Con l’obesità che colpisce più di un terzo della popolazione degli Stati Uniti, la questione se esista una forma di «obesità sana» è più rilevante che mai. Nuove ricerche approfondiscono se le persone obese siano realmente a maggior rischio di malattie correlate.
Attualmente, circa 1 persona su 3 negli Stati Uniti è affetta da obesità. Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), l’obesità è definita come un indice di massa corporea (BMI) di 30 o superiore.
Nel 2013, l’American Medical Association ha classificato l’obesità come una malattia. Questa decisione mirava ad aumentare la consapevolezza riguardo le complicazioni metaboliche che spesso accompagnano l’obesità, nonché il rischio aumentato di malattie cardiache e diabete di tipo 2.
Tuttavia, alcuni studi precedenti hanno suggerito che esistano individui obesi che, apparentemente, non presentano problemi di salute e che perciò non dovrebbero essere considerati clinicamente malati.
Un nuovo studio di ampia portata, però, mette in discussione questa convinzione, suggerendo che l’idea di una persona «sana e obesa» sia un mito infondato.
Questo studio, il più grande mai condotto su questo tema, è stato realizzato da ricercatori dell’Università di Birmingham nel Regno Unito e i risultati sono stati presentati al Congresso europeo sull’obesità, svoltosi a Porto, in Portogallo.
Studiare il legame tra obesità e salute metabolica
I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di 3,5 milioni di adulti residenti nel Regno Unito tra il 1995 e il 2015, partecipanti a una rete di miglioramento della salute. Tutti i partecipanti non avevano precedenti di malattie cardiovascolari.
Il team ha suddiviso il campione in diversi gruppi in base all’indice di massa corporea (IMC). Inoltre, hanno classificato i partecipanti in sottogruppi a seconda della loro salute metabolica, ovvero se presentavano o meno condizioni metaboliche come diabete, ipertensione o livelli elevati di grasso nel sangue.
Questa suddivisione ha portato a identificare quattro stadi di anormalità metabolica: 0, 1, 2 e 3.
I ricercatori hanno definito «sano» (livello 0 sulla scala metabolica) chi non mostrava segni di malattia metabolica, avendo valori normali di pressione sanguigna e colesterolo, senza evidenze di diabete. Hanno anche monitorato quali partecipanti sviluppassero condizioni cardiovascolari nel tempo.
Le persone con obesità hanno il 96% di probabilità in più di avere un’insufficienza cardiaca
Nel complesso, durante il periodo di follow-up sono emerse diverse gravi condizioni di salute, incluse: 61.546 casi di malattia coronarica, 54.705 casi di ictus e relativi esiti, 25.254 casi di insufficienza cardiaca e 23.797 casi di malattia vascolare periferica.
Statisticalmente, ciò ha comportato un rischio significativamente maggiore di eventi cardiovascolari avversi tra i soggetti obesi.
In particolare, le persone obese considerate «sane» avevano il 49% in più di probabilità di sviluppare malattia coronarica e il 96% in più di probabilità di avere insufficienza cardiaca.
Inoltre, le persone obese avevano una probabilità superiore del 7% di avere un ictus.
Il dott. Rishi Caleyachetty, autore principale dello studio, ha commentato l’importanza dei risultati:
«L’idea di poter essere sani pur essendo obesi è un mito. Il nostro lavoro dimostra che gli individui obesi metabolicamente sani sono comunque a maggior rischio di cardiopatia coronarica, malattia cerebrovascolare e insufficienza cardiaca rispetto agli individui di peso normale e metabolicamente sani. È fondamentale che i professionisti della salute promuovano e facilitino la perdita di peso in questi pazienti, come avviene per qualsiasi altro paziente obeso.»
Scopri perché gli esperti hanno definito l’obesità come una malattia.
Prospettive future e nuove ricerche nel campo dell’obesità
Negli ultimi anni, sono emersi studi che evidenziano la relazione tra obesità e infiammazione cronica. L’infiammazione è stata identificata come un fattore chiave nello sviluppo di patologie metaboliche e cardiovascolari. I ricercatori stanno investigando come l’infiammazione possa influenzare le cellule adipose e come le modifiche nello stile di vita, come l’esercizio fisico regolare e una dieta equilibrata, possano ridurre questo rischio.
Altre ricerche si concentrano su come le differenze genetiche possano influenzare la distribuzione del grasso corporeo e la suscettibilità alle malattie. Comprendere questi meccanismi è essenziale per sviluppare trattamenti personalizzati e strategie di prevenzione più efficaci.
Infine, l’educazione e la sensibilizzazione riguardo l’obesità e le sue conseguenze sono cruciali. È fondamentale promuovere stili di vita sani fin dalla giovane età, in modo da prevenire l’insorgenza di malattie legate all’obesità e migliorare la qualità della vita delle persone.