Anche in pazienti privi di diabete o ipertensione, la presenza di una malattia renale cronica può rivelarsi un potente indicatore del rischio di mortalità e della progressione verso la malattia renale allo stadio terminale (ESRD).
I risultati, recentemente pubblicati su The Lancet, derivano da due studi condotti dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e dal Chronic Kidney Disease Prognosis Consortium.
Secondo ricerche precedenti pubblicate sul Journal of American Medical Association (JAMA), la prevalenza della malattia renale cronica ha mostrato un incremento significativo, correlato all’aumento del numero di individui affetti da diabete e ipertensione.
La malattia renale cronica rappresenta una perdita progressiva della funzione renale nel tempo. I reni hanno il compito fondamentale di eliminare i rifiuti e l’eccesso di liquidi dal nostro organismo. Si stima che colpisca tra il 10% e il 16% degli adulti negli Stati Uniti, in Asia, in Europa e in Australia. Tra le condizioni più comuni associate a questa patologia si annoverano l’ipertensione e il diabete, con l’ipertensione che risulta essere la più diffusa.
Un rapporto del 2011 ha evidenziato che la salute dei pazienti affetti da malattia renale cronica può migliorare significativamente grazie a un’attività fisica regolare. Ad esempio, questi pazienti possono beneficiare di una forma fisica migliorata, di una pressione sanguigna più equilibrata, di una frequenza cardiaca più sana e di una qualità della vita correlata alla salute decisamente migliore.
La funzione renale può essere misurata stimando la velocità di filtrazione glomerulare (GFR), ovvero la quantità di fluido filtrato che passa attraverso i glomeruli, le piccole strutture nei reni, ogni minuto. Valori di GFR pari a 60 o superiori indicano una funzione renale normale, mentre valori inferiori possono suggerire la presenza di una malattia renale. Inoltre, l’albumina, la principale proteina presente nelle urine, può essere quantificata per valutare il danno renale, standardizzando i risultati in base alla concentrazione di urina.
È stata riscontrata un’associazione tra bassa funzionalità renale e elevati livelli di proteine nelle urine, correlata a mortalità per tutte le cause e a ESRD, sia nei partecipanti con ipertensione che in quelli senza. Nella metanalisi dedicata all’ipertensione, i risultati hanno rivelato che le correlazioni tra funzionalità renale e proteine urinarie in relazione agli esiti di mortalità erano più significative negli individui privi di ipertensione rispetto a quelli con la patologia. Tuttavia, le associazioni tra la funzione renale e le proteine urinarie in relazione all’ESRD non hanno mostrato differenze a seconda della presenza o meno dell’ipertensione.
Un’analisi sul diabete ha evidenziato come i soggetti affetti da questa condizione presentassero un rischio aumentato di mortalità cardiovascolare e di ESRD rispetto a quelli non diabetici, indipendentemente dai livelli di funzionalità renale e proteine urinarie.
Le probabilità comparative di mortalità e complicazioni legate alla funzione renale e alle proteine urinarie risultano simili, indipendentemente dalla presenza di diabete.
Bakhtawar K. Mahmoodi, MD, PhD, principale autore delle analisi sull’ipertensione, ha sottolineato: «La nefropatia cronica deve essere considerata un fattore di rischio altrettanto rilevante per la mortalità e l’ESRD in individui senza ipertensione, così come nei pazienti affetti da questa condizione».
Josef Coresh, MD, PhD, MHS, principale investigatore del Consorzio e professore presso il Dipartimento di Epidemiologia della Scuola Bloomberg, ha concluso:
«Questi dati supportano le linee guida cliniche che enfatizzano l’importanza della malattia renale cronica, basata sulla funzionalità renale e sulle proteine urinarie, come fattori determinanti per la gestione della salute renale. Le conclusioni sono rafforzate dai risultati di studi significativi e dalla partecipazione di ricercatori provenienti da 40 paesi, con un’analisi dettagliata di oltre 1 milione di partecipanti.»
Prospettive Aggiornate sulla Malattia Renale Cronica nel 2024
Negli ultimi anni, la ricerca sulla malattia renale cronica ha fatto passi da gigante, con l’emergere di nuove strategie preventive e terapeutiche. Un’analisi recente ha messo in evidenza come l’adozione di diete specifiche possa ridurre il rischio di progressione verso l’ESRD. Inoltre, studi clinici hanno dimostrato che l’introduzione di farmaci innovativi può migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti e rallentare la progressione della malattia.
Statistiche recenti mostrano un aumento della consapevolezza riguardo alla malattia renale cronica, con una maggiore partecipazione ai programmi di screening. Questo è fondamentale, poiché una diagnosi precoce può fare la differenza nel trattamento e nella gestione della malattia. È essenziale che i pazienti siano informati sui segni e sintomi della malattia, in modo da cercare assistenza medica tempestiva.
Infine, collaborazioni internazionali tra istituti di ricerca e cliniche hanno portato a sviluppi promettenti nella farmacogenomica, che potrebbe personalizzare i trattamenti per i pazienti con malattia renale cronica e migliorare notevolmente gli esiti clinici. La strada verso una migliore gestione della malattia renale cronica è in continua evoluzione e le prospettive per il futuro sono sempre più incoraggianti.