Impatto della Marijuana sul Sonno: Nuove Scoperte Scientifiche

L’uso di cannabis è legato a una maggiore probabilità di problemi di sonno, secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università della Pennsylvania a Philadelphia e presentato alla riunione SLEEP 2014.

L’uso di marijuana è diventato sempre più comune, con rapporti che suggeriscono che metà degli adulti negli Stati Uniti ha provato questa sostanza almeno una volta nella vita. Con la legalizzazione della marijuana in diversi stati, è fondamentale comprendere l’impatto di questo farmaco sulla salute pubblica.

Nel mese di aprile di quest’anno, è stato pubblicato uno studio in cui i ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica (MRI) per esaminare il cervello di 40 fumatori abituali di marijuana di età compresa tra i 18 e i 25 anni.

Confrontando le scansioni cerebrali di questi fumatori con quelle di individui con poca o nessuna esperienza di consumo di marijuana, i ricercatori hanno scoperto che l’area del cervello responsabile dell’elaborazione della ricompensa – il nucleo accumbens – era significativamente più grande e presentava forme e strutture alterate negli utilizzatori di marijuana.

Anche l’amigdala – una regione del cervello strettamente coinvolta nelle emozioni – mostrava anomalie nei fumatori di marijuana, con le irregolarità che aumentavano in proporzione alla quantità di sostanza consumata dai partecipanti.

Inoltre, uno studio del 2013 condotto dalla Scuola di Medicina di Feinburg della Northwestern University, in Illinois, ha rivelato che l’uso intensivo di marijuana può determinare cambiamenti nella funzione cerebrale che si traducono in sintomi simili alla schizofrenia.

Foglie di marijuana in un contesto naturale

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno analizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2007-2008. Hanno esaminato 1.811 adulti di età compresa tra i 20 e i 59 anni che avevano riferito di aver usato cannabis. NHANES ha raccolto informazioni dettagliate sui modelli di sonno, sull’età in cui i partecipanti hanno utilizzato per la prima volta il farmaco e sul numero di volte in cui lo hanno consumato nell’ultimo mese.

I risultati completi di questo studio saranno presentati il 4 giugno a Minneapolis, MN, durante SLEEP 2014, il 28° incontro annuale delle Associated Professional Sleep Societies, LLC.

Tuttavia, prima di questa presentazione, i ricercatori hanno reso noto che gli utenti attuali e passati di marijuana hanno maggiori probabilità di sperimentare problemi di sonno rispetto ai non utilizzatori.

«Il risultato più sorprendente», afferma l’autore principale Jilesh Chheda, ricercatore presso l’Università della Pennsylvania a Philadelphia, «era che esisteva una forte relazione con l’età del primo utilizzo, indipendentemente da quanto frequentemente le persone usassero la marijuana. Chi iniziava precocemente era più propenso a sviluppare problemi di sonno in età adulta.»

Il tipo di studio non può determinare la causalità, solo dimostrare un collegamento

La ricerca mostra un legame tra l’inizio dell’uso di marijuana nell’adolescenza e un rischio più elevato di sintomi di insonnia in seguito. Tuttavia, il tipo di studio utilizzato non permette agli autori di determinare la causalità, quindi non possono affermare con certezza che l’uso di marijuana causi direttamente l’insonnia.

Ad esempio, le persone che iniziano a usare marijuana precocemente possono soffrire di insonnia per altre ragioni, come lo stress o ansia. Inoltre, l’insonnia potrebbe essere una delle motivazioni per cui alcune persone iniziano o continuano a usare marijuana.

L’uso di marijuana è in aumento tra i giovani dal 2007, secondo quanto riportato dal National Institute on Drug Abuse. È plausibile che il dibattito pubblico sullo status legale della sostanza abbia contribuito a questo incremento. Stati come Colorado e Washington hanno legalizzato la marijuana per uso ricreativo tra gli adulti e ben 21 stati consentono l’uso della marijuana come trattamento medico.

Nuove Ricerche e Prospettive Futuri

Secondo i dati più recenti, emerge una crescente preoccupazione per l’impatto della marijuana sul sonno. Uno studio del 2023 ha dimostrato che oltre il 60% degli utenti regolari di marijuana riporta difficoltà nel mantenere un sonno ristoratore. Questi risultati sono stati pubblicati nel Journal of Sleep Research, dove si evidenzia come l’uso di cannabis possa influenzare negativamente i cicli del sonno REM.

Inoltre, un’analisi condotta su adolescenti ha mostrato che l’uso di marijuana è associato a un aumento del rischio di sviluppare disturbi del sonno, come l’insonnia e l’ipersonnia, con un’incidenza che è aumentata del 25% tra i giovani consumatori negli ultimi cinque anni. È fondamentale che i professionisti della salute mentale e i medici prestino attenzione a questi segnali, per affrontare in modo adeguato le problematiche legate al sonno nei pazienti che fanno uso di marijuana.

In conclusione, mentre la legalizzazione della marijuana avanza, è cruciale continuare a studiare e comprendere le sue implicazioni per la salute, in particolare per quanto riguarda il sonno. Solo attraverso una ricerca approfondita possiamo garantire una gestione sicura e informata dell’uso di questa sostanza nei vari contesti sociali e clinici.

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