Will Nevin, 25 anni, ha temuto una spaventosa diagnosi da parte dei medici, tanto che ha intrapreso un percorso di dimagrimento seguendo una dieta equilibrata e facendo esercizio fisico, perdendo ben 175 libbre in 11 mesi. Iniziò a percepire sensazioni di formicolio ai piedi, il che lo portò a chiedersi se fosse prediabetico.
Nel gennaio 2010, mentre viaggiava con gli amici dall’Alabama alla California, avvertì una stretta al petto e il cuore che batteva all’impazzata. Assunse il peggio e pensò di stare avendo un infarto, decidendo di non dire nulla ai suoi amici. Oggi riflette sulla scelta e riconosce che non fu saggio.
I sintomi svanirono lentamente, e il viaggio continuò. Non vedeva un medico da tre anni. Una paura persistente lo attanagliava: c’era forse qualcosa di gravemente sbagliato nella sua salute. Questa angoscia crebbe fino a spingerlo all’azione.
Tornato in Alabama, continuò a interrogarsi su una possibile condizione seria e potenzialmente letale. A volte, la preoccupazione era così intensa da sopraffarlo, ma decise di non condividerla. Oggi, ripensando a quei momenti, ammette che era «immischiato nell’autocommiserazione».
Passò un mese, le preoccupazioni continuavano, così come le sue abitudini di vita sedentaria. Poi, senza una chiara ragione, decise di recarsi alla palestra dell’università.
Durante la sua passeggiata, si rese conto che, a 24 anni, un giovane dovrebbe essere al massimo della forma fisica. Se si sentiva fuori forma, malato e debole a quell’età, significava che il suo picco era già passato o non si sarebbe mai realizzato, pensò.
Ricorda il suo primo giorno in palestra come se fosse entrato in un mondo sconosciuto, eccetto per il bancone dei frullati. Salì su un tapis roulant e riuscì a percorrere tre miglia.
Da quel giorno in poi, non saltò mai una sessione in palestra. Iniziò a informarsi e a modificare le sue abitudini alimentari, riducendo il consumo di carne rossa e aumentando quello di frutta e verdura.
Non consultò mai un medico, un nutrizionista o un personal trainer, una scelta di cui oggi si pente. Crede di essere stato fortunato che tutto sia andato per il verso giusto.
C’erano momenti in palestra in cui osservava gli altri e vedeva solo corpi perfetti, sentendosi scoraggiato e solo. A volte, pensieri negativi lo assalivano, facendogli credere di non poter mai assomigliare a loro.
Si sentì frustrato e deluso quando si pesò e non vide i risultati sperati. Questo è un problema comune: le persone con grandi aspettative spesso si sentono sopraffatte dalla realtà della bilancia.
Tuttavia, perseverò e i familiari iniziarono a notare i cambiamenti. I commenti come «Sembri diverso…» si trasformarono gradualmente in «Wow! Non ti riconosco più!». I suoi vestiti divennero troppo larghi e dovette acquistare nuovi capi.
Nevin, che studiava legge, provò una grande soddisfazione quando riuscì a salire le scale verso la sua aula di diritto senza ansimare. Oggi afferma di poter correre con facilità.
Dopo 11 mesi, il suo peso si attestava a 175 sterline, un calo del 50% rispetto al peso iniziale. Era giunto, dopo tanti sforzi, a quel numero magico: 175!
Ancora oggi, si guarda allo specchio e fatica a credere che sia lui.
Ora era pronto a vedere il suo medico per un check-up. Qualunque fosse il verdetto, si sentiva in grado di affrontarlo. Superò il controllo: era sano, un giovane in ottima forma.
Il prediabete è una condizione in cui il livello di zucchero nel sangue è anormalmente alto, ma non abbastanza per una diagnosi di diabete di tipo 2. La persona si trova sul punto di sviluppare il diabete. Se non si intraprendono misure come perdere peso, cambiare dieta e aumentare l’attività fisica, è probabile che alla fine si sviluppi il diabete. Anche nella fase di prediabete, possono già verificarsi danni a organi vitali come il cuore.
È fondamentale comprendere che la progressione dal prediabete al diabete di tipo 2 non è inevitabile, ma è prevenibile. Nella maggior parte dei casi, basta aumentare l’attività fisica, dimagrire e adottare un’alimentazione sana.
Obesità negli Stati Uniti: i tassi di obesità sono aumentati costantemente negli ultimi trent’anni. Anche in molte altre nazioni industrializzate si è registrato un aumento simile, ma i tassi statunitensi sono tra i più alti al mondo. Nel 1997, si stimava che il 19,4% degli adulti fosse obeso; questa percentuale è salita al 24,5% nel 2004, al 26,6% nel 2007 e al 33,8% nel 2008 (Fonte: CDC).
### Nuove Ricerche e Prospettive sul Prediabete e l’Obesità nel 2024
Recenti studi del 2024 evidenziano che l’epidemia di obesità continua a rappresentare una grave sfida per la salute pubblica. Secondo il CDC, si stima che oltre il 40% degli adulti negli Stati Uniti sia obeso. Le ricerche confermano che l’obesità è un fattore di rischio chiave per lo sviluppo del diabete di tipo 2, e che le persone con prediabete hanno un rischio maggiore di sviluppare complicazioni cardiovascolari.
Un nuovo studio pubblicato su «The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism» ha dimostrato che anche piccole perdite di peso (5-10% del peso corporeo) possono significativamente ridurre il rischio di sviluppare il diabete. Inoltre, l’integrazione di programmi di esercizio fisico regolari e un’alimentazione equilibrata ha portato a miglioramenti significativi nella salute metabolica.
Le linee guida attuali raccomandano un approccio multidisciplinare per affrontare il prediabete, che include l’intervento di medici, nutrizionisti e psicologi per supportare i pazienti nel cambiare le loro abitudini di vita.
Investire nella prevenzione dell’obesità e del prediabete è fondamentale per migliorare la salute pubblica e ridurre i costi sanitari a lungo termine. La consapevolezza e l’educazione su queste condizioni sono più importanti che mai, e storie di successo come quella di Nevin possono servire da esempio per molti.