Un team di scienziati statunitensi e cinesi ha scoperto che l’estratto di semi d’uva può indurre le cellule di leucemia in laboratorio a un processo di suicidio cellulare, dimostrando così il potenziale valore dei composti naturali nel trattamento del cancro.
Lo studio, guidato dal dottor Xianglin Shi, professore al Graduate Center for Toxicology presso l’Università del Kentucky, è stato pubblicato online nel numero del 1° gennaio 2009 di Clinical Cancer Research, una rivista dell’American Association for Cancer Research.
Numerosi studi hanno già rivelato che consumare frutta e verdura contribuisce a prevenire il cancro, probabilmente grazie alla presenza di proantocianidine. Shi e i suoi colleghi hanno precedentemente esaminato questa famiglia di composti antiossidanti nella buccia di mela, scoprendo che inducevano la morte delle cellule tumorali, senza però danneggiare le cellule non tumorali.
Studi sull’estratto di semi d’uva hanno suggerito che questo può ridurre i tumori al seno nei ratti e i tumori della pelle nei topi, mostrando attività in diverse linee di cellule tumorali umane in laboratorio, come quelle del cancro della pelle, della mammella, del colon, del polmone, dello stomaco e della prostata. Tuttavia, fino a questo momento, nessuno aveva approfondito il suo effetto sui tumori ematologici.
Shi e i suoi collaboratori hanno utilizzato un estratto di semi d’uva di origine commerciale, esponendo le cellule di leucemia a diverse concentrazioni dell’estratto per 12 e 24 ore. Hanno inoltre analizzato gli effetti dell’esposizione a 50 μg/ml dell’estratto a vari intervalli di tempo.
I risultati hanno evidenziato un aumento, sia in funzione della dose che del tempo, nell’apoptosi delle cellule tumorali. È emerso che l’estratto non influenzava le cellule sane, sebbene non siano riusciti a determinarne il motivo.
«Questo è un composto naturale che sembra avere proprietà relativamente importanti», ha affermato Shi.
Il team ha quindi indagato i meccanismi attraverso cui l’estratto di semi d’uva induceva il suicidio delle cellule leucemiche, scoprendo un forte impatto sull’attivazione di JNK, che porta all’up-regulation di Cip/p21, un inibitore CDK che regola il ciclo cellulare.
Hanno confermato la loro scoperta dimostrando che l’estratto di semi d’uva perdeva la sua efficacia se combinato con un agente che bloccava JNK, utilizzando un approccio farmacologico. Con un approccio genetico, hanno dimostrato che silenziare il gene JNK inibiva anche l’apoptosi indotta dall’estratto di semi d’uva.
Shi ha dichiarato alla stampa:
«Questi risultati potrebbero avere implicazioni significative per l’integrazione di agenti come l’estratto di semi d’uva nella prevenzione o nel trattamento di neoplasie ematologiche e possibilmente di altri tumori».
«L’obiettivo comune è trovare un agente che colpisca le cellule tumorali senza danneggiare quelle sane, e questo studio dimostra che l’estratto di semi d’uva può rientrare in questa categoria», ha aggiunto.
Nonostante i risultati promettenti, Shi ha avvertito che non è ancora il momento di consigliare alle persone di aumentare il consumo di uva, semi d’uva o buccia d’uva nella speranza di prevenire il cancro. È prematuro affermare con certezza che l’estratto di semi d’uva abbia un effetto preventivo, anche se le evidenze sono incoraggianti.
Indurre la morte cellulare in laboratorio non equivale a trattare i tumori in organismi viventi.
Negli Stati Uniti, il cancro ematologico come la leucemia, il linfoma e il mieloma ha causato oltre 118.000 nuovi casi e quasi 54.000 decessi nel 2006.
«L’induzione di apoptosi nelle cellule di leucemia umana da parte di semi d’uva avviene tramite l’attivazione di c-Jun NH2-Terminal Kinase,» hanno affermato Ning Gao, Amit Budhraja, Senping Cheng, Hua Yao, Zhuo Zhang e Xianglin Shi.
Clin Cancer Res Vol 15, numero 1, pagine 140-149, pubblicato il 1° gennaio 2009
doi: 10.1158/1078-0432.CCR-08-1447
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Fonti: estratto del Journal, American Association for Cancer Research.
Scritto da: Catharine Paddock, PhD
Nuovi Sviluppi nel Trattamento dei Tumori Ematologici
Negli ultimi anni, la ricerca sui composti naturali e il loro potenziale terapeutico ha preso piede, con studi recenti che confermano l’efficacia dell’estratto di semi d’uva. Per esempio, una revisione sistematica pubblicata nel 2023 ha mostrato che i polifenoli presenti nei semi d’uva possono modulare le vie di segnalazione cellulare implicate nella crescita tumorale.
In particolare, l’analisi dei dati ha rivelato che l’estratto di semi d’uva potrebbe ridurre l’infiammazione sistemica e migliorare l’immunità nei pazienti oncologici. Questi risultati offrono nuove prospettive sull’uso di tali estratti come coadiuvanti nei trattamenti tradizionali, come la chemio e la radioterapia, potenziando l’efficacia di queste terapie e contribuendo a una migliore qualità della vita.
Inoltre, studi recenti hanno evidenziato che i composti fenolici possono agire sinergicamente con farmaci antitumorali, diminuendo la resistenza alle terapie. Questi sviluppi suggeriscono che l’integrazione di estratti naturali, come quello di semi d’uva, può rappresentare una strategia promettente nel panorama della lotta contro il cancro, soprattutto per le neoplasie ematologiche.