Gli scienziati affermano di aver trovato prove significative che suggeriscono come la genetica giochi un ruolo cruciale nella risposta immunitaria, influenzando la nostra capacità di combattere le malattie. Questo è il risultato di uno studio pubblicato su una rivista scientifica di rilievo.
Un team di ricercatori internazionali, impegnato nello studio di invecchiamento SardiNIA e guidato da Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio Nazionale delle Ricerche in Italia, ha analizzato circa 8,2 milioni di varianti geniche in campioni di sangue prelevati da 1.629 sardi.
Per chiarire le basi della loro ricerca, i ricercatori evidenziano che il sistema immunitario è composto da due linee di difesa: il sistema immunitario innato e quello adattativo.
Il sistema immunitario innato utilizza la pelle, il muco e specifiche cellule e molecole come barriere per impedire l’ingresso di germi nocivi (agenti patogeni) nel corpo.
D’altro canto, il sistema immunitario adattativo è responsabile della produzione, immagazzinamento e trasporto di cellule e molecole, attivando risposte specifiche per difendersi da agenti patogeni.
I ricercatori affermano che il sistema immunitario si è evoluto per combattere alcuni agenti patogeni e tipi di cancro, ma notano che alti livelli di funzione immunitaria possono anche rendere l’organismo più vulnerabile a malattie autoimmuni, che si verificano quando il sistema immunitario attacca le cellule sane del proprio corpo.
Poiché il numero di cellule del sistema immunitario adattivo che aggrediscono germi nocivi o cellule sane sembra essere regolato dalla genetica, il team ha voluto investigare se questa particolare risposta immunitaria potesse essere ereditata.
Le varianti di una singola lettera nei geni si trovano naturalmente in tutto il DNA, affermano i ricercatori, sebbene generalmente non influenzino tratti specifici. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui certe varianti genetiche sono più comuni in individui con particolari tratti o patologie.
L’immunità è nei geni
Dalla loro analisi, i ricercatori hanno identificato 89 varianti geniche indipendenti su 53 siti collegati al genoma responsabile della regolazione della produzione di cellule del sistema immunitario.
Il team ha scoperto che le varianti di determinati geni esercitano effetti significativi sui livelli di uno o più tipi specifici di cellule immunitarie.
Inoltre, è emerso che alcuni di questi geni sono anche implicati nel rischio di varie malattie autoimmuni, come la colite ulcerosa, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide e la malattia celiaca.
David Schlessinger, capo del Laboratorio di Genetica presso l’Istituto Nazionale di Invecchiamento (NIA) e coautore dello studio, afferma:
«Sappiamo che alcune malattie hanno una predisposizione familiare: da questo studio, volevamo scoprire quanto della resistenza immunitaria o della suscettibilità alle malattie sia ereditato all’interno delle famiglie.
Se tua madre è raramente malata, ad esempio, significa che non devi preoccuparti del virus che circola? L’immunità è nei geni? Secondo i nostri risultati, la risposta è sì, almeno in parte.»
I ricercatori sostengono che comprendere i geni che influenzano il sistema immunitario e il rischio di malattie autoimmuni potrebbe rappresentare il primo passo verso lo sviluppo di terapie personalizzate, adattate ai bisogni individuali.
Tuttavia, avvertono che sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio il ruolo della genetica nelle «dinamiche complesse del sistema immunitario».
Recentemente, è stato riportato uno studio che suggerisce come un particolare gruppo di cellule immunitarie possa contribuire alla diffusione del cancro nel corpo. Questo mette in luce l’importanza di comprendere non solo il sistema immunitario, ma anche come le sue cellule possano interagire con le patologie oncologiche.
Nuove Prospettive per il Futuro
Nel 2024, la ricerca continua a evolversi, portando a nuove scoperte che potrebbero rivoluzionare il nostro approccio alla salute. Ad esempio, studi recenti hanno dimostrato che la personalizzazione dei trattamenti immunoterapici, basati su profili genetici individuali, potrebbe migliorare significativamente i risultati clinici nei pazienti affetti da cancro. Inoltre, la comprensione delle interazioni tra genetica e ambiente sta aprendo nuove strade nella prevenzione delle malattie autoimmuni.
Un’analisi approfondita delle varianti genetiche ha rivelato correlazioni sorprendenti non solo con le malattie autoimmuni, ma anche con la risposta alle vaccinazioni, suggerendo che le caratteristiche genetiche possono influenzare l’efficacia dei vaccini. Questo pone l’accento sull’importanza di studi futuri mirati a comprendere come la genetica possa guidare strategie di vaccinazione più efficaci.