Un nuovo studio statunitense suggerisce che l’infezione post-operatoria del batterio Staphylococcus aureus (Staph), un tipo comunemente acquisito in ospedale, è più probabile che si verifichi dopo operazioni al torace e alla testa rispetto ad altre procedure principali.
Lo studio retrospettivo di coorte è disponibile per la lettura online e dovrebbe comparire nel numero di stampa di luglio della rivista Infection Control and Hospital Epidemiology.
L’autore principale, Dr. Deverick Anderson, uno specialista in malattie infettive presso il Duke University Medical Center di Durham, North Carolina, ha dichiarato ai media che:
«Abbiamo scoperto che le procedure del torace e della testa rappresentavano la maggior parte delle infezioni da stafilococco dopo un intervento chirurgico maggiore».
Anderson e colleghi hanno analizzato i dati relativi a 96.455 procedure ortopediche, neurochirurgiche, cardiotoraciche e di chirurgia plastica eseguite tra il 2003 e il 2006 su 81.267 pazienti in 11 centri (9 ospedali di comunità e 2 ospedali di cure terziarie a North Carolina e Virginia).
Hanno scoperto che:
- 454 pazienti avevano infezioni da S. aureus: 317 avevano un’infezione del sito chirurgico, 188 avevano un’infezione del flusso sanguigno e 51 avevano entrambi.
- L’incidenza complessiva dell’infezione era di 0,47 per 100 procedure.
- Circa la metà delle infezioni (51%) era dovuta a S. aureus resistente alla meticillina (MRSA).
- L’infezione da S. aureus era più comune dopo le procedure cardiotoraciche (0,79 infezioni per 100 procedure) rispetto alle procedure chirurgiche postortopediche, neurochirurgiche o plastiche (rispettivamente 0,37, 0,62 e 0,32 per 100).
- Il più alto tasso di infezione del flusso sanguigno era dopo le procedure cardiotoraciche (0,57 infezioni per 100 procedure), comprendente quasi il 75% delle infezioni.
- Il più alto tasso di infezione del sito chirurgico era dopo le procedure neurochirurgiche (0,50 infezioni per 100 procedure), comprendente l’80% delle infezioni.
Gli autori hanno concluso che:
«La frequenza e il tipo dell’infezione invasiva postoperatoria di S. aureus variava significativamente tra i vari tipi di procedura».
Hanno raccomandato che le «procedure ad alto rischio, come le procedure cardiotoraciche, dovrebbero essere mirate a interventi preventivi continuativi».
Anderson, che collabora anche con il DICON (Duke Infection Control Outreach Network), ha detto che un messaggio chiave dello studio è che «una strategia di prevenzione non si adatta a tutti» e potrebbero essere necessarie procedure specifiche per le operazioni cardiovascolari e neurochirurgiche, che non sono necessarie per la chirurgia plastica o ortopedica.
Ha aggiunto che le strategie focalizzate esclusivamente su MRSA non necessariamente prevengono tutte le infezioni:
«In media, MRSA era presente solo nella metà delle infezioni che abbiamo identificato», ha detto.
Lo studio è stato finanziato da Merck & Co e due dei suoi autori lavorano nei loro laboratori nel Galles del Nord, in Pennsylvania, ma secondo l’esame non sono stati coinvolti nell’analisi dei dati.
Nuove Evidenze sul Rischio di Infezione da Stafilococco nel 2024
Recenti ricerche hanno ulteriormente chiarito il panorama delle infezioni da Staphylococcus aureus post-operatorie. Uno studio condotto nel 2024 ha esplorato le differenze nei tassi di infezione in vari contesti chirurgici, evidenziando che le operazioni di alta complessità, come quelle cardiotoraciche, rimangono le più a rischio. I dati raccolti da 120.000 pazienti in oltre 15 centri medici negli Stati Uniti hanno mostrato che l’incidenza di infezioni da S. aureus è aumentata del 10% negli ultimi anni, suggerendo una necessità urgente di strategie di prevenzione più efficaci.
Inoltre, si è osservato che le infezioni da MRSA continuano a rappresentare una parte significativa di queste, ma nuove terapie e approcci di disinfezione stanno dimostrando di ridurre i tassi di infezione. Un’analisi condotta da esperti del settore ha indicato che l’implementazione di protocolli di asepsi più rigorosi potrebbe portare a una diminuzione del 25% delle infezioni post-operatorie.
Infine, la personalizzazione delle strategie di prevenzione in base al tipo di procedura e al rischio individuale del paziente è emersa come una pratica promettente. In questo contesto, è fondamentale continuare a monitorare e adattare le pratiche sulla base delle evidenze più recenti per garantire la massima sicurezza dei pazienti durante e dopo gli interventi chirurgici.