I ricercatori stanno attualmente sviluppando un nuovo metodo per combattere il cancro in modo più efficace. Questa strategia innovativa mira a «affamare» i tumori, privandoli del principale nutriente di cui necessitano per crescere e diffondersi.
La glutammina, un amminoacido abbondante nel nostro corpo, gioca un ruolo cruciale nel supportare la sintesi proteica nelle cellule. Tuttavia, diventa un nutriente fondamentale per molti tipi di tumori, che tendono a «consumare» più glutammina a causa della loro rapida divisione cellulare.
Per questo motivo, la ricerca si sta concentrando sul bloccare l’accesso delle cellule tumorali alla glutammina, proponendo un nuovo approccio terapeutico nel trattamento del cancro.
Charles Manning e il team del Vanderbilt Center for Molecular Probes della Vanderbilt University di Nashville, TN, hanno raggiunto un traguardo rivoluzionario fermando la crescita di un tumore grazie a un composto sperimentale chiamato V-9302. Questo composto blocca l’assorbimento della glutammina da parte delle cellule tumorali.
I risultati dei ricercatori sono stati pubblicati recentemente, evidenziando come «le cellule tumorali presentano richieste metaboliche uniche che le differenziano biologicamente dalle cellule sane. Questa specificità metabolica ci offre opportunità per sviluppare nuovi test diagnostici e potenziali terapie».
Charles Manning
Il Nuovo Composto Inibisce il Portatore di Glutammina
I ricercatori spiegano che la glutammina viene trasportata nel corpo e «nutrita» dalle cellule tumorali attraverso il trasportatore di aminoacidi ASCT2. Elevati livelli di ASCT2 sono stati associati a una scarsa sopravvivenza in vari tumori umani, come quelli al polmone, seno e colon.
Studi precedenti hanno dimostrato che silenziare il gene SLC1A5, che codifica per l’ASCT2, può ridurre la crescita tumorale. Spinti da queste scoperte, Manning e colleghi hanno progettato un inibitore ASCT2 di alta potenza, il V-9302. Hanno testato il composto su cellule tumorali coltivate in laboratorio e in modelli animali.
L’inibitore ha dimostrato di ridurre la crescita delle cellule tumorali, aumentando lo stress ossidativo e portando alla loro morte. «Questi risultati non solo evidenziano il potenziale del V-9302, ma supportano l’idea che antagonizzare il metabolismo della glutammina a livello del trasportatore possa essere un approccio praticabile nella medicina oncologica di precisione», concludono i ricercatori.
Innovazioni nell’Imaging PET all’Orizzonte
Inoltre, gli autori sottolineano che per trattare i pazienti con tumori che dipendono dalla glutammina, sarà necessario sviluppare biomarcatori validati per questa nuova classe di inibitori. Ciò consentirà di monitorare l’efficacia dell’inibitore e la quantità di glutammina che raggiunge le cellule tumorali.
Per affrontare questa sfida, Manning e il team propongono l’uso di traccianti per tomografia a emissione di positroni (PET) che possano identificare i tumori rilevando aumenti nel metabolismo della glutammina, che risulta maggiore rispetto alle cellule sane.
Il Vanderbilt Center for Molecular Probes sta conducendo cinque studi clinici per testare l’efficacia di 18F-FSPG, un nuovo radiofarmaco utilizzato nelle scansioni PET, utile per il tracciamento di vari tipi di tumori, tra cui quelli al polmone, fegato, ovaio e colon.
Inoltre, il team sta sperimentando 11C-Glutammina, un tracciante metabolico per la glutammina. I ricercatori intendono anche utilizzare un tracciante molecolare per confermare se l’inibitore raggiunge effettivamente il suo bersaglio.
«Immagina se potessimo creare un tracciante PET specifico per un farmaco che ci aiuti a prevedere quali tumori accumulano il farmaco, rendendoli vulnerabili alla terapia», chiede Manning con entusiasmo.
«Questa è l’essenza della medicina del cancro di precisione ‘visiva’», conclude.
Prospettive Future: Nuove Ricerche nel Campo
Negli ultimi anni, la ricerca sul cancro ha visto un’imponente accelerazione, e il 2024 promette di portare nuove scoperte. Recenti studi hanno dimostrato che l’inibizione del metabolismo della glutammina non solo ha un impatto sui tumori solidi, ma potrebbe anche essere efficace in vari tipi di leucemia e linfomi, ampliando così le possibilità di applicazione clinica.
Inoltre, l’integrazione di tecnologie di imaging avanzate come l’uso di intelligenza artificiale nell’analisi delle scansioni PET potrebbe migliorare ulteriormente la nostra capacità di monitorare la risposta dei pazienti alla terapia. Con una visione sempre più personalizzata della medicina, è essenziale continuare a investire in studi clinici e ricerca fondamentale per garantire che ogni paziente riceva il trattamento più efficace possibile.