L’assunzione di antibiotici per un lungo periodo durante la tarda età adulta è stata recentemente associata a un rischio maggiore di mortalità tra le donne, secondo le evidenze più aggiornate. Questo studio mette in luce un aspetto cruciale della salute femminile che merita attenzione.
Gli antibiotici sono stati frequentemente prescritti dai medici per oltre 70 anni, contribuendo a ridurre in modo significativo i tassi globali di malattie infettive e mortalità. Tuttavia, il loro uso indiscriminato ha portato alcuni patogeni a sviluppare resistenza, complicando ulteriormente il panorama clinico.
Non mancano gli effetti collaterali associati all’uso di antibiotici, tra cui nausea, diarrea e infezioni fungine che possono manifestarsi in diverse parti del corpo, come la bocca, il tratto digestivo e la vagina.
Antibiotici e Microbiota Intestinale
La comunità scientifica ha da tempo riconosciuto che l’uso di antibiotici influisce sul microbiota intestinale, l’insieme di microrganismi che popolano il nostro intestino. Studi precedenti hanno dimostrato che anche un singolo ciclo di antibiotici può alterare il microbioma intestinale per un anno intero. Gli autori di questo studio, pubblicato su una rivista scientifica di rilevanza, hanno concluso che gli antibiotici dovrebbero essere utilizzati solo in situazioni di reale necessità.
Nel loro articolo, gli autori sottolineano che anche un trattamento antibiotico in un individuo sano può contribuire alla resistenza agli antibiotici e causare effetti negativi a lungo termine nel microbioma intestinale.
«Le alterazioni del microbiota intestinale sono state correlate a una serie di disturbi potenzialmente mortali, tra cui malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro», afferma Lu Qi, coautore dello studio e professore di epidemiologia presso la Tulane University di New Orleans, in California.
«L’esposizione agli antibiotici modifica l’equilibrio e la composizione del microbioma intestinale, anche dopo la sospensione del trattamento. È fondamentale capire come l’assunzione di antibiotici possa influenzare il rischio di malattie croniche e mortalità».
Questi risultati sono stati presentati durante le sessioni scientifiche dell’American Heart Association (AHA) del 2018, incentrate su Epidemiologia e Prevenzione, Stile di vita e salute cardiometabolica, tenutesi a New Orleans, LA.
L’Età Fa la Differenza?
Il professor Qi e i suoi colleghi hanno indagato l’impatto dell’uso di antibiotici in diverse fasi della vita adulta e per periodi variabili sulla mortalità. Hanno analizzato i dati relativi all’uso di antibiotici da 37.510 donne di 60 anni e oltre, raccolti tra il 2004 e il 2012. All’inizio dello studio, nessuna partecipante presentava malattie cardiache o cancro.
Le loro ricerche hanno rivelato che l’assunzione di antibiotici per almeno due mesi in età avanzata era correlata a un incremento del 27% del rischio di morte per tutte le cause, rispetto a chi non li aveva assunti. Questo legame era particolarmente forte per le donne che avevano assunto antibiotici durante la mezza età, tra i 40 e i 59 anni.
In modo significativo, le donne che assumevano antibiotici per due mesi o più presentavano un rischio di morte per malattie cardiache superiore del 58% rispetto a quelle che non li usavano. Tuttavia, il gruppo di ricerca del professor Qi non ha trovato un’associazione tra uso di antibiotici e mortalità per cancro.
Queste associazioni si sono mantenute robuste anche considerando fattori come lo stile di vita, la dieta, l’obesità e l’uso di altri farmaci. Il professor Qi e i suoi colleghi evidenziano che la loro ricerca non stabilisce un nesso causale diretto tra l’uso di antibiotici e la mortalità, ma rileva un’associazione significativa.
Come sottolinea il professor Qi, «Questi risultati offrono una visione più chiara dei fattori di rischio per la mortalità globale e cardiovascolare».
«Abbiamo ora prove solide che indicano come le persone che assumono antibiotici per periodi prolungati in età adulta possano rappresentare un gruppo a rischio elevato, da considerare per interventi mirati a modificare i fattori di rischio e prevenire malattie cardiache e mortalità».
Nuove Ricerche e Prospettive nel 2024
Negli ultimi anni, sono emerse nuove ricerche che confermano e ampliano le scoperte precedenti. Ad esempio, uno studio recente pubblicato nel 2024 ha dimostrato che l’uso a lungo termine di antibiotici può alterare in modo significativo la composizione del microbioma, contribuendo a disturbi gastrointestinali e metabolici. Le analisi hanno rivelato che le donne che usano antibiotici per periodi prolungati mostrano una maggiore incidenza di malattie infiammatorie croniche, come la colite, e disturbi metabolici, come il diabete di tipo 2.
Inoltre, un’altra indagine ha suggerito che l’uso di probiotici in concomitanza con il trattamento antibiotico potrebbe mitigare alcuni effetti negativi sul microbiota intestinale, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per definire protocolli terapeutici ottimali.
È fondamentale continuare a monitorare e valutare l’uso di antibiotici, soprattutto in popolazioni vulnerabili come le donne in età avanzata. I medici devono essere cauti nel prescrivere antibiotici, considerando attentamente i benefici e i rischi, e promuovendo alternative quando possibile.
In conclusione, mentre gli antibiotici hanno avuto un ruolo cruciale nella medicina moderna, la loro gestione deve essere aggiornata alla luce delle nuove evidenze, per proteggere la salute e il benessere delle donne e della popolazione in generale.