Bazedoxifene, un farmaco per l’osteoporosi approvato in Europa, ha dimostrato di bloccare la crescita delle cellule di cancro al seno, incluse quelle resistenti ai trattamenti attuali. Questo è stato riportato dai ricercatori del Duke Cancer Institute durante l’ENDO 2013, l’Annual Meeting della Endocrine Society, tenutasi a San Francisco, California, il 15 giugno 2013.
Il team di ricerca ha chiarito che il bazedoxifene non solo impedisce agli estrogeni di stimolare la crescita delle cellule tumorali, ma garantisce anche la degradazione del recettore per gli estrogeni, contrassegnandolo per la distruzione.
Lo studio è stato condotto da Suzanne Wardell, Donald McDonnell, Erik Nelson e Christina Chao, tutti appartenenti alla Duke University School of Medicine.
Bazedoxifene: Un Doppio Meccanismo d’Azione
Donald McDonnell, PhD, presidente del Dipartimento di Farmacologia e Biologia del Cancro della Duke, ha dichiarato:
«Abbiamo scoperto che il bazedoxifene si lega al recettore degli estrogeni e interferisce con la sua attività, ma la cosa sorprendente è che degrada anche il recettore, liberandolo dalla cellula».
Nelle colture cellulari e negli studi sugli animali, i ricercatori hanno osservato che il bazedoxifene:
- blocca la crescita nelle cellule estrogeno-dipendenti
- inibisce la crescita di cellule diventate resistenti al tamoxifene e/o agli inibitori dell’aromatasi, due dei farmaci più comunemente utilizzati per il trattamento del cancro al seno estrogeno-dipendente.
Attualmente, per i pazienti le cui cellule tumorali hanno sviluppato resistenza, si ricorre a chemioterapici altamente tossici, associati a effetti collaterali significativi.
Bazedoxifene, somministrato per via orale, appartiene a una classe di farmaci conosciuti come SERMs (modulatori selettivi del recettore degli estrogeni). Questi farmaci possono mimare l’azione degli estrogeni in alcuni tessuti, mentre bloccano la loro attività in altri. Il tamoxifene è anch’esso un SERM, ma il bazedoxifene presenta anche caratteristiche dei SERD (degradatori selettivi del recettore degli estrogeni), che segnano il recettore per la distruzione, cosa che il tamoxifene non riesce a fare.
L’autrice principale, Suzanne Wardell, PhD, ha affermato:
«Poiché il farmaco rimuove il recettore degli estrogeni come bersaglio dalla degradazione, è meno probabile che la cellula tumorale sviluppi un meccanismo di resistenza, poiché stiamo eliminando il bersaglio».
McDonnell ha aggiunto che la maggior parte degli scienziati aveva ipotizzato che, una volta che le cellule tumorali diventassero resistenti al tamoxifene, sarebbero state anche resistenti ai SERD.
McDonnell ha detto: «Abbiamo scoperto che il recettore per gli estrogeni rimane un bersaglio valido, anche dopo lo sviluppo della resistenza al tamoxifene».
Bazedoxifene: Efficacia contro le Cellule Tumorali Resistenti
Gli scienziati hanno testato diversi tipi di cellule di cancro al seno, comprese quelle sensibili al tamoxifene ma resistenti a lapatinib, un farmaco impiegato per i pazienti con carcinoma mammario avanzato i cui tumori presentano la mutazione del gene HER2. Studi precedenti avevano dimostrato che queste cellule riattivano la segnalazione estrogenica, acquisendo così resistenza ai farmaci. Il bazedoxifene ha anche dimostrato di inibire la loro crescita.
Il bazedoxifene agisce come estrogeno nel tessuto osseo, proteggendolo dalla distruzione. Essendo un farmaco approvato dalla FDA, ha già superato studi di efficacia e sicurezza per l’osteoporosi e potrebbe rappresentare un’opzione a breve termine per le donne con carcinoma mammario avanzato che non hanno risposto ad altre terapie, ha scritto Wardell.
Bazedoxifene è stato approvato nell’aprile 2009 dalla Commissione Europea con il marchio Conbriza® per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale nelle donne a maggior rischio di frattura.
Il principale effetto collaterale associato alla terapia con bazedoxifene è rappresentato dalle vampate di calore.
Nuove Prospettive di Ricerca sul Bazedoxifene nel 2024
Recenti studi hanno rivelato che il bazedoxifene non solo presenta un potenziale nella lotta contro il cancro al seno, ma potrebbe anche avere un ruolo significativo nel trattamento di altre neoplasie ormono-sensibili. Secondo dati aggiornati, la sua combinazione con altre terapie mirate sta mostrando risultati promettenti, aumentando l’efficacia complessiva del trattamento e riducendo la resistenza ai farmaci. Inoltre, è emerso che il bazedoxifene potrebbe agire sulla modulazione del microambiente tumorale, influenzando la risposta immunitaria e potenziando l’efficacia della terapia immunologica.
Statistiche recenti indicano che l’uso di bazedoxifene in contesti oncochirurgici potrebbe ridurre significativamente il rischio di recidiva nei pazienti con tumori ormono-sensibili. In attesa di ulteriori ricerche cliniche, il bazedoxifene sta emergendo come un alleato fondamentale nella lotta contro il cancro, offrendo nuove speranze alle pazienti e agli oncologi.
Scritto da Christian Nordqvist