I ricercatori hanno scoperto che le donne che assumono pillole anticoncezionali a base di estrogeni presentano quantità più elevate di vitamina D circolante; al contrario, quelle che interrompono l’assunzione di questi contraccettivi affrontano un calo significativo dei livelli di vitamina D.
La vitamina D gioca un ruolo cruciale nel mantenere i giusti livelli di calcio e fosforo nel sangue, essenziali per la salute delle ossa. Inoltre, favorisce l’assorbimento del calcio, un componente fondamentale per la struttura ossea.
Alimenti come pesce e uova sono ricchi di vitamina D, ma sorprendentemente, il 90% di essa è prodotta nella pelle grazie all’esposizione alla luce solare.
La carenza di vitamina D può portare a condizioni serie come rachitismo e osteomalacia, un ammorbidimento delle ossa, rendendo questo nutriente vitale, specialmente durante la gravidanza.
Il Dr. Quaker E. Harmon, dell’Istituto Nazionale di Salute Ambientale, ha avviato un’indagine sui cambiamenti nei livelli di vitamina D associati all’uso di contraccettivi orali.
Vitamina D e Contraccezione
I ricercatori hanno condotto un’analisi trasversale dei dati dello studio di ambiente, stile di vita e fibromi (SELF), un’indagine sulla salute riproduttiva. Questa ricerca ha coinvolto quasi 1.700 donne afro-americane di età compresa tra 23 e 34 anni, residenti a Detroit e nei dintorni.
Le partecipanti hanno fornito informazioni sull’uso di contraccettivi e sul tempo trascorso all’aperto, oltre a segnalare eventuali integratori di vitamina D assunti. In totale, 1662 donne hanno fornito campioni di sangue per misurare i livelli della forma più comune di vitamina D, il 25-idrossi vitamina D.
Durante la gravidanza, le donne mostrano un aumento dei livelli della forma attiva di vitamina D per supportare la crescita dello scheletro fetale. Di conseguenza, le donne incinte sono a rischio maggiore di carenza di vitamina D, il che può portare a problematiche ossee.
«Il nostro studio ha rilevato che le donne che utilizzano contraccettivi contenenti estrogeni tendono ad avere livelli di vitamina D più elevati rispetto alle altre», afferma il Dr. Harmon.
Anche dopo aver considerato fattori confondenti come l’esposizione alla luce solare, il risultato rimane significativo.
«Non abbiamo trovato differenze comportamentali, come un aumento del tempo trascorso all’aperto, per giustificare l’aumento», prosegue il Dr. Harmon. «I nostri risultati suggeriscono che i contraccettivi contenenti estrogeni tendono ad aumentare i livelli di vitamina D, i quali scendono quando le donne smettono di utilizzare questi metodi contraccettivi».
Dopo aver controllato le variabili, l’uso di pillole contraccettive, cerotti o anelli contenenti estrogeni è stato associato a livelli più elevati del 20% di 25-idrossi vitamina D.
Inoltre, le donne attualmente in uso di contraccettivi avevano livelli più alti di vitamina D, mentre quelle che li avevano utilizzati in passato presentavano livelli medi.
Carenza di Vitamina D all’Inizio della Gravidanza
Questi risultati, pubblicati di recente, suggeriscono che quando una donna inizia a tentare di rimanere incinta, corre il rischio di sviluppare una carenza di vitamina D. Il Dr. Harmon offre alcuni consigli pratici:
«Per le donne che stanno pianificando di interrompere l’uso del controllo delle nascite, è importante adottare misure per assicurarsi che i livelli di vitamina D siano adeguati durante il periodo di concepimento e gravidanza».
Interrogato sul perché la contraccezione a base di estrogeni possa influenzare i livelli di vitamina D, il Dr. Harmon ha dichiarato:
«Non abbiamo ancora compreso appieno il perché dei livelli elevati di vitamina D. Altri studi suggeriscono che i livelli di altri metaboliti della vitamina D possono variare quando le donne usano contraccettivi contenenti estrogeni, indicando possibili alterazioni nel metabolismo della vitamina D. Ulteriori ricerche sono necessarie».
Il Dr. Harmon ha inoltre sottolineato che questo studio si è concentrato esclusivamente sulle donne afro-americane; le è stato chiesto se la razza potesse influenzare questo effetto. Ha risposto:
«La stessa associazione è stata osservata in donne di diverse etnie, quindi riteniamo che non sia legata alla razza. Negli Stati Uniti, le donne afro-americane tendono a essere più carenti di vitamina D, quindi piccole variazioni nei loro livelli possono avere un impatto maggiore».
La Dr.ssa Harmon ha anche rivelato che sta continuando a seguire questo gruppo di donne per approfondire ulteriormente la relazione. Inoltre, sta studiando un altro gruppo di partecipanti per vedere come i livelli di vitamina D variano durante il ciclo mestruale.
Infine, è interessante notare che ricerche recenti indicano che livelli più elevati di vitamina D possono ridurre il rischio di cancro, evidenziando ulteriormente l’importanza di monitorare e mantenere adeguati livelli di questo nutriente essenziale durante tutte le fasi della vita.