SLA e Lunghezza Delle Dita: Nuove Scoperte Scientifiche

Le persone affette da SLA, la forma più comune di malattia dei motoneuroni, conosciuta negli Stati Uniti come Malattia di Lou Gehrig, hanno una probabilità maggiore di presentare anulari relativamente lunghi. Questo è quanto emerge da un nuovo studio condotto dall’Istituto di Psichiatria (IoP) del King’s College di Londra, pubblicato di recente sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry.

Tuttavia, è importante sottolineare che i risultati non implicano affatto che avere un anulare lungo aumenti il rischio di SLA; piuttosto, sembrano suggerire che alcuni fattori prenatali possano influenzare lo sviluppo della malattia in età avanzata.

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia devastante che colpisce i motoneuroni, le cellule del cervello e del sistema nervoso responsabili dei movimenti. La progressione della malattia porta a una crescente paralisi e, infine, alla morte per insufficienza respiratoria. La sopravvivenza media dopo la diagnosi si aggira intorno ai due anni.

Le cause della SLA rimangono in gran parte sconosciute: i geni giocano un ruolo importante, così come i fattori ambientali, tra cui l’esposizione al testosterone durante la vita fetale.

Il testosterone è spesso associato a caratteristiche maschili, aggressività e prestazioni atletiche. Gli uomini, che sono esposti a livelli più elevati di questo ormone prima della nascita, risultano anche più propensi delle donne a sviluppare la SLA.

Studi recenti hanno dimostrato che il testosterone è cruciale per il mantenimento della salute neuronale, proteggendo i neuroni da danni dopo infortuni o malattie. Inoltre, è stato osservato che l’esposizione a livelli più elevati di testosterone durante la gestazione è correlata a una maggiore lunghezza dell’anulare rispetto all’indice.

Nel presente studio, i ricercatori del King’s College di Londra e del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche dell’Università di Oxford hanno voluto testare se l’esposizione prenatale a elevate concentrazioni di testosterone, piuttosto che il sesso maschile, potesse aumentare il rischio di SLA. Hanno ipotizzato che tale esposizione potesse rendere i motoneuroni meno reattivi a questo ormone.

Guidati dal professor Ammar Al-Chalabi, un esperto in neurologia e malattie complesse, i ricercatori hanno utilizzato il rapporto tra la lunghezza dell’indice e quella dell’anulare come indicatore di esposizione prenatale al testosterone. Se la loro teoria fosse confermata, avrebbero dovuto osservare che gli individui con SLA avessero un rapporto 2D:4D (lunghezza dell’indice rispetto a quella dell’anulare) inferiore rispetto ai controlli sani.

Il rapporto 2D:4D si calcola dividendo la lunghezza dell’indice della mano destra per quella dell’anulare sulla stessa mano; un valore più basso indica una lunghezza relativa maggiore dell’anulare.

Per il loro studio, hanno analizzato le immagini digitali delle mani di 47 persone affette da SLA e 63 volontari sani. Per ridurre al minimo gli errori di misurazione e prevenire bias, ogni campione è stato misurato quattro volte da diversi ricercatori, che non sapevano a quale gruppo appartenessero le immagini.

I risultati hanno rivelato che il rapporto 2D:4D era significativamente più basso nelle persone con SLA rispetto ai controlli.

Al-Chalabi ha dichiarato che queste scoperte suggeriscono che i motoneuroni sono influenzati da fattori prenatali che potrebbero renderli più vulnerabili in età avanzata:

«Le lunghezze delle dita sembrano riflettere l’equilibrio ormonale nell’utero; ciò che osserviamo come tendenza verso anulari più lunghi è solo un indicatore dell’equilibrio ormonale durante la gravidanza.»

«Una tendenza simile è stata osservata anche negli sportivi e negli uomini, il che significa che non possiamo affermare che qualcuno con un rapporto basso possa sviluppare una malattia dei motoneuroni; è solo un indicativo di vulnerabilità», ha spiegato.

La Motor Neurone Disease Association (MNDA) ha inoltre avvertito che queste scoperte non implicano che le persone con un basso rapporto indice-anulare siano più a rischio di sviluppare la MND. Hanno sottolineato che:

«L’esposizione a un solo fattore di rischio, come alti livelli di testosterone nell’utero, non può causare MND.»

È fondamentale considerare che, nella maggior parte dei casi, la causa della malattia dipende da una combinazione di fattori, inclusi quelli genetici e ambientali.

Il dott. Brian Dickie, direttore della ricerca e sviluppo della MNDA, ha commentato che si tratta di uno studio ben condotto, ma che solleva interrogativi su come eventi prenatali possano contribuire allo sviluppo della SLA. Ha aggiunto che è necessario confermare queste scoperte in gruppi più ampi e approfondire come l’esposizione a elevati livelli di testosterone durante la gestazione influisca sulla futura degenerazione neuronale, per fornire agli scienziati indicazioni sui meccanismi sottostanti della malattia.

«Il basso rapporto indice-anulare nella SLA sporadica supporta l’ipotesi di vulnerabilità neuronale definita in modo predominante», hanno concluso i ricercatori.

Umesh Vivekananda, Zita-Rose Manjalay, Jeban Ganesalingam, Jacqueline Simms, Christopher E Shaw, P Nigel Leigh, Martin RTurner, Ammar Al-Chalabi.
J Neurol Neurosurg Psychiatry, vol. 82 n. 6 635-637, pubblicato online per la prima volta: 6 maggio 2011.
DOI: 10.1136/jnnp.2010.237412

Altre fonti: IOP, MNDA.

Scritto da: Catharine Paddock, PhD

Nuove Prospettive sulla SLA e l’Influenza Prenatale

Nel 2024, nuove ricerche continuano a esplorare il legame tra SLA e fattori prenatali. Uno studio recente ha evidenziato come l’esposizione a tossine ambientali durante la gravidanza possa influenzare lo sviluppo neurologico del feto. Questi stressor potrebbero interagire con i geni predisponenti alla SLA, aumentando il rischio di manifestazione della malattia in età adulta.

Inoltre, le indagini epidemiologiche stanno cominciando a rivelare che stili di vita e alimentazione delle madri possono giocare un ruolo cruciale. Ad esempio, una dieta ricca di antiossidanti durante la gravidanza è stata associata a un miglioramento della salute neurologica nei neonati.

È fondamentale continuare a indagare su come queste interazioni tra fattori biologici e ambientali possano contribuire a una maggiore vulnerabilità alla SLA. La comunità scientifica è unita nel cercare di comprendere meglio le complesse dinamiche che possono portare a questa malattia devastante, sperando di identificare nuove strategie di prevenzione e trattamento.

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