I genitori hanno molte preoccupazioni quando si tratta della salute e della sicurezza dei loro figli. Tuttavia, un recente studio pubblicato sulla rivista American Heart Association suggerisce che la radiazione proveniente dai raggi X standard è relativamente bassa e non aumenta significativamente i rischi di cancro per tutta la vita per la maggior parte dei bambini.
Per analizzare adeguatamente gli effetti delle radiazioni nei bambini, i ricercatori hanno seguito 337 bambini di età inferiore ai 6 anni che hanno subito interventi chirurgici per malattie cardiache presso il Duke University Medical Center nel North Carolina.
Il team, guidato dal Dr. Kevin Hill, cardiologo e assistente professore di pediatria alla Duke, ha scelto di studiare bambini con malattie cardiache poiché sono esposti a un numero maggiore di test di imaging rispetto ai bambini in altri gruppi.
Nel complesso, i bambini hanno subito circa 14.000 procedure di imaging, che includevano radiografie, tomografie computerizzate (TC) e procedure di cateterizzazione cardiaca che utilizzavano raggi X in tempo reale, noti come fluoroscopie.
Il team ha riscontrato che la dose cumulativa di radiazioni ionizzanti per il bambino medio nello studio era inferiore all’esposizione annuale di fondo negli Stati Uniti, il che può sicuramente rassicurare molti genitori. Tuttavia, è importante notare che alcuni bambini con cardiopatie complesse che hanno ricevuto alte dosi cumulative di radiazioni presentano un rischio aumentato di cancro nel corso della vita, fino al 6,5% oltre il livello basale.
Il Dr. Hill ha commentato le loro scoperte, affermando: «Ci sono sicuramente situazioni in cui le radiazioni sono necessarie, ma è fondamentale che i genitori chiedano e discutano se ci sono procedure di esposizione potenzialmente evitabili. Spesso ci sono metodi alternativi o modificati che comportano una minore esposizione alle radiazioni, o l’imaging potrebbe non essere affatto necessario.»
Consapevolezza e Riduzione dell’Esposizione
Questo studio rappresenta il primo tentativo di quantificare le dosi cumulative di radiazioni nei pazienti cardiopatici e di prevedere i rischi di cancro a vita in base al tipo di esposizione, secondo quanto osservato dal team di ricerca.
Analizzando le cartelle cliniche, i ricercatori hanno identificato le procedure di imaging più comuni e calcolato la quantità di radiazioni assorbite durante ciascuna di esse. Hanno poi utilizzato un rapporto della National Academy of Sciences per valutare i rischi di cancro a vita per i bambini coinvolti nello studio.
In dettaglio, lo studio ha rilevato che:
- Il rischio di cancro a vita aumenta dallo 0,002% per le radiografie del torace allo 0,4% per le TC e le cateterizzazioni cardiache.
- I raggi X rappresentano il 92% degli esami di imaging effettuati.
- Le cateterizzazioni cardiache e le scansioni TC costituiscono l’81% dell’esposizione complessiva alle radiazioni.
- Le ragazze, a causa della maggiore probabilità di sviluppare cancro al seno e alla tiroide, hanno un rischio doppio rispetto ai ragazzi.
La Dr.ssa Hill spiega che, sebbene il loro studio si concentri su pazienti pediatrici con malattie cardiache, i rischi di cancro sarebbero equivalenti per qualsiasi bambino della stessa età esposto agli stessi livelli di radiazioni, indipendentemente dalla presenza di malattie cardiache.
«Essere consapevoli è uno dei migliori modi per ridurre l’esposizione», afferma. «Gli operatori sanitari dovrebbero considerare la possibilità di modificare i protocolli per limitare le dosi di radiazioni, bilanciando i rischi e i benefici di ogni studio di imaging che vengono effettuati».
In un altro studio condotto nel 2013, è emerso che un composto anticancro presente nelle verdure crocifere, come cavoli, cavolfiori e broccoli, offre protezione ai roditori dai danni causati dalle radiazioni. Questo suggerisce che una dieta ricca di questi alimenti potrebbe contribuire a ridurre i rischi associati all’esposizione alle radiazioni, anche nei più giovani.
Nuove Scoperte e Approcci per il Futuro
Recenti ricerche nel 2024 hanno ulteriormente evidenziato l’importanza di una corretta gestione delle esposizioni radiologiche nei bambini. È stato dimostrato che metodi innovativi, come l’uso di tecnologie di imaging a bassa radiazione, sono in grado di mantenere l’efficacia diagnostica riducendo al contempo il rischio di esposizione. Inoltre, campagne educative rivolte ai genitori e ai professionisti sanitari stanno aumentando la consapevolezza sui rischi e sulle alternative disponibili. Le linee guida aggiornate suggeriscono di valutare sempre l’indicazione clinica prima di procedere con test di imaging, garantendo così una protezione ottimale per i pazienti più giovani.