Una nuova ricerca suggerisce che l’olio extravergine di oliva – un componente chiave della dieta mediterranea – possa proteggere il cervello dai sintomi della malattia di Alzheimer. Gli esperimenti condotti su modelli murini hanno rivelato cambiamenti significativi nelle prestazioni cognitive e nella morfologia delle cellule nervose.
Si stima che il morbo di Alzheimer colpisca circa 5 milioni di persone negli Stati Uniti. Questa malattia neurodegenerativa è progressiva e attualmente non può essere curata o invertita.
Tuttavia, la nuova ricerca si avvicina a una strategia di prevenzione, studiando gli effetti dell’olio extravergine di oliva sulle funzioni cognitive e sulla salute del cervello nei topi.
L’olio extravergine di oliva è un elemento fondamentale della dieta mediterranea, che è notoriamente ricca di frutta, verdura, cereali integrali, olio d’oliva e noci.
Il nuovo studio – pubblicato su una rinomata rivista scientifica – è stato condotto da un team di ricercatori della Lewis Katz School of Medicine presso la Temple University (LKSOM) di Philadelphia, in Pennsylvania.
Il ricercatore principale, il Dott. Domenico Praticò, un professore nei dipartimenti di Farmacologia e Microbiologia e del Centro di Medicina Traslazionale di LKSOM, spiega perché diversi studi hanno identificato l’olio d’oliva come un fattore cruciale per i numerosi benefici per la salute associati alla dieta mediterranea.
«L’idea è che l’olio extravergine di oliva offra vantaggi superiori rispetto al consumo di frutta e verdura da solo, e come grasso vegetale monoinsaturo, è più salutare rispetto ai grassi animali saturi», afferma.
Studiare l’effetto dell’olio d’oliva nei topi
Il Dott. Praticò e il suo team hanno utilizzato un modello di topo transgenico tradizionale per la malattia di Alzheimer per indagare gli effetti dell’olio. I roditori sono stati geneticamente modificati per presentare le tre principali caratteristiche della malattia: disturbi della memoria, accumulo di placche amiloidi e grovigli neurofibrillari.
I grovigli neurofibrillari sono il risultato di fili intrecciati di una proteina chiamata tau. In un cervello sano, il tau svolge un ruolo fondamentale nel trasportare nutrienti e altre molecole vitali per le cellule cerebrali. Nella malattia di Alzheimer, questa proteina si aggroviglia all’interno delle cellule cerebrali, compromettendo la loro funzionalità.
Le placche amiloidi derivano dall’eccesso di produzione e accumulo di beta-amiloide, un frammento della proteina nota come «proteina precursore dell’amiloide». Nella malattia di Alzheimer, queste placche si accumulano negli spazi intercellulari tra i neuroni.
Il Dott. Praticò e i suoi colleghi hanno diviso i roditori in due gruppi: un gruppo ha ricevuto una dieta arricchita con olio extravergine di oliva, mentre l’altro gruppo ha seguito una dieta regolare senza olio aggiunto.
Le caratteristiche del morbo di Alzheimer iniziano a manifestarsi in modo precoce nei modelli murini, quindi in questo esperimento, l’olio è stato integrato nella dieta quando i topi avevano 6 mesi, prima che apparissero i sintomi.
I ricercatori hanno valutato le capacità cognitive dei topi somministrando test che misuravano la loro memoria spaziale, la memoria di lavoro e le abilità di apprendimento.
L’olio d’oliva conserva la salute delle cellule cerebrali
In termini di aspetto generale, non sono state riscontrate differenze evidenti tra i due gruppi di animali.
Tuttavia, quando i topi hanno raggiunto i 9 e i 12 mesi, quelli nutriti con la dieta contenente olio extravergine di oliva hanno mostrato prestazioni cognitive significativamente superiori nei test.
Il Dott. Praticò e il suo team hanno anche esaminato il tessuto cerebrale di questi topi, e gli studi hanno rivelato differenze notevoli nell’aspetto e nel funzionamento delle cellule nervose.
In primo luogo, l’integrità delle sinapsi – le strutture che facilitano la comunicazione tra i neuroni – è stata preservata in modo molto più efficace nel gruppo alimentato con olio d’oliva. In secondo luogo, il tessuto cerebrale dei topi che ricevevano olio d’oliva ha mostrato un «aumento drammatico» nell’attivazione autofagica delle cellule nervose.
L’autofagia è un processo attraverso il quale le cellule nervose eliminano i detriti tossici accumulati.
Nel contesto di questo esperimento, l’incremento dell’autofagia ha portato a una riduzione delle placche amiloidi e della tau fosforilata.
Il Dott. Praticò afferma: «Questa è una scoperta molto emozionante per noi. Grazie all’attivazione dell’autofagia, la memoria e l’integrità sinaptica sono state preservate, riducendo significativamente gli effetti patologici negli animali che altrimenti avrebbero sviluppato la malattia di Alzheimer».
«Questa scoperta è di grande importanza, poiché sospettiamo che una riduzione dell’autofagia possa segnare l’inizio della malattia di Alzheimer».
Dott. Domenico Praticò
Successivamente, i ricercatori prevedono di introdurre l’olio d’oliva in una fase successiva, quando i sintomi dell’Alzheimer saranno già emersi. Nel caso dei topi, questo significherebbe a 12 mesi di età.
«Di solito, quando un paziente consulta un medico per sospetti sintomi di demenza, la malattia è già presente», spiega il Dott. Praticò. «Desideriamo capire se l’aggiunta di olio d’oliva in un secondo momento nella dieta possa fermare o invertire la malattia».
Nuove Prospettive sulla Dieta Mediterranea e Alzheimer nel 2024
Nel 2024, i ricercatori continuano a esplorare il potenziale dell’olio extravergine d’oliva come strategia preventiva contro l’Alzheimer. Recenti studi confermano che la dieta mediterranea, ricca di antiossidanti e grassi sani, non solo supporta la salute cardiovascolare ma ha anche effetti benefici sulla funzione cognitiva.
Una ricerca pubblicata quest’anno ha evidenziato che il consumo regolare di olio d’oliva è associato a un rischio ridotto di sviluppare demenza. I dati mostrano che le persone che consumano olio d’oliva quotidianamente hanno mostrato una diminuzione significativa nella progressione dei sintomi cognitivi.
Inoltre, l’olio d’oliva è ricco di composti fenolici, noti per le loro proprietà anti-infiammatorie e neuroprotettive, che possono contribuire a preservare la salute cerebrale nel lungo termine.
Con l’emergere di nuove evidenze, la combinazione di una dieta sana e l’integrazione di olio extravergine di oliva rappresentano un campo promettente per la ricerca futura nella lotta contro l’Alzheimer e altre malattie neurodegenerative.