorpi contro l’HPV, rispetto a meno di 1 su 100 tra coloro che non sviluppano il cancro. Quando tali anticorpi sono presenti, possono essere individuati diversi anni prima che la malattia inizi a manifestarsi.
Questi risultati indicano che un test del sangue potrebbe un giorno diventare un metodo efficace per identificare i pazienti affetti da questo tipo di cancro.
Tradizionalmente, si pensava che la maggior parte dei tumori orofaringei fosse causata dal consumo di tabacco e alcol, piuttosto che dall’infezione da HPV. Tuttavia, la prevalenza di questa neoplasia è in aumento in diverse regioni del mondo, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, a causa di un’alta diffusione di HPV di tipo 16.
Negli Stati Uniti, circa il 60% dei casi di cancro orale attuali è attribuibile all’HPV 16. L’infezione persistente con questo tipo di HPV provoca cambiamenti cellulari che possono portare al cancro.
Inoltre, HPV E6 è uno dei geni virali che contribuiscono alla formazione del tumore. Ricerche precedenti su pazienti con tumore orofaringeo associato all’HPV hanno identificato anticorpi contro l’E6 nel sangue.
Aimee R. Kreimer, Ph.D., capo Investigatore della Divisione di Epidemiologia e Genetica del Cancro del NCI, ha dichiarato:
«Il nostro studio dimostra non solo che gli anticorpi E6 sono presenti prima della diagnosi, ma anche che in molti casi gli anticorpi possono essere rilevati oltre un decennio prima che il cancro diventi clinicamente evidente. Questa è una caratteristica cruciale per un biomarcatore di screening di successo.»
Kreimer e il suo team hanno analizzato campioni provenienti da studi prospettici europei su cancro e nutrizione, un’indagine a lungo termine che coinvolge oltre 500.000 adulti sani in 10 paesi europei.
I ricercatori hanno esaminato il sangue di 135 persone che hanno sviluppato il cancro orofaringeo tra uno e 13 anni dopo, insieme a 1.600 soggetti che non hanno sviluppato la malattia.
Gli Anticorpi Anti-HPV16 E6 Potrebbero Consentire una Maggiore Sopravvivenza
Hanno riscontrato anticorpi contro la proteina E6 dell’HPV16 nel 35% delle persone affette da cancro, rispetto a meno dell’1% dei campioni prelevati da persone senza cancro.
I campioni di sangue sono stati raccolti sei anni prima della diagnosi, ma il legame rimaneva significativo indipendentemente dal tempo intercorso tra la diagnosi e la raccolta del sangue. Anticorpi contro la proteina HPV16 E6 sono stati trovati anche in campioni prelevati oltre 10 anni prima della diagnosi.
I ricercatori hanno documentato che gli anticorpi anti-HPV16 E6 potrebbero fungere da biomarker per una migliore sopravvivenza, in linea con rapporti precedenti.
I partecipanti allo studio con carcinoma orofaringeo positivi agli anticorpi anti-HPV16 E6 prima della diagnosi avevano il 70% di probabilità in più di essere vivi al follow-up, rispetto a quelli con lo stesso tumore che risultavano negativi.
Paul Brennan, Ph.D., l’investigatore principale dello IARC, ha concluso:
«Sebbene i risultati siano promettenti, devono essere considerati preliminari. Se la capacità predittiva dell’anticorpo E6 dell’HPV16 sarà confermata in ulteriori studi, potremmo prendere in considerazione lo sviluppo di uno strumento di screening basato su questo risultato».
Recentemente, la celebrità Michael Douglas ha annunciato che il suo cancro al quarto stadio non è stato causato dall’uso di alcol e fumo, ma piuttosto dal sesso orale.
Nuove Prospettive sulla Prevenzione e Diagnosi
Negli ultimi anni, la ricerca sul legame tra HPV e cancro orofaringeo ha visto un notevole sviluppo. Recenti studi hanno dimostrato che la vaccinazione contro l’HPV può ridurre significativamente l’incidenza di questo tipo di cancro, specialmente tra i giovani. Secondo i dati più recenti, la vaccinazione ha portato a una diminuzione del 70% nei casi di infezione da HPV tra gli adolescenti, un passo fondamentale nella lotta contro il cancro orofaringeo.
Inoltre, è emerso che i biomarcatori nel sangue, come gli anticorpi E6, possono non solo aiutare nella diagnosi precoce, ma anche nel monitoraggio della risposta al trattamento. Recenti ricerche hanno evidenziato che i pazienti con livelli elevati di anticorpi E6 rispondono meglio alle terapie, portando a tassi di sopravvivenza superiori.
In futuro, l’integrazione di test del sangue per la rilevazione degli anticorpi HPV potrebbe diventare una prassi comune nella routine di screening per cancro orofaringeo, offrendo speranza a milioni di persone a rischio.