Gli uomini con diabete di tipo 2 e bassi livelli di testosterone possono beneficiare in modo significativo del trattamento con testosterone, come evidenziato in uno studio fondamentale pubblicato nel 2006.
Il Dr. Paresh Dandona, un’autorità nel campo della medicina, del Dipartimento di Medicina della Jacobs School of Medicine e Scienze Biomediche dell’Università di Buffalo (UB), NY, insieme al suo team, ha già dimostrato che bassi livelli di testosterone sono associati a una diminuita sensibilità all’insulina.
Nel 2004, hanno stabilito un chiaro collegamento tra bassi livelli di testosterone e il diabete di tipo 2. Sei anni dopo, hanno ampliato la loro ricerca all’obesità. In uno studio condotto su oltre 2000 uomini, hanno scoperto che il 33% dei partecipanti con diabete di tipo 2, sia obesi che non, presentava bassi livelli di testosterone, così come il 25% dei maschi non diabetici obesi.
Nel 2012, il team ha rivelato che i ragazzi obesi avevano il 50% in meno di testosterone rispetto ai loro coetanei magri. Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato un legame tra obesità, stress ossidativo e infiammazione, notando che i mediatori dell’infiammazione possono interferire con la segnalazione dell’insulina.
Testosterone: antinfiammatorio e insulino-sensibilizzante?
Nel presente studio, il team ha ipotizzato che il testosterone possa fungere da agente antinfiammatorio e sensibilizzante dell’insulina. È risaputo che il testosterone riduce l’adiposità e promuove l’aumento della massa muscolare.
I partecipanti allo studio erano 94 uomini con diabete di tipo 2, di cui 44 presentavano bassi livelli di testosterone. Prima del trattamento, questi ultimi mostravano livelli significativamente più bassi di geni coinvolti nella segnalazione dell’insulina e una diminuita sensibilità all’insulina.
Gli uomini con basso testosterone sono stati randomizzati a ricevere un’iniezione di testosterone o un placebo ogni settimana per 24 settimane. Pur non modificando il peso corporeo, il testosterone ha portato a una riduzione del grasso corporeo totale di 3 chilogrammi (oltre 6 libbre) e a un incremento della massa muscolare della stessa quantità.
Inoltre, si è registrato un notevole aumento della sensibilità all’insulina, evidenziato da un incremento del 32% nell’assorbimento di glucosio da parte dei tessuti in risposta all’insulina, insieme a un analogo incremento nell’espressione dei geni chiave per la segnalazione dell’insulina. Anche i livelli di glucosio a digiuno sono diminuiti significativamente, con una riduzione di 12 milligrammi per decilitro.
Tuttavia, i livelli di emoglobina A1C (HbA1c) dei pazienti non sono diminuiti, un indicatore che suggerisce che il testosterone potrebbe essere utile nel controllo del diabete. Il Dr. Dandona ritiene che, con studi a lungo termine, si potrebbe osservare un miglioramento significativo dell’HbA1c.
Il testosterone potrebbe essere un ormone metabolico?
Dandona afferma che questa è la prima prova definitiva che il testosterone possa fungere da sensibilizzatore dell’insulina, suggerendo quindi che possa essere considerato un ormone metabolico. Aggiunge:
«Il trattamento con testosterone, dove indicato, non solo migliorerà la funzione sessuale, ma aumenterà anche la forza e la densità ossea dei muscoli scheletrici».
Per gli studi futuri, i ricercatori dell’UB sono interessati a esplorare come il trattamento con testosterone incida sulla resistenza all’insulina e sull’infiammazione in specifiche popolazioni di pazienti, compresi quelli con insufficienza renale cronica e ipogonadismo.
Il Dr. Dandona e i suoi colleghi hanno precedentemente riportato che 2 uomini su 3 con diabete di tipo 2 e malattia renale cronica presentano bassi livelli di testosterone. Tra i pazienti in dialisi, un sorprendente 90% ha livelli ridotti di testosterone.
Nuove Prospettive e Ricerche Recenti
Recentemente, studi hanno suggerito che una dieta ricca di alimenti freschi e preparati in casa possa contribuire a ridurre il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Questo approccio alimentare, unito a trattamenti come quello con testosterone, potrebbe rappresentare una strategia efficace per gestire e prevenire il diabete. Inoltre, è fondamentale continuare a monitorare i livelli ormonali nei pazienti diabetici per identificare eventuali carenze e agire tempestivamente, migliorando così la loro qualità di vita e riducendo il rischio di complicanze associate al diabete.