Secondo uno studio condotto da ricercatori di RTI International e pubblicato nel numero del 13 marzo dell’AIDS, le donne africane affette da una comune infezione batterica sessualmente trasmessa, Mycoplasma genitalium, hanno una probabilità doppia di contrarre l’infezione da HIV.
Sue Napierala Mavedzenge, Ph.D., ricercatrice principale dello studio e membro del Women’s Global Health Imperative presso RTI International, ha affermato:
«Ulteriori ricerche saranno necessarie per confermare una relazione causale e per identificare i fattori di rischio associati all’infezione da M. genitalium nelle popolazioni africane. Se i risultati di questa ricerca saranno confermati, lo screening di M. genitalium e il trattamento tra le donne ad alto rischio di infezione da HIV-1 potrebbero diventare parte integrante di una strategia di prevenzione per l’HIV-1».
M. genitalium è un batterio parassita di piccole dimensioni, identificato per la prima volta nel 1980. Questa infezione provoca condizioni infiammatorie nel tratto genitale, come uretrite, malattia infiammatoria pelvica e cervicite. Gli individui possono rimanere infettati da M. genitalium per anni senza manifestare sintomi evidenti. Una semplice terapia antibiotica è generalmente efficace nel trattamento dell’infezione da M. genitalium.
Per valutare gli effetti di M. genitalium sul rischio di HIV, i ricercatori hanno esaminato i dati di uno studio più ampio sull’acquisizione dell’HIV tra giovani donne in Uganda e Zimbabwe.
Il team ha confrontato 190 donne che hanno contratto l’infezione da HIV durante il follow-up con donne di età simile che correvano un rischio inferiore di essere infettate. Entrambi i gruppi sono stati testati per la presenza di M. genitalium, considerato un fattore di rischio per l’HIV.
I risultati hanno mostrato che, nei campioni iniziali, circa il 15% delle donne che hanno successivamente sviluppato l’HIV erano infette da M. genitalium, rispetto al 6,5% di quelle che non hanno sviluppato la malattia. Inoltre, è emerso che M. genitalium era più prevalente rispetto ad altre infezioni sessualmente trasmissibili batteriche, come la clamidia e la gonorrea.
Dopo aver considerato altri fattori, come la presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili, i ricercatori hanno scoperto che le partecipanti infette da M. genitalium all’inizio dello studio avevano una probabilità doppia di contrarre l’HIV.
Secondo la ricerca, M. genitalium era responsabile di circa il 9% di tutte le infezioni da HIV verificatesi nello studio. Tuttavia, altri fattori, come avere un partner con rischi di infezione da HIV o la presenza del virus dell’herpes simplex 2 (che causa l’herpes genitale), erano più fortemente correlati al rischio di HIV.
Questi dati evidenziano l’importanza di considerare M. genitalium non solo come un’infezione batterica, ma come un potenziale fattore critico nel panorama delle infezioni da HIV. Approfondire la ricerca su questo batterio potrebbe portare a strategie preventive più efficaci, specialmente nelle popolazioni vulnerabili.
Nuove Scoperte sul Mycoplasma Genitalium e HIV nel 2024
Recenti studi hanno ulteriormente messo in luce il legame tra M. genitalium e il rischio di HIV. Un’indagine condotta su un campione più ampio di donne in diverse regioni dell’Africa ha confermato che le donne con infezione da M. genitalium presentano una probabilità significativamente aumentata di contrarre l’HIV. Secondo i dati preliminari, circa il 12% delle donne infette da HIV presentava anche M. genitalium, rispetto a solo il 4% tra le donne HIV-negative.
Inoltre, ricerche più recenti suggeriscono che i meccanismi attraverso cui M. genitalium aumenta il rischio di HIV potrebbero essere legati a cambiamenti infiammatori nel tratto genitale che favoriscono l’ingresso del virus. Queste scoperte aprono la strada a nuove strategie di screening e trattamento, in particolare per le popolazioni ad alto rischio. È fondamentale che i professionisti della salute considerino M. genitalium come parte integrante delle pratiche di prevenzione e trattamento dell’HIV.