Ansia Come Fattore di Rischio per il Disturbo da Uso di Cannabis

I ricercatori del Duke University Medical Center di Durham, NC, stanno esplorando i profili di rischio dei consumatori problematici di cannabis, con un focus particolare sulla popolazione adulta.

Giovane uomo che fuma cannabis in un ambiente rilassato

Sherika Hill, Ph.D., associato di facoltà alla Duke University School of Medicine, è l’autore principale dello studio, le cui scoperte sono state recentemente pubblicate.

Questo studio si propone di spostare l’attenzione dall’uso di marijuana tra gli adolescenti a quello tra gli adulti, analizzando i fattori di rischio che possono portare a un uso problematico di marijuana nella prima età adulta.

Il dott. Hill chiarisce la motivazione dietro questo nuovo studio, affermando: «Molti degli attuali interventi e politiche negli Stati Uniti sono rivolti ai giovani adolescenti. Dobbiamo iniziare a riflettere su come affrontare l’uso problematico che potrebbe emergere in una popolazione di utenti più anziani».

«Con un numero crescente di stati che si stanno muovendo verso la legalizzazione della cannabis per scopi medici e ricreativi», prosegue il dott. Hill, «questo studio mette in evidenza la demografia in più rapida crescita degli utenti: gli adulti».

Studiare i Modelli di Utilizzo della Cannabis

Per identificare i fattori di rischio all’interno di questa popolazione, il dott. Hill e il suo team hanno analizzato i dati provenienti da 1.229 partecipanti allo studio Great Smoky Mountains, un’indagine prospettica di coorte che coinvolge residenti della Carolina del Nord occidentale.

I partecipanti sono stati seguiti tra il 1993 e il 2015, con valutazioni annuali tra i 9 e i 16 anni, e ulteriori valutazioni a 19, 21, 26 e 30 anni.

Durante lo studio, sono stati monitorati vari aspetti, tra cui la salute mentale, il livello di istruzione, il lavoro, e il consumo di alcol e droghe.

I ricercatori hanno classificato l’uso di marijuana dei partecipanti in modelli distinti, seguendo i criteri diagnostici e statistici DSM-5 per il disturbo da uso di cannabis.

L’uso problematico della marijuana è stato definito come consumo quotidiano o abitudini che soddisfano i criteri DSM per la dipendenza.

L’Abitudine Diminuisce con l’Età

La ricerca ha mostrato che tre quarti dei partecipanti (76,3%) non sviluppavano problemi di uso di cannabis durante gli anni del college o all’inizio dell’età adulta.

Tuttavia, un quarto di loro ha sviluppato problemi, e gli scienziati hanno suddiviso questi utenti in tre categorie: «uso problematico di cannabis persistente, limitato e ritardato».

In particolare, il 13,3% dei partecipanti ha segnalato che gli utenti limitati avevano problemi con la cannabis prima dei 16 anni, durante la fine dell’adolescenza o nei vent’anni. Tuttavia, questi utenti sono riusciti a interrompere l’abitudine con l’età.

Sorprendentemente, questo gruppo ha riportato «maggiore instabilità e disfunzione familiare nell’infanzia», fattori che sono solitamente associati a un uso di droghe più elevato.

La dottoressa Hill commenta: «Quando questi giovani sono usciti di casa, sembravano stare meglio […] non hanno avuto tanti figli in giovane età e hanno proseguito gli studi meglio rispetto a quelli con profili di uso persistente e ritardato».

Gli Utenti Persistenti Hanno una Storia di Ansia

Nel gruppo degli utenti persistenti, i partecipanti hanno mostrato un uso problematico della marijuana fin dall’età di 9 anni, continuando a consumarla regolarmente tra i 20 e i 30 anni.

Significativamente, il 27% di questi partecipanti ha riportato disturbi d’ansia durante l’infanzia, mentre il 23% lo ha fatto in tarda adolescenza, tra i 19 e i 21 anni. Hanno anche presentato i livelli più elevati di disturbi psichiatrici.

«Questo suggerisce», afferma il dott. Hill, «che prestare attenzione alla salute mentale e al benessere potrebbe contribuire significativamente a prevenire l’uso problematico».

Infine, un piccolo gruppo di utenti ritardati ha vissuto un’adolescenza senza consumo di cannabis e ha iniziato a utilizzare marijuana tra i 26 e i 30 anni. La maggior parte di questi utenti ha subito bullismo e maltrattamenti durante l’infanzia.

«Ciò che non comprendiamo ancora», dice il dott. Hill, «è come il maltrattamento infantile non abbia portato a un uso problematico precoce della cannabis tra i 19 e i 21 anni – come questi individui possano resistere a esperienze negative per così tanto tempo».

«Una possibile spiegazione», continua, «è che potrebbero essere stati protetti dall’avere meno coetanei utilizzatori di sostanze durante la tarda adolescenza, ma questa è solo una delle domande a cui continueremo a cercare risposte».

La dottoressa Hill e i suoi colleghi concludono:

«I modelli problematici di consumo di cannabis durante la prima età adulta presentano profili di rischio specifici, che possono essere utili per personalizzare gli interventi mirati».

Questo video del Duke University Medical Center riassume i risultati.

Nuove Ricerche e Prospettive per il Futuro

Recenti studi del 2024 hanno ulteriormente messo in evidenza l’importanza di un approccio multifattoriale nella comprensione del disturbo da uso di cannabis. Ad esempio, una ricerca condotta su oltre 2.500 partecipanti ha mostrato che le comorbidità psichiatriche, come la depressione e i disturbi d’ansia, sono significativamente correlate a tassi più elevati di uso problematico di cannabis.

In aggiunta, un’indagine longitudinale ha evidenziato come l’accesso a programmi di supporto psicologico e terapeutico possa ridurre il rischio di sviluppo di problemi legati alla cannabis, suggerendo che interventi precoci e mirati possano fare la differenza. La salute mentale dovrebbe essere una priorità per le politiche pubbliche riguardanti la cannabis, in particolare con l’aumento della legalizzazione.

In conclusione, la crescente evidenza scientifica sottolinea la necessità di un’attenzione mirata verso la salute mentale nella prevenzione dell’uso problematico di cannabis, specialmente tra la popolazione adulta. L’integrazione di strategie di intervento basate su dati solidi rappresenta un passo cruciale per affrontare efficacemente questo problema emergente.

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