Agente Arancione e Rischio di Cancro della Pelle nei Veterani

La guerra del Vietnam si concluse nel 1975, ma anche a distanza di decenni, si registrano tassi elevati di tumore cutaneo non melanoma invasivo tra i veterani del Vietnam esposti all’Agente Arancione, un diserbante controverso. Questo è quanto emerso da uno studio recente pubblicato su una rivista specializzata.

L’Agente Arancione, un potente diserbante, è stato spruzzato in milioni di litri in tutto il Vietnam per eliminare la vegetazione che nascondeva le truppe nemiche e distruggere i raccolti. Contenente un contaminante diossico altamente tossico, il TCDD, l’Agente Arancione è stato associato a una vasta gamma di malattie, inclusi molti tipi di tumore.

Le stime sull’esposizione al TCDD durante il conflitto sono incerte, ma circa un milione e mezzo di americani hanno prestato servizio in Vietnam durante il periodo di massimo utilizzo di erbicidi.

Esposizione a TCDD e rischio di cancro

Negli anni ’70, i veterani che tornavano dal Vietnam iniziarono a riportare casi di eruzioni cutanee, cancro, problemi psicologici e difetti congeniti nei loro figli. L’Agente Arancione è stato sospettato di essere un fattore chiave in queste problematiche.

Nonostante ci siano numerose prove che collegano l’esposizione all’Agente Arancione a gravi malattie, rimangono molte domande irrisolte riguardo ai suoi effetti avversi sulla salute.

Il legame tra l’esposizione all’Agente Arancione e il cancro della pelle è stato esaminato per la prima volta negli anni ’80. Tuttavia, l’organizzazione per gli affari dei veterani non riconosce attualmente il cancro della pelle come una condizione correlata all’Agente Arancione.

Veterani il doppio delle probabilità di sviluppare il cancro della pelle

I ricercatori del nuovo studio hanno analizzato le cartelle cliniche di 100 veterani del Vietnam iscritti al registro dell’Agente Arancione presso l’ospedale Veterans Affairs di Washington, DC, tra il 2009 e il 2010.

Un soldato ferito durante la guerra del Vietnam

Nel campione esaminato, il 56% dei veterani viveva o lavorava in aree contaminate dall’Agente Arancione, il 30% era coinvolto nell’irrorazione dello stesso e il 14% era esposto al TCDD transitando in zone contaminate.

In totale, il 51% dei veterani nello studio presentava un carcinoma cutaneo invasivo non melanoma (NMISC), una cifra statisticamente significativa, pari a circa il doppio del tasso medio tra uomini della stessa età. Tra i veterani che avevano effettivamente spruzzato l’Agente Arancione, il rischio di NMISC aumentava al 73%.

Un’altra condizione cutanea, il cloracne, è stata riscontrata nel 43% dei veterani, con un tasso di NMISC dell’80% tra coloro che presentavano questa condizione. Inoltre, i veterani con pelle e occhi più chiari avevano un rischio maggiore di sviluppare il cancro della pelle.

Necessità di ulteriori studi

I ricercatori riconoscono alcune limitazioni nel loro studio. Non sono stati in grado di includere un gruppo di controllo, con veterani non esposti all’Agente Arancione, a causa della difficoltà nell’accesso alle cartelle cliniche. Inoltre, poiché lo studio si basava sulla memoria dei veterani riguardo a eventi avvenuti decenni prima, non è stato possibile garantire la precisione delle informazioni relative alla durata dell’esposizione al TCDD.

Tuttavia, i risultati rafforzano quelli di studi precedenti riguardanti l’esposizione al TCDD e il rischio di NMISC. Il Dr. Clemens e i suoi coautori evidenziano:

«Ulteriori studi sono necessari per determinare il rischio relativo all’interno di questa popolazione di pazienti e per sviluppare strategie di gestione appropriate, affinché i veterani possano ricevere le cure che hanno guadagnato durante il loro servizio.»

Aggiornamenti sulla ricerca nel 2024

Nel 2024, la comunità scientifica ha continuato a esaminare l’impatto dell’Agente Arancione sulla salute dei veterani. Recenti studi hanno dimostrato che il rischio di sviluppare tumori cutanei aumenta significativamente nei veterani con esposizione prolungata al TCDD. È stata avviata una nuova ricerca per esplorare le potenziali terapie che potrebbero mitigare gli effetti della contaminazione da Agente Arancione, con un focus specifico sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce dei tumori cutanei.

Inoltre, dati recenti suggeriscono un collegamento tra l’esposizione a lungo termine e l’insorgenza di altre patologie cutanee, come il melanoma, sottolineando l’importanza di monitorare questi pazienti nel tempo. La sensibilizzazione e l’educazione sui rischi associati all’Agente Arancione sono diventate prioritarie, con campagne destinate a informare i veterani e il pubblico sulla necessità di controlli regolari della pelle.

Infine, il riconoscimento del cancro della pelle come condizione correlata all’Agente Arancione sta guadagnando attenzione, con richieste crescenti da parte delle associazioni di veterani affinché vengano riviste le politiche sanitarie per garantire supporto adeguato a chi ha servito. La continua ricerca e la collaborazione tra istituzioni possono contribuire a migliorare la vita di coloro che hanno subito l’impatto dell’Agente Arancione.

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