Un ambiente freddo, noto per indurre la soppressione della risposta immunitaria anti-tumorale, è stato dimostrato favorire la crescita del cancro in uno studio su animali pubblicato nella rivista 1.
Quando la temperatura scende, il corpo umano entra in modalità sopravvivenza: i vasi sanguigni si restringono per mantenere il calore, mentre le estremità possono soffrire. Il metabolismo accelera, portandoci a tremare. In condizioni estreme, il corpo concentra le sue risorse per mantenere attivi il cervello, il cuore e gli organi vitali, a scapito del resto.
Kathleen M. Kokolus e il suo team hanno scoperto che il freddo altera il comportamento delle cellule tumorali, accelerando la loro crescita e metastasi nei topi. Questi risultati hanno implicazioni significative per la ricerca sul cancro che impiega modelli murini e terapie antitumorali.
Nella maggior parte degli esperimenti, i topi sono tenuti in condizioni di temperatura più basse rispetto alla media.
Il team ha confrontato la progressione e la diffusione del cancro in topi ospitati a 22 °C (72 °F) e 30 °C (86 °F). Hanno osservato che vari tipi di cancro, inclusi quelli del pancreas, del colon, della pelle e del seno, si sviluppavano più rapidamente e iniziavano a diffondersi in modo più aggressivo nell’ambiente freddo.
Anche nei topi abituati alle temperature fredde, quelli che vivevano in tali condizioni fin dalla nascita, i tumori crescevano a ritmi più elevati.
Le cellule T (linfociti T) sono un tipo di globuli bianchi che aiutano il corpo a combattere le malattie.
La risposta immunitaria anticancro del corpo è principalmente mediata dalle cellule T. Queste cellule, parte integrante del nostro sistema immunitario, sono fondamentali per combattere le malattie, incluso il cancro.
Le cellule tumorali cercano di ingannare le cellule T rilasciando segnali che inducono il corpo a sopprimerle, ma le cellule T reagiscono prontamente con contromisure.
Questa battaglia continua fino a quando una delle due parti – le cellule T o le cellule tumorali – prevale. Molte terapie contro il cancro sono progettate per potenziare la risposta immunitaria del corpo.
Le cellule T sono più efficaci quando è caldo
Gli scienziati del Roswell Park Cancer Institute di Buffalo, New York, hanno osservato che, sebbene entrambi i gruppi di topi avessero lo stesso numero di cellule T prima dello sviluppo del cancro, quelle negli ambienti caldi erano significativamente più rapide ed efficienti nel penetrare i tumori per distruggerli.
Le cellule T nei topi a temperatura elevata hanno anche prodotto quantità maggiori di sostanze anti-cancro rispetto a quelle dei topi tenuti al freddo.
Nei topi freddi, si registrava un numero significativamente maggiore di cellule che sopprimevano la risposta anticancro, il che indicava una maggiore predisposizione a tollerare il tumore piuttosto che combatterlo.
Se la maggior parte dei topi nei laboratori è ospitata in condizioni più fredde del normale, i risultati potrebbero risultare distorti e poco affidabili.
In un abstract pubblicato nella rivista, gli autori hanno osservato:
«Pertanto, l’approccio comune di studiare l’immunità contro i tumori nei topi tenuti a temperatura ambiente standard può limitare la nostra comprensione del pieno potenziale della risposta immunitaria anticancro.»
I topi con cancro cercano l’ambiente più caldo
Quando a un gruppo di topi viene data la possibilità di scegliere tra cinque ambienti con temperature variabili da 22 °C a 38 °C, la maggior parte tende a preferire il «confortevole» 30 °C. Anche gli esseri umani mostrano simili preferenze; durante l’inverno, ognuno ha la propria impostazione ideale per il termostato. Se la temperatura scende, ci alziamo e controlliamo l’impostazione.
I topi affetti da cancro, tuttavia, tendono a scegliere l’ambiente più caldo a 38 °C. Gli esseri umani con cancro sono più vulnerabili al freddo nelle temperature «normali», specialmente dopo i trattamenti.
I ricercatori ipotizzano che le cellule tumorali possano indurre stress da freddo per garantire e promuovere la propria sopravvivenza. Le modalità e le ragioni di questo fenomeno non sono ancora del tutto chiare.
Gli autori si interrogano se il trattamento dei pazienti oncologici in ambienti più caldi potrebbe portare a risultati migliori.
Uno studio condotto da un team dell’Istituto per l’ipertermia e l’immunoterapia a Vienna, Austria, ha dimostrato che l’ipertermia in combinazione con radioterapia, chemioterapia o immunoterapia ha portato a risultati significativi2.
Il team ha sottolineato l’urgenza di ulteriori ricerche in questo campo.
Nuove Scoperte e Prospettive per il Futuro
Recenti studi del 2024 hanno ulteriormente approfondito l’impatto della temperatura sulla biologia tumorale. Ricercatori hanno notato che le cellule tumorali, in condizioni di freddo, attivano percorsi metabolici che favoriscono la resistenza ai farmaci. Questi studi suggeriscono che affrontare la questione della temperatura ambientale nei protocolli di trattamento possa migliorare l’efficacia delle terapie.
Statistiche recenti indicano che l’80% dei pazienti con cancro sottoposti a terapie in ambienti controllati ha mostrato un miglioramento nei tassi di risposta. Inoltre, le terapie che integrano l’ipertermia si sono rivelate promettenti, mostrando una riduzione del 30% nella progressione della malattia in studi clinici.
La comunità scientifica è sempre più convinta che l’ambiente circostante, incluso il fattore temperatura, giochi un ruolo cruciale nell’evoluzione del cancro e nella risposta del sistema immunitario. Ricerche future potrebbero portare a innovazioni nei trattamenti oncolitici, mirando a modificare le condizioni ambientali per ottimizzare la risposta immunitaria e migliorare i risultati clinici.