Ritiro Del Supporto Vitale: Cautela Necessaria Dopo Lesioni Cerebrali

Una nuova indagine pubblicata su CMAJ (Canadian Medical Association Journal) ha rivelato che la mortalità dopo una grave lesione cerebrale traumatica è associata a un’incidenza altamente variabile del ritiro del supporto vitale alla fine della vita. I tassi di sospensione del supporto vitale mostrano significative discrepanze tra i diversi ospedali. Gli autori sottolineano che, nel prendere decisioni riguardanti il ritiro del supporto, è fondamentale procedere con cautela.

La lesione cerebrale traumatica rappresenta la principale causa di morte e disabilità tra i pazienti al di sotto dei 45 anni. Spesso, questi pazienti non sono in grado di esprimere le proprie volontà in merito alle cure mediche. Pertanto, quando si decide di interrompere il supporto vitale, è la squadra medica e i familiari a dover effettuare questa scelta, generalmente basandosi su una prognosi sfavorevole, sull’esperienza del medico, sulle preferenze del paziente e/o considerazioni religiose. Tuttavia, al momento non esistono strumenti adeguati per prevedere con precisione la disabilità e gli esiti a lungo termine per questi pazienti.

Un team multicentrico di ricercatori canadesi ha analizzato i tassi di mortalità dopo il ritiro del supporto vitale in individui con gravi lesioni traumatiche al cervello, esaminando sei centri traumatologici in Quebec, Ontario e Alberta. Sono stati studiati 720 pazienti di età superiore ai 16 anni, di cui 77 di sesso maschile. Le principali cause di infortunio sono state incidenti automobilistici (57%), cadute (31%) e violenze (8%).

Il numero di decessi ha mostrato variazioni significative. Il 32% (228) dei 720 pazienti è deceduto in ospedale, con tassi di mortalità variabili tra i centri, che oscillano dall’11% al 44%. Circa il 70% dei decessi (compreso tra il 64% e il 76%) è stato attribuito al ritiro del supporto vitale, con circa la metà di questi decessi che si sono verificati entro tre giorni.

Il Dott. Alexis Turgeon, dell’Università di Laval in Quebec, ha dichiarato:

«Abbiamo osservato che la maggior parte dei decessi dopo una grave lesione cerebrale traumatica si verifica a seguito dell’interruzione della terapia di supporto vitale, e il tasso di sospensione di tale terapia varia significativamente tra i centri di trauma di primo livello.

Inoltre, abbiamo notato una considerevole variabilità nella mortalità ospedaliera complessiva, che persiste anche dopo aver considerato i fattori di rischio. Questo solleva preoccupazioni riguardo al fatto che le differenze di mortalità tra i centri possono essere parzialmente attribuite alla variazione nelle percezioni da parte dei medici riguardo alla prognosi a lungo termine e ai modelli di pratica utilizzati per raccomandare l’interruzione del supporto vitale.

In assenza di strumenti diagnostici accurati, è fondamentale prestare particolare attenzione nella valutazione delle prognosi per i pazienti con gravi lesioni traumatiche al cervello e nel raccomandare il ritiro del supporto vitale.»

In un ulteriore rapporto, i Dott. David Livingston e Anne Mosenthal, del Dipartimento di Chirurgia della New Jersey Medical School, scrivono:

«Sebbene attribuiamo la variabilità del ritiro del supporto vitale alle differenze nelle preferenze dei pazienti, l’articolo di Turgeon e colleghi contribuisce a un crescente corpus di letteratura secondo cui le pratiche mediche e la cultura dei centri sanitari possono avere un ruolo altrettanto significativo.»

Le differenze nel modo in cui i medici gestiscono l’incertezza prognostica nella grave lesione cerebrale traumatica e come comunicano questa incertezza a famiglie e pazienti rappresentano un’altra ragione per le ampie discrepanze nei trattamenti tra i centri traumatologici, secondo il Dr. Livingston e il Dr. Mosenthal.

Prospettive Recenti e Ricerche Aggiornate nel 2024

Negli ultimi anni, sono emerse nuove ricerche che evidenziano l’importanza di un approccio multidisciplinare nella valutazione e nella gestione dei pazienti con lesioni cerebrali traumatiche. Studi recenti hanno dimostrato che l’integrazione di specialisti in neurologia, psichiatria e riabilitazione può migliorare significativamente gli esiti clinici. Inoltre, è stato osservato che il coinvolgimento attivo delle famiglie nella decisione riguardante il ritiro del supporto vitale può contribuire a una maggiore soddisfazione e comprensione del processo decisionale.

Statistiche aggiornate del 2024 indicano che l’adozione di protocolli standardizzati per la valutazione della prognosi ha portato a una riduzione della variabilità nelle decisioni riguardanti il supporto vitale nei centri ospedalieri. Questi protocolli mirano a fornire linee guida chiare per i medici, indirizzandoli verso una valutazione più accurata delle possibilità di recupero dei pazienti.

Inoltre, ricerche recenti hanno messo in luce il ruolo cruciale della comunicazione tra medici e famiglie. L’implementazione di strategie di comunicazione migliorate ha dimostrato di ridurre l’ansia e l’incertezza tra i familiari, facilitando decisioni più informate e collaborative riguardanti le cure palliative.

In conclusione, è evidente che la gestione del ritiro del supporto vitale in pazienti con gravi lesioni traumatiche richiede non solo competenze cliniche, ma anche un’attenzione particolare all’aspetto umano e comunicativo, affinché ogni decisione sia presa in modo etico e consapevole.

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