La curcumina, un principio attivo della spezia indiana curcuma, ha mostrato promesse significative nella lotta contro le metastasi nei pazienti affetti da cancro alla prostata. Recenti ricerche condotte dai ricercatori della Ludwig-Maximilians-Universität (LMU) a Monaco di Baviera, pubblicate nella rivista Carcinogenesis, evidenziano l’efficacia di questo composto naturale nell’inibire la diffusione della malattia.
Tradizionalmente, la curcuma è stata utilizzata per secoli per il trattamento di diverse condizioni, inclusa l’osteoartrite. Gli scienziati spiegano che la curcumina agisce bloccando le reazioni infiammatorie, un meccanismo fondamentale che contribuisce allo sviluppo del cancro.
Negli ultimi anni, vari studi hanno messo in luce un’ampia gamma di possibili applicazioni terapeutiche della curcumina. Ad esempio, nel marzo 2012, i ricercatori della Michigan State University hanno scoperto che la curcumina potrebbe offrire benefici anche per i pazienti affetti da malattia di Parkinson.
Il cancro alla prostata è una delle forme di neoplasia più diffuse nei paesi occidentali. Purtroppo, viene spesso diagnosticato in stadi avanzati, quando i tumori hanno già metastatizzato, aumentando in modo significativo il rischio di mortalità.
La dottoressa Beatrice Bachmeier e il suo team hanno condotto studi approfonditi sull’azione della curcumina come agente inibitore delle metastasi. Questo polifenolo, presente nella curcuma e ingrediente fondamentale del curry, ha dimostrato di avere effetti positivi nel contrastare la formazione di tumori metastatici, come già evidenziato in precedenti ricerche su modelli animali con carcinoma mammario avanzato.
La curcumina può avere usi medicinali per diversi tipi di cancro
Mitigazione delle Metastasi
Nel presente studio, Bachmeier e collaboratori hanno indagato sull’efficacia della curcumina nella prevenzione delle metastasi nei pazienti con carcinoma della prostata, cercando di chiarire anche il meccanismo d’azione di questo agente.
Inizialmente, hanno analizzato i processi molecolari anomali nelle cellule dei carcinomi prostatici. È emerso che la prostata e il cancro al seno condividono molte similitudini, spesso collegate a infiammazioni latenti o croniche. Le cellule tumorali di entrambi i tipi di cancro producono citochine pro-infiammatorie, come CXCL1 e CXCL2.
Utilizzando un modello murino, hanno dimostrato che la curcumina riduce l’espressione di queste citochine, portando a una diminuzione delle metastasi.
Bachmeier ha dichiarato:
«Grazie all’azione della curcumina, le cellule tumorali producono quantità ridotte di citochine che favoriscono le metastasi, riducendo significativamente la frequenza di formazione di metastasi nei polmoni, sia in modelli di carcinoma mammario che in quelli di carcinoma prostatico.»
Curcumina e Chemioprevenzione
Gli autori dello studio ritengono che la curcumina possa presentare proprietà benefiche nella prevenzione di tumori associati all’infiammazione, come quelli alla prostata e alla mammella, oltre a svolgere un ruolo chiave nell’inibire le metastasi.
Hanno sottolineato:
«Questo non implica che la curcumina debba essere considerata un sostituto delle terapie tradizionali; piuttosto, potrebbe contribuire in modo positivo alla prevenzione primaria, prima della formazione di un tumore vero e proprio, e alla riduzione delle metastasi. La sua buona tollerabilità è fondamentale, poiché può essere facilmente raccomandata a soggetti con un rischio aumentato di cancro.» Bachmeier ha affermato che gli esseri umani possono consumare in sicurezza fino a 8 grammi di curcumina. Le sue proprietà anti-infiammatorie sono state utilizzate nella medicina tradizionale cinese e indiana per secoli.
Un esempio di utilizzo profilattico potrebbe riguardare i pazienti con iperplasia benigna della prostata (BHP) o le donne con una storia familiare di cancro al seno.
I ricercatori ipotizzano anche che la curcumina possa avere effetti benefici come supplemento per altri tipi di tumore. Un’indagine condotta presso l’University of Michigan Comprehensive Cancer Center ha rivelato che la curcumina ha avuto effetti positivi su pazienti con tumori della testa e del collo.
È necessario condurre ulteriori ricerche per confermare questi risultati, preferibilmente attraverso studi clinici controllati. Attualmente, il team sta pianificando di avviare uno studio clinico controllato su pazienti affetti da carcinoma prostatico resistente alla terapia.
Scritto da Christian Nordqvist.
Nuove Ricerche nel 2024
A partire dal 2024, l’interesse per la curcumina nell’ambito della ricerca oncologica è cresciuto notevolmente. Studi recenti hanno indicato che la curcumina non solo ha capacità antinfiammatorie, ma potrebbe anche modulare il microambiente tumorale, rendendo le cellule tumorali più vulnerabili agli agenti terapeutici convenzionali. Inoltre, è emersa evidenza che la curcumina può migliorare l’efficacia della chemioterapia, riducendo gli effetti collaterali associati nei pazienti.
Un’analisi recentissima ha evidenziato che l’assunzione di curcumina può portare a una riduzione significativa dei marcatori infiammatori nel sangue, suggerendo un potenziale ruolo nella gestione del cancro alla prostata. In aggiunta, studi clinici in corso stanno esaminando l’uso della curcumina in combinazione con altre terapie mirate, con risultati promettenti.
Questi sviluppi offrono nuove prospettive per l’integrazione della curcumina come parte di un approccio terapeutico multidisciplinare, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici.