Le statine, note anche come inibitori della reduttasi HMG-CoA, sono farmaci prescritti per le persone con alti livelli di colesterolo. Questi farmaci bloccano l’azione di un enzima, la HMG-CoA reduttasi, prodotto nel fegato e necessario per la produzione di colesterolo. Questo è il motivo per cui vengono definiti inibitori della reduttasi HMG-CoA.
Il colesterolo è essenziale per il funzionamento del corpo umano, ma livelli elevati possono portare a condizioni gravi, come l’aterosclerosi, in cui le placche di colesterolo si accumulano nelle arterie, riducendo il flusso sanguigno. Le statine sono efficaci nel ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e nel diminuire il rischio di ictus, infarto e angina.
Nonostante i loro benefici, le statine sono state associate a vari eventi avversi (effetti collaterali indesiderati), suscitando dubbi tra i pazienti riguardo alla loro sicurezza. Questo articolo mira a esaminare alcuni studi che analizzano i vantaggi e i rischi delle statine.
**Rischio di diabete** – Gli scienziati dell’Università di San Giorgio a Londra e dell’Università di Glasgow in Scozia hanno analizzato cinque studi pubblicati tra il 2005 e il 2010 sulle statine. Hanno riscontrato un legame tra l’assunzione di alte dosi di statine e un aumento del rischio di diabete, con un incremento del 12% nei pazienti che assumevano dosi elevate. Tuttavia, hanno sottolineato che i benefici nel ridurre gli eventi cardiaci gravi superano di gran lunga questo rischio. (Link all’articolo)
**Pazienti a basso rischio cardiaco** – I ricercatori del Cochrane Heart Group della London School of Hygiene and Tropical Medicine hanno dichiarato che non ci sono prove sufficienti che le statine possano beneficiare i pazienti con cardiopatia a basso rischio. Il team, guidato da Fiona Taylor, ha avvertito che i medici dovrebbero essere cauti nel prescrivere statine a pazienti a basso rischio, specialmente considerando come queste influenzano le persone senza una storia di malattie cardiovascolari. (Link all’articolo)
**Storia di emorragia** – Uno studio condotto presso il Massachusetts General Hospital e la Harvard Medical School ha suggerito che i pazienti con una storia di emorragia potrebbero scoprire che le statine aumentano il rischio di recidiva, superando i benefici. Scrissero:
«Un particolare sottogruppo di pazienti per i quali l’utilità dell’uso di statine non è chiara sono quelli ad alto rischio di emorragia intracerebrale. L’aumento dell’incidenza di emorragia intracerebrale osservata tra i soggetti trattati con statine in uno studio clinico di prevenzione dell’ictus secondario è motivo di preoccupazione.»
**Lupus infantile** – I bambini con lupus non dovrebbero ricevere statine, nonostante il loro aumento del rischio di malattie coronariche in età adulta, secondo alcuni ricercatori del Duke University Medical Center. Anche se le statine migliorano i livelli di lipidi e CRP (proteina C-reattiva), il loro effetto sulla aterosclerosi non è sufficiente per giustificare un uso di routine nei bambini con lupus. I rischi a lungo termine associati alle statine superano i benefici. (Link all’articolo)
Statine e danni al fegato
Le statine possono aumentare i livelli degli enzimi epatici. Se l’aumento è lieve, la maggior parte dei pazienti può continuare ad assumerle. Tuttavia, in caso di un aumento significativo, il paziente deve interrompere il trattamento per evitare danni permanenti al fegato.
I pazienti che assumono determinati farmaci, come gemfibrozil (Lopid) e niacina, presentano un rischio maggiore di sviluppare problemi al fegato se sono anche in terapia con statine. È necessario che i pazienti in terapia con statine si sottopongano a un esame del sangue sei settimane dopo l’inizio del trattamento per monitorare la funzionalità epatica. Dovrebbero inoltre effettuare esami del sangue annuali se non si riscontrano problemi.
Statine e problemi muscolari
Le statine possono causare la miopatia, un’infiammazione dei muscoli, che si manifesta con dolore e tenerezza. Maggiore è la dose di statine, maggiore è la probabilità di avvertire questi disturbi.
Nei casi gravi, può svilupparsi la rabdomiolisi, caratterizzata dalla rottura dei muscoli, che rilascia mioglobina nel flusso sanguigno, causando danni renali.
I pazienti in terapia con statine che iniziano a avvertire dolori muscolari dovrebbero informare il proprio medico. Secondo l’American Heart Association:
«Per chi sperimenta la miopatia con una statina, è importante discutere altre opzioni con il proprio medico. I pazienti che non presentano effetti collaterali dovrebbero continuare il trattamento, a meno che non siano consigliati di interromperlo per altre ragioni. Il raro effetto collaterale della rabdomiolisi, segnalato dall’urina scura, richiede l’interruzione immediata del farmaco e una consultazione urgente con il medico.» (Link alla dichiarazione)
Effetto delle statine sulle cellule cerebrali
Uno studio del 2009 pubblicato sul Journal of Lipid Research ha evidenziato che le statine possono avere effetti variabili sulle cellule cerebrali, sia positivi che negativi. Gli autori hanno raccomandato ai medici di prestare particolare attenzione nel determinare il dosaggio appropriato, specialmente per gli anziani.
John Albers e il suo team hanno confrontato la simvastatina e la pravastatina su neuroni e astrociti. Hanno scoperto significative differenze tra i due farmaci: la simvastatina riduceva l’espressione del trasportatore di colesterolo ABCA1 negli astrociti di circa l’80%, mentre la pravastatina del 50%. Entrambe hanno aumentato l’espressione della proteina Tau, legata alla malattia di Alzheimer. La pravastatina ha anche incrementato l’espressione della proteina precursore dell’amiloide (APP), un altro indicatore della malattia di Alzheimer.
I livelli di colesterolo cerebrale tendono a diminuire con l’età, e i ricercatori si sono chiesti se gli effetti della terapia con statine potessero contribuire a deficit cognitivi temporanei o permanenti negli anziani. (Link all’articolo)
Al contrario, scienziati olandesi hanno scoperto che le statine possono proteggere le cellule nervose dai danni, come quelli osservati nel cervello di pazienti affetti da malattia di Alzheimer. In esperimenti su animali, quando le cellule nervose venivano sovrastimolate, il trattamento con lovastatina preveniva la morte di queste cellule e la perdita di memoria associata. Le statine sembrano stimolare la capacità protettiva del fattore di necrosi tumorale, che svolge un ruolo chiave nella risposta immunitaria del cervello.
Questi risultati suggeriscono che le statine potrebbero avere un ruolo terapeutico più ampio di quanto attualmente riconosciuto. (Link all’articolo)
Statine e complicanze tendinee
Nel 2008, i ricercatori del Rouen University Hospital in Francia hanno identificato 96 casi di complicanze tendinee attribuibili alle statine tra il 1990 e il 2005. Questi includevano rotture tendinee e tendiniti, la maggior parte dei casi.
Il loro studio ha rivelato che, su 4.597 effetti collaterali legati alle statine, circa il 2% erano dovuti a complicanze tendinee, con sintomi che si manifestano generalmente entro otto mesi dall’inizio del trattamento. Il tendine d’Achille risultava il più colpito, con gonfiore, calore, rigidità e dolore come i sintomi più comuni. Diciassette pazienti necessitarono di ricovero ospedaliero a causa della gravità dei sintomi, che miglioravano dopo l’interruzione delle statine e ritornavano alla riassunzione del trattamento.
Molte complicanze tendinee potrebbero non essere state segnalate, suggerendo che, sebbene la prevalenza sia bassa, tutte le statine hanno il potenziale di causare tali problemi, anche a dosaggi raccomandati. (Link all’articolo)
Le statine sono buone o cattive
La risposta a questa domanda non è semplice. Se un paziente presenta una grave reazione epatica mentre assume statine, è chiaro che questi farmaci possono essere dannosi. Tuttavia, un medico esperto sarà in grado di valutare correttamente la situazione. La maggior parte degli studi concorda nel ritenere che i benefici delle statine, se prescritte correttamente e ai pazienti giusti, superano di gran lunga i rischi.
**Aggiornamenti Recenti sul Tema delle Statine**
Negli ultimi anni, la ricerca sulle statine ha continuato a evolversi, evidenziando sia i benefici terapeutici che i potenziali rischi. Nuovi studi hanno dimostrato che le statine possono ridurre il rischio di eventi cardiovascolari anche in pazienti senza un alto livello di colesterolo, suggerendo che la loro somministrazione potrebbe essere utile in una popolazione più ampia.
Inoltre, recenti meta-analisi hanno confermato che il beneficio netto delle statine, specialmente nei pazienti con malattie cardiovascolari preesistenti, è significativo, con una riduzione del rischio di morte per cause cardiache e di eventi avversi.
Infine, sono stati condotti studi per identificare marcatori genetici che potrebbero predire la risposta individuale alle statine, aprendo la strada a trattamenti più personalizzati e mirati.
In sintesi, mentre le statine rimangono un argomento controverso, le evidenze recenti supportano il loro uso in contesti appropriati, sottolineando l’importanza di un approccio personalizzato nella loro prescrizione. Scritto da Christian Nordqvist
Data originale di articolo: 30 aprile 2004
Articolo riscritto: 08 settembre 2011