Le linee guida giornaliere sull’assunzione di sodio offerte dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) sono state definite «eccessivamente e irrealisticamente basse» da uno studio condotto dai ricercatori dell’Ospedale dell’Università di Copenhagen in Danimarca. Questo studio, pubblicato recentemente, analizza i rischi associati a un’assunzione di sodio troppo ridotta.
Poiché l’assunzione di sodio è direttamente collegata alla salute cardiovascolare, le linee guida nazionali promuovono la riduzione del sodio per prevenire eventi gravi come infarti e ictus. Attualmente, i CDC raccomandano un apporto di sodio inferiore a 2.300 mg al giorno per le persone sotto i 50 anni e meno di 1.500 mg al giorno per le persone di età superiore a 50 anni.
Il dubbio sulle raccomandazioni del CDC era già emerso in un rapporto del 2013 dell’Istituto di Medicina (IOM), di cui il Dr. Niels Graudal, autore principale del nuovo studio, è stato uno dei protagonisti. Tuttavia, quel rapporto non forniva raccomandazioni specifiche per l’assunzione di sodio.
La nuova analisi combina i risultati di 25 studi individuali, esaminando i rischi per la salute legati all’assunzione di sodio e valutando un campione totale di 274.683 persone. «I nostri risultati sono in linea con le preoccupazioni espresse dallo IOM riguardo ai potenziali danni causati da livelli di sodio troppo bassi», ha affermato il Dr. Graudal, sottolineando che questi dati possono giustificare una revisione delle raccomandazioni nell’interesse della salute pubblica.
«La buona notizia,» continua, «è che circa il 95% della popolazione globale già consuma sodio all’interno dell’intervallo che abbiamo identificato come associato al minor rischio di mortalità e malattie cardiovascolari».
L’assunzione di sodio media americana è «più salutare» delle raccomandazioni CDC
La «stragrande maggioranza» degli americani consuma tra 2.645 mg e 4.945 mg di sodio al giorno. Il Dr. Graudal e i suoi colleghi hanno scoperto che, nonostante l’assunzione sia significativamente più alta delle raccomandazioni del CDC, essa risulta essere più salutare rispetto alla gamma suggerita.
Lo studio ha evidenziato «una correlazione a forma di U tra l’assunzione di sodio e gli esiti di salute». I ricercatori hanno notato che quando il consumo di sodio scende al di fuori del range di 2.645-4.945 mg al giorno, si registra un incremento della mortalità. Questo suggerisce che un’assunzione sia eccessivamente alta sia eccessivamente bassa di sodio è associata a un aumento del rischio di morte.
Nella loro conclusione, il Dr. Graudal e i suoi collaboratori affermano che nessuno degli studi analizzati ha dimostrato che un basso apporto di sodio fosse associato a benefici per le malattie cardiovascolari o a una mortalità ridotta.
Perché le linee guida CDC ei risultati di questo studio sono così in disaccordo?
Il Dr. Graudal è stato interrogato sulla discrepanza tra le raccomandazioni del CDC e le sue conclusioni. «Se chiedete al CDC,» ha risposto, «vi diranno che ci sono prove sostanziali sui benefici della riduzione del sodio in studi sulla pressione sanguigna, che mostrano effetti significativi sulla pressione arteriosa e che questa riduzione ‘inevitabilmente’ porterebbe a una diminuzione della mortalità.»
«Tuttavia,» ha continuato, «menzionerebbero solo alcuni studi, come DASH [Dietary Approaches to Hypertension] e TOHP [Trials of Hypertension Prevention], che supportano in parte le loro affermazioni, ma trascurerebbero di citare studi sulla pressione sanguigna che non sostengono la loro posizione.» Il Dr. Graudal ha sottolineato che non esistono studi che possano confermare che una riduzione della pressione arteriosa tramite una diminuzione dell’assunzione di sodio si traduca in una riduzione della mortalità.
«Il CDC potrebbe sostenere che i risultati degli studi sulla popolazione inclusi nelle nostre meta-analisi siano influenzati da variabili confondenti,» ha aggiunto, «ma se si considera che quasi tutti questi studi sono stati corretti per tali fattori, la mia impressione è che ci sia una confusione residua.» Tuttavia, il Dr. Graudal ha ribadito che il CDC non possiede dati a supporto di questa posizione, concludendo che «non credo che il CDC considererebbe mai la possibilità di essere in errore».
Inoltre, il Dr. Graudal ha accennato a una certa resistenza da parte del CDC nell’accettare le sue ricerche. «Credo che la riduzione del sodio sia diventata un’ideologia per il CDC,» ha spiegato. «Finché le persone chiave nel CDC saranno quelle che prendono decisioni, non ci sono possibilità che accettino i risultati della nostra analisi e ne discutano. Cambiare la posizione del CDC richiederebbe un cambiamento nel personale.»
Nuove Scoperte e Ricerche Recenti nel 2024
Nel 2024, emergono nuove ricerche che supportano ulteriormente le conclusioni del Dr. Graudal. Un’analisi recente ha esaminato gli effetti dell’assunzione di sodio su oltre 300.000 individui in diverse popolazioni. I risultati indicano che livelli moderati di sodio sono associati a una riduzione del rischio di malattie cardiache e a una maggiore longevità.
Inoltre, studi più recenti hanno evidenziato che l’equilibrio degli elettroliti, piuttosto che un’assunzione di sodio rigidamente bassa, è cruciale per la salute cardiovascolare. I medici ora raccomandano di concentrarsi sull’intero modello alimentare, piuttosto che sulla sola restrizione del sodio. È emerso che la qualità della dieta, inclusi frutta, verdura e grassi sani, gioca un ruolo fondamentale nel determinare la salute cardiovascolare.
Per concludere, la scienza continua ad evolversi e le raccomandazioni devono adattarsi alle nuove evidenze. È importante che i professionisti della salute considerino non solo i numeri ma anche il contesto generale del benessere dei pazienti.