In una prima mondiale, uno studio clinico australiano ha dimostrato che la biopsia guidata da risonanza magnetica (MRI) migliora significativamente la diagnosi di cancro alla prostata potenzialmente letale e riduce la diagnosi di casi non in pericolo di vita, evitando così gli effetti collaterali di un trattamento non necessario.
Attualmente, per scoprire se un uomo ha il cancro alla prostata, dopo un test che mostra livelli elevati di antigene prostatico specifico (PSA), è necessario sottoporsi a una procedura dolorosa chiamata biopsia ultrasonica transrettale (TRUSGB). Questa procedura può comportare fino a 30 agobiopsie casuali della ghiandola prostatica attraverso il retto.
Con il nuovo approccio guidato dalla risonanza magnetica, i medici eseguono prima una scansione MRI, ottenendo così un’idea molto più chiara di dove potrebbe trovarsi il tumore nella prostata.
Se la scansione indica la necessità di ulteriori indagini, si limitano a prelevare due campioni di ago dalla zona sospetta, risparmiando così il disagio di molte biopsie.
Questo nuovo sistema impiega una tecnica nota come risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI).
mpMRI e Riduzione del Sovra-Trattamento
L’urologo Dr. Les Thompson, che ha condotto la sperimentazione clinica biennale presso il Wesley Hospital di Brisbane, afferma:
«Questo rappresenta un miglioramento significativo in termini di precisione diagnostica, riducendo il disagio per i pazienti e risparmiando a molti uomini il peso di biopsie prostatiche multiple».
«Questa nuova tecnica di imaging mpMRI contribuirà a limitare il trattamento eccessivo di uomini con tumori alla prostata non letali, prevenendo i possibili effetti collaterali del trattamento», aggiunge.
Lui e i suoi collaboratori riportano nella rivista che l’uso di mpMRI ha portato a:
- Dimezzare (ridotto del 51%) il numero di uomini che necessitano di biopsie prostatiche.
- Raggiungere una sensibilità del 92% nella diagnosi di malattie potenzialmente letali (rispetto al metodo TRUSGB attualmente in uso, che presenta una sensibilità del 70% nella diagnosi di cancro alla prostata grave).
- Ridurre il problema dell’eccesso di diagnosi di cancro alla prostata non mortale di circa il 90%.
Lo studio ha coinvolto 223 pazienti con livelli di PSA elevati. Tutti i pazienti hanno subito entrambe le procedure diagnostiche: il TRUSGB standard e il nuovo metodo, in cui una scansione mpMRI è eseguita in primo luogo, seguita da biopsia RM guidata solo nei pazienti la cui immagine MRI indica un cancro alla prostata ad alto rischio.
Tre Parametri Fondamentali dell’mpMRI
Il co-investigatore Dr. Rob Parkinson, radiologo specialista, spiega che l’mpMRI utilizza tre parametri durante la scansione della prostata e afferma:
«L’imaging pesato in diffusione, uno di questi tre parametri, valuta il movimento delle molecole all’interno dei tessuti. Una mappa di imaging viene generata matematicamente da queste informazioni, e il cancro alla prostata appare come un’area scura».
Nella TRUSGB, che utilizza ultrasuoni per guidare il campionamento bioptico, i campioni sono prelevati in modo casuale da diverse aree della prostata. Tuttavia, quando si eseguono biopsie seguendo un mpMRI della prostata, «sai esattamente dove si trova il tumore e quindi dove indirizzare l’ago per la biopsia», spiega.
Uno dei problemi che potrebbero sorgere nell’adottare il nuovo sistema come strumento diagnostico è l’aumento dei costi associati alla risonanza magnetica.
Secondo un rapporto del canale di notizie, il Dr. Thompson sta attualmente facendo campagna affinché la risonanza magnetica venga inserita nell’elenco delle prestazioni coperte da Medicare, analogamente a quanto avviene per le mammografie per lo screening del seno.
I sostenitori della campagna affermano che il costo della risonanza magnetica è inferiore rispetto ai costi sociali ed emotivi derivanti da diagnosi errate che si verificano con il metodo attuale.
Secondo l’American Cancer Society, il cancro alla prostata si verifica principalmente negli uomini più anziani: circa 6 casi su 10 sono diagnosticati in uomini di età pari o superiore a 65 anni. Circa 1 uomo su 7 riceverà una diagnosi di cancro alla prostata nel corso della propria vita.
Il cancro alla prostata è la seconda causa di morte per cancro negli uomini americani, dopo il cancro ai polmoni. Tuttavia, sebbene sia una malattia seria, la maggior parte degli uomini con diagnosi di cancro alla prostata non muore a causa di esso. Attualmente, ci sono circa 2,5 milioni di uomini negli Stati Uniti che convivono con il cancro alla prostata.
Questo studio è stato sponsorizzato dal Wesley Research Institute e dalla Thorsen Foundation.
Recentemente, è emerso uno studio condotto nel Regno Unito dove i ricercatori hanno individuato un possibile biomarcatore che potrebbe migliorare la diagnosi precoce del cancro alla prostata. Le loro scoperte, pubblicate in una rivista scientifica, potrebbero aprire la strada a strumenti di diagnosi più efficaci.
Nuove Prospettive per la Diagnosi Precoce
Con l’avanzamento della tecnologia e la continua ricerca nel campo, è fondamentale rimanere aggiornati sulle ultime scoperte. Le tecniche come l’mpMRI rappresentano un passo avanti nella lotta contro il cancro alla prostata, ma è essenziale continuare a investire in studi e ricerche per garantire che le diagnosi siano sempre più precise e tempestive.
Studi futuri potrebbero esplorare ulteriormente l’utilizzo di biomarcatori e tecnologie avanzate per migliorare ulteriormente la rilevazione precoce di questo tipo di cancro, portando a trattamenti meno invasivi e a una qualità di vita migliore per i pazienti.