Le reazioni allergiche alla marijuana sono reali e possono manifestarsi proprio come avviene con altre piante e pollini. I sintomi variano notevolmente, da lievi a gravi, e la loro intensità può sorprendere chi non è preparato.
Negli ultimi anni, abbiamo visto un aumento delle segnalazioni di allergie alla marijuana, probabilmente dovuto alla crescente popolarità della cannabis come trattamento medico per varie condizioni. Con l’adozione di leggi che ne consentono l’uso ricreativo in diversi stati, è naturale che emergano nuove problematiche legate alla salute.
Il cannabidiolo, noto come olio di CBD, non è esente da effetti collaterali e può causare reazioni avverse in alcune persone. È fondamentale informarsi adeguatamente.
Continua a leggere per approfondire le cause e i sintomi delle allergie alla marijuana, oltre agli effetti potenziali dell’olio di CBD.
Le cause
Negli Stati Uniti, più di 50 milioni di persone soffrono di allergie. Sebbene la marijuana possa offrire benefici medici, il suo polline è un potenziale innesco per i sintomi allergici in alcune persone.
Secondo l’American Academy of Allergy, Asthma e Immunology (AAAAI), una persona può sviluppare un’allergia o una sensibilizzazione allergica alla marijuana dopo l’esposizione alla pianta. Le modalità di esposizione agli allergeni della cannabis includono:
- inalare il polline presente nell’aria
- fumare marijuana
- toccare marijuana
- consumare marijuana
Una ricerca pubblicata nel 2013 ha suggerito che un particolare ceppo di cannabis può essere particolarmente irritante per il sistema immunitario.
In un recente studio del 2018, è emerso che le persone con allergie a peli di gatto, muffe, acari della polvere o altre piante avevano maggiori probabilità di sviluppare un’allergia alla cannabis. Tuttavia, sono necessarie ulteriori indagini per confermare questa correlazione.
Sintomi
I sintomi più comuni di un’allergia alla marijuana, molti dei quali assomigliano a quelli delle allergie stagionali, includono:
- tosse secca
- congestione nasale
- prurito agli occhi
- nausea
- occhi rossi, pruriginosi o lacrimanti
- naso che cola
- starnuti
- mal di gola o prurito
La manipolazione della pianta può anche causare dermatite da contatto, con sintomi che includono:
- vesciche
- pelle secca
- orticaria
- prurito
- arrossamento e infiammazione della pelle
I sintomi allergici possono manifestarsi subito dopo l’esposizione, ma in alcuni casi, possono comparire anche dopo un’ora o più. Se una persona avverte questi sintomi, è consigliabile interrompere immediatamente il contatto con la pianta.
In rari casi, la marijuana può scatenare una reazione allergica grave, nota come anafilassi, che può essere potenzialmente letale e si manifesta rapidamente dopo l’esposizione.
I segni di anafilassi includono:
- respirazione difficoltosa
- vertigini
- svenimenti
- prurito e arrossamento della pelle
- bassa pressione sanguigna
- gonfiore della lingua o della gola
- battito cardiaco debole e rapido
- vomito
L’anafilassi richiede un intervento medico urgente, quindi è cruciale contattare immediatamente i servizi di emergenza se si sospetta questa reazione.
Rischi
Oltre all’anafilassi, i rischi principali associati a un’allergia alla marijuana includono la possibilità di reattività crociata con altri allergeni.
La reattività crociata si verifica quando le proteine presenti nel polline della marijuana sono simili a quelle di altre piante. Ciò può portare a reazioni allergiche quando una persona è esposta ad allergeni simili in altri contesti.
Alcuni alimenti che contengono proteine simili a quelle della marijuana e possono causare reazioni allergiche in persone sensibili includono:
- mandorle
- mele
- banane
- castagne
- melanzane
- pompelmo
- pesche
- pomodori
Diagnosi
La diagnosi di allergie alla marijuana avviene in modo simile ad altre allergie, attraverso test cutanei o esami del sangue.
Test cutanei
Il medico inizierà raccogliendo la storia clinica del paziente e compiendo un esame fisico. Potrebbe quindi eseguire un test di puntura cutanea, un metodo non invasivo che fornisce risultati rapidi.
In questo test, viene applicato un allergene diluito, come la marijuana, sulla pelle mediante un ago. Se entro 15 minuti si sviluppa una protuberanza rossa o un prurito nell’area, è probabile che la persona sia allergica a quella sostanza.
Un medico può anche optare per un test intradermico, che comporta l’iniezione di un allergene diluito appena sotto la superficie della pelle.
Analisi del sangue
Le analisi del sangue rappresentano un altro metodo per verificare le allergie alla marijuana. Viene prelevato un campione di sangue e testato per la presenza di anticorpi specifici. Una quantità elevata di anticorpi nel sangue può indicare un’allergia alla marijuana.
Questi esami possono essere più vantaggiosi rispetto ai test cutanei in alcune situazioni, poiché richiedono solo una puntura e sono meno suscettibili all’influenza di altri farmaci. Tuttavia, i risultati impiegano più tempo per essere disponibili e i costi sono più elevati rispetto ai test cutanei.
Trattamento
Attualmente, non esiste un trattamento specifico per l’allergia alla marijuana. È possibile assumere antistaminici per alleviare i sintomi e ridurre il disagio.
Per alcune allergie ai pollini, viene somministrato un ciclo di iniezioni per desensibilizzare i pazienti, ma tali opzioni non sono disponibili per il polline di marijuana.
In assenza di trattamenti specifici, chi è allergico alla marijuana dovrebbe evitare di fumare, mangiare o toccare la pianta per prevenire i sintomi allergici.
Chi ha una grave allergia dovrebbe sempre portare con sé un’iniezione di adrenalina (come Adrenaclick o Epipen) in caso di esposizione accidentale e potenziale anafilassi.
Prevenzione
L’unico modo per prevenire una reazione allergica alla marijuana è evitare l’esposizione alla pianta o al prodotto.
Chi utilizza la marijuana per scopi medici e sospetta di essere allergico dovrebbe consultare il proprio medico per esplorare alternative terapeutiche.
Le persone che lavorano in impianti di lavorazione della marijuana dovrebbero adottare misure per limitare l’esposizione, come:
- assumere farmaci antiallergici
- indossare maschere protettive
- utilizzare guanti
- avere inalatori a disposizione
Reazioni all’olio CBD
Il cannabidiolo (CBD) è una sostanza estratta dalla pianta di marijuana, frequentemente utilizzata in medicina per trattare varie condizioni, tra cui i disturbi convulsivi.
Il CBD non presenta effetti psicoattivi, noti come «high», e mostra potenziali proprietà antipsicotiche e antinfiammatorie.
Tuttavia, la sicurezza dell’olio di CBD, soprattutto a dosi elevate, è ancora oggetto di studio.
Una revisione del 2011 ha evidenziato risultati contrastanti riguardo agli effetti dell’olio di CBD. Sebbene l’uso a lungo termine e alte dosi fino a 1.500 milligrammi al giorno possano essere generalmente ben tollerati, sono state segnalate alcune reazioni avverse.
A dosi elevate, l’olio di CBD può causare:
- sonnolenza
- bocca asciutta
- interazioni con altri farmaci
- vertigini
- bassa pressione sanguigna
Uno studio del 2017 ha raccomandato di condurre ulteriori ricerche sugli effetti del CBD su specifici enzimi e sui suoi effetti in combinazione con altri farmaci.
Conclusioni
La maggior parte delle persone con sintomi di allergia alla marijuana sperimenta reazioni da lievi a moderate, simili a quelle delle allergie stagionali. È possibile anche riscontrare manifestazioni cutanee.
Evitando la pianta e il suo polline, i sintomi tendono a risolversi rapidamente.
Chi è gravemente allergico alla marijuana dovrebbe contattare un medico per ricevere un trattamento adeguato e, se necessario, portare con sé farmaci per intervenire tempestivamente in caso di esposizione accidentale.