Dopo una revisione approfondita degli studi esistenti, i ricercatori invitano i fumatori a smettere completamente di fumare, piuttosto che limitarsi a ridurre il numero di sigarette, se desiderano abbattere significativamente il rischio di malattie cardiovascolari.
Un rapporto sulla revisione condotto da Allan Hackshaw, professore all’University College di Londra, nel Regno Unito, evidenzia che fumare anche solo una sigaretta al giorno comporta un rischio di ictus e malattia coronarica «notevolmente più alto del previsto».
Lui e i suoi colleghi hanno stimato che il rischio associato al consumo di una sigaretta quotidiana è circa la metà rispetto a chi fuma 20 sigarette al giorno.
Questi risultati sfatano l’idea comune che fumare solo poche sigarette al giorno sia «relativamente sicuro».
Il rapporto conclude chiaramente che «non esiste un livello sicuro di fumo in relazione alle malattie cardiovascolari».
«La principale causa evitabile di morte precoce»
«Il tabacco è l’unico prodotto legale che può uccidere molti dei suoi utenti se usato come previsto dai produttori», dichiara l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Le ultime stime dell’OMS mostrano che oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa del consumo di tabacco, di cui circa 890.000 decessi sono attribuibili all’esposizione al fumo passivo.
Negli Stati Uniti, il fumo è considerato la «causa più prevenibile di morte prematura», secondo l’American Heart Association, che riporta che il fumo riduce «la tolleranza all’attività fisica e aumenta la propensione del sangue a coagulare».
Fumare incrementa il rischio di sviluppare numerosi problemi di salute, tra cui l’aterosclerosi, una condizione in cui si accumulano depositi di grasso nelle arterie, aumentando il rischio di ictus e malattia coronarica. Di conseguenza, i fumatori hanno un rischio di malattie cardiache doppio rispetto ai non fumatori.
Rischio maggiore per gli uomini, ancora più elevato per le donne
Il Prof. Hackshaw e il suo team sono stati motivati a condurre questa revisione a seguito di studi isolati e di una revisione di cinque studi condotti 20 anni fa, che avevano rivelato un rischio maggiore di malattia coronarica associato al fumo di meno di cinque sigarette al giorno.
Per la loro revisione sistematica e meta-analisi, hanno esaminato i dati di 141 studi pubblicati, calcolando il rischio di malattia coronarica e ictus per chi fuma una, cinque o 20 sigarette al giorno rispetto ai non fumatori.
Analizzando i dati complessivi, hanno scoperto che fumare una sigaretta al giorno è correlato a un incremento del 48% del rischio di cardiopatia coronarica e a un aumento del 25% del rischio di ictus negli uomini.
Tuttavia, quando hanno considerato solo studi che avevano corretto i risultati per tenere conto di altri fattori di rischio, hanno scoperto che il rischio aumentava rispettivamente al 74% e al 30%.
Nell’analisi relativa alle donne, il rischio associato al fumo di una sigaretta al giorno si è rivelato ancora più elevato: 57% per la malattia coronarica e 31% per l’ictus.
Anche in questo caso, analizzando solo gli studi che consideravano i fattori di confondimento, tali percentuali sono salite al 119% e al 46%, rispettivamente.
Fumare uno o due al giorno comporta un rischio significativo
I ricercatori hanno anche messo a confronto il fumo di poche sigarette con quello di 20 sigarette al giorno.
Hanno scoperto che, rispetto a chi non fuma, fumare una sigaretta al giorno comporta il 40-50% del rischio di malattia coronarica e ictus associato al consumo di 20 sigarette al giorno.
«Abbiamo dimostrato», affermano, «che una significativa percentuale del rischio di malattia coronarica e ictus deriva dal fumare solo un paio di sigarette al giorno».
Suggeriscono che molti potrebbero rimanere sorpresi da questi risultati. «Tuttavia, ci sono anche meccanismi biologici che possono spiegare il rischio inaspettatamente elevato associato a un basso livello di fumo», aggiungono.
‘Solo la cessazione totale è protettiva’
«Ogni ipotesi che fumare di meno possa proteggere da malattie cardiache o ictus è stata smentita», osserva Kenneth Johnson, professore a contratto presso l’Università di Ottawa in Canada.
In un editoriale collegato alla rivista, discute l’importanza di queste scoperte per la salute pubblica, concludendo che «solo la cessazione totale del fumo è protettiva e dovrebbe essere enfatizzata da tutte le misure e le politiche di prevenzione».
Esorta i regolatori che si occupano di nuovi prodotti a rischio ridotto a considerare che «qualsiasi suggerimento di una significativa riduzione della cardiopatia ischemica e dell’ictus dall’uso di questi prodotti è prematuro».
«Il messaggio che ogni fumatore dovrebbe portare a casa è che qualsiasi esposizione al fumo di sigaretta è eccessiva.»
Prof. Kenneth C. Johnson
Nuove Scoperte e Ricerche Recenti
Recenti studi del 2024 hanno ulteriormente approfondito l’impatto del fumo sulla salute cardiovascolare, evidenziando che anche l’inalazione di fumi di sigaretta in situazioni di fumo passivo contribuisce a un rischio aumentato di malattie cardiache. Ad esempio, una ricerca pubblicata nel Journal of the American College of Cardiology ha mostrato che anche l’esposizione intermittente al fumo di sigaretta, come in ambienti pubblici affollati, può aumentare significativamente il rischio di eventi cardiovascolari.
Inoltre, uno studio condotto su un campione di popolazione diversificata ha rivelato che il fumo di sigaretta è legato a cambiamenti epigenetici nel DNA che possono predisporre gli individui a malattie cardiovascolari anche in assenza di altri fattori di rischio. Questi cambiamenti sono stati osservati anche tra i non fumatori esposti al fumo passivo, suggerendo che la salute cardiaca può essere compromessa anche senza un consumo diretto di tabacco.
Queste nuove evidenze sottolineano l’importanza di campagne di sensibilizzazione e politiche di prevenzione mirate, affinché si possa ridurre il fumo in tutte le sue forme e migliorare la salute pubblica globale. È essenziale che i fumatori comprendano che la cessazione totale del fumo è l’unico modo per proteggere la propria salute e quella degli altri.